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Izanami Kimura's pov

Che cazzata.

Erano tre ore che stavo incollata sul divano e fissavo lo schermo della TV.

"C'era spazio...." borbottai infilandomi una manciata di patatine in bocca e osservai Jack affondare nell'oceano.

Chissà se i suoi resti sono ancora lì da qualche parte.

Di colpo Jun si buttò sul divano affianco a me tirandomi una gomitata nello stomaco e infilò la mano nel sacchetto che tenevi stretto tra le dita.

"Aia! Ma che ti prende, levati." lo spinsi da sopra il mio corpo con fatica.

"Non vai a scuola neanche oggi?" lo guardai infastidita.

"Sono le due di pomeriggio, tu che dici?" borbottai allontanando i capelli dal viso.

"A Daisuke non piacerà, è da una settimana che non vai a scuola. È impossibile che i tuoi insegnanti non l'abbiano informato della tua assenza." mugolai cercando di sorvolare il discorso. Daisuke era fuori per lavoro da almeno due settimane, di conseguenza mi sarei sorbita i suoi rimproveri quando sarebbe tornato e amen.

"Iza."

"Mh?"

"Da quanto non dormi?" mi bloccai.

Da quanto non dormivo?

"Quindi?"

"Io dormo alla grande, tu piuttosto che fine hai fatto questa notte? Non sei tornato." sentii il suo sguardo di disapprovazione bruciarmi la pelle.

"Non cambiare discorso." roteai gli occhi e mi alzai dal divano.

"Da quando sei così apprensivo?" mormorai infastidita e iniziai ad incamminarmi verso il piano di sopra.

"Da quando cerchi di mandare a puttane tutto ciò che c'è di bello nella tua vita." mi rimbeccò alzando la voce per farsi sentire mentre mi allontanavo

"Risparmiami questi convenevoli, non sono da te." dissi muovendo le mani come a dirgli di lasciarmi stare.

Appena raggiunsi la stanza chiusi la porta e mi buttai sul letto. Avevo la mente completamente vuota, bianca, non riuscivo a pensare a niente. Eppure quella che sentivo non era tranquillità e calma, un senso di irrequietezza si fece largo nel mio petto e presi a rigirarmi nel letto.

Rimasi sul letto a fissare il soffitto per innumerevoli minuti quando un colpo di genio mi illuminò facendomi saltare in piedi.

Mi avvicinai alla scrivania e afferrai da sopra di essa dei soldi buttati li e una felpa grigia. Dopodiché, in punta di piedi, sgattaiolai fuori di casa senza che Jun se ne accorgesse.

Dopo essere riuscita a chiudere la porta di casa senza fare rumore festeggiai soddisfatta pronta ad andarmene.

"Dove credi di andare?" sbarrai gli occhi a sentire quella voce e mi irrigidii sentendo tutti i muscoli del mio corpo immobilizzarsi. Ruotai su me stessa e osservai la figura davanti a me.


Cazzo...


"Ciao mamma... Papà.... ehmmm, che ci fate qui?" li squadrai da testa a piedi scioccata, come per accertai che fossero veramente davanti a me. Erano gli stessi di cinque anni fa, solo un po' più vecchi.

"Ci serve un motivo per tornare a casa nostra?"

"Questa non è più casa vostra." sbarrai gli occhi sul punto di avere un'infarto e cercai con lo sguardo la figura di mio fratello maggiore.

"Oh cazzo." borbottò Jun uscendo dalla porta di casa.

"Daisuke, ti sembra il modo di parlare ai tuoi genitori questo?" la figura del diretto interessato era rigida e imponente, le mani erano strette in una morsa ferrea e le nocche erano sbiancate eppure la sua voce era fredda e pacata.

"Ripeto. Questa è proprietà privata e se non siete disposti a lasciarla di vostra volontà sarò costretto a chiamare le forze dell'ordine."

"Oh avanti Daisuke non fare così." borbottò mio padre allargando le braccia. "Vi abbiamo cresciuti dentro questa casa!"

Puntai gli occhi su Daisuke aspettando una sua risposta quando un'altra voce intervenne.

"Andatevene." i nostri genitori sorrisero dolcemente nell'avere finalmente tutti e quattro i loro figli davanti a loro.

"Izanag-"

"Andatevene." ripeté nuovamente "E non fatevi più vedere." borbottò prima attraversare il cortile ed entrare dentro casa come se nulla fosse.

Feci un passo lateralmente, poi un altro e un altro ancora cercando di sgattaiolare via da quella situazione soffocante.

"Izanami fermati immediatamente. Ti devo parlare."

"Merda, e io che pensavo di poter evitare la sgridata ancora per un po'" sussurrai a Jun.

"Te l'avevo detto."

"E come ha detto Izanagi: andatevene. Abbiamo questioni di famiglia da risolvere." disse Daisuke rivolto ai nostri genitori, tuttavia il suo sguardo era puntato nei miei occhi e se tipicamente si infastidiva per i miei atteggiamenti in quel momento, per colpa della presenza dei nostri genitori, sembrava furioso.

"Non finisce qui" borbottò nostro padre trascinando via la moglie.

🎐

"È stato breve ma intenso" mormorai fissando la schiena di Daisuke che dopo la tirata d'orecchie di ben sette minuti e trentaquattro secondi si stava dirigendo al piano di sopra.

"Dovresti smetterla di fare di testa tua, gli farai venire un'infarto."

All'affermazione di Izanagi Jun ridacchiò e aggiunse: "Probabilmente non vorrà avere figli per colpa tua. Deve essere stancante occuparsi di una te."

Assottigliai gli occhi e lo guardai male "Da che pulpito. Non eri mica tu quello che è finito in questura per ben quattro volte?"

"Ti ho detto che non era roba mia!"

"Certo vallo a raccontare al giudice" borbottai facendogli il dito medio.

A. Miya x OcDove le storie prendono vita. Scoprilo ora