11 "Ij chistu lo accir"

1.8K 43 1
                                    

Alice pov's

Un mese dopo.

«Dai ti dai una mossa? Non abbiamo molto tempo prima che la direttrice si accorgi che siamo qui»

Gli sussurrò Teresa, mentre sorvegliava la porta dell'ufficio di punto e virgola.

«Aspetta, devo fargli le foto»

Feci le ultime fotografie al fascicolo di un nuovo detenuto che era entrato all'IPM.

«Fagliele bene, sennò Silvia si arrabbia»

Uscirono di corsa dall'ufficio della direttrice, andando sul corridoio.

«E voi che ci fate cca?»

Disse Lino, con dietro i ragazzi.
In prima fila c'era lui.
Ciro.
Da quando avevano avuto quella discussione, non si erano più parlati, lui si limitava a guardarla alle sue lezioni, e ascoltare ogni sua parola.
Nessuno dei due si era permesso a salutare l'altro, o anche solo a rivolgergli un sorriso, niente, come se non si conoscessero.

I loro sguardi si incrociarono, facendo si che Alice si ricomponi, smettendo di ridere con Teresa per quello che era appena accaduto.

«Niente. Stavamo solo facendo un giro»

Disse Teresa, vedendo che la sua amica si era bloccata a guardare Ciro.

«Davanti all'ufficio della direttrice»

Teresa annui, trattenendo una risata, mentre tirava una spallata ad Alice che si ricompose in due minuti.

«Si, stavamo vedendo che tipo di mattonelle ha nel suo ufficio, sai dovrei rifare il pavimento di casa e volevo uno spunto»

Disse Alice cercando di rimanere il più seria possibile, mentre Teresa mise una mano sulla sua bocca cercando di trattenere la risata.

«A mattunella di casa? Mènte. azzangà va, luntan da qui, prim che qualcuno ve veda ja»
[La mattonella di casa? Come no. Camminate a passo svelto va, lontano da qui, prima che qualcuno di veda va]

Disse Lino sbracciando verso in avanti, mentre se ne andava con i ragazzi.

«Ogni giorno di più, sei sempre chiù bell Ali»

Disse Totò, mentre gli baciava la mano destra.

«Ue, lasciala respira»

Lino gli tirò uno schiaffetto sul collo, facendolo camminare in avanti, mentre il ragazzo lo malediva nella sua lingua.
Le due risero di gusto, vedendo tutti i ragazzi andarsene via.

---

Alice si mise seduta sul muretto davanti, mentre aspirava la nicotina della sigaretta.
Guardo i ragazzi nel campetto farsi i fatti loro.
Ma lei guardo solo uno di loro.
Colui che gli aveva preso il cuore, chiudendolo in una gabbia.
Il giorno che aveva discusso, Alice aveva strascinato Teresa nella miglior discoteca di tutta Napoli per divertirsi il più possibile, sensa pensare a niente.

«Eii Alice»

Disse Mimmo, un ragazzo venuto da poco lì all'IPM.

«Eii»

Rispose lei, vedendolo sedersi accanto a lei.
Erano giorni che gli gironzolava in torno, in cerca di qualche attenzione, ma lei non gli aveva mai dato tutta questa importanza.

«Non dovresti stare con gli altri?»

«Nha, mi annoio lì, almeno qui parlo con qualcuno che mi interessa»

Alice sorrise, quel modo di dire in faccia la cose gli ricordò tanto Ciro, che in quel momento si giro verso di loro, con sguardo attento.

«Mhm, allora ti consiglio di stare lì con loro, io non sono un ottima compagnia»

Disse lei voltandosi verso di lui, vedendo che era fin troppo vicino al suo viso.

«Secondo me invece lo sei»

«E da cosa lo intuisci?»

Lo provocò lei, ma per quanto cercasse di avere quei "botta e risposta" che aveva con Ciro, non ci riusciva.
Solo lui era capace di tenergli testa, solo lei era capace di tenergli testa.
Diversi ma Uguali.

«Sei bellissima, simpatica, fai dei ragionamenti sensati a differenza di molte persone qui, e non so come ma alcuni di questi ragazzi ti vogliono bene»

I loro occhi si incrociarono, Alice doveva ammetterlo, era bello, ma il suo cuore già apparteneva a un'altra persona.

«Sai quando sono venuta qui, mi odiavano quasi tutti. Mi vedevano come un nemico, come una persona da cui stare lontano perché avrei riferito tutto a "punto e virgola", come la chiamate voi. Ma io non sono niente di tutto ciò. Io sono qui per aiutarli, non per fare la spia. So che le persone che si fidano di me si possono contare su una sola mano, ma io non mi arrendo, non voglio che loro mi vedono come un nemico»

Non sapeva perchè si stava confidando con lui, ma sapeva che poteva farlo.

«Sono sicuro che ci riuscirai Ali»

Disse lui, sorridendogli, mentre la ragazza gli fece un piccolo sorriso prima di abbracciarlo.

«Grazie»

Gli sussurro lei all'orecchio, ancora abbracciandolo.

«E di cosa?»

«Per credere in me. Sono poche le persone che lo fanno»

Lo strinse più tra le sue labbra.

Dopo tutto quello che era successo gli ci voleva un po' di conforto.

Ciro pov's

Erano minuti che stava seduto sul muretto del campetto, mentre guardava la sua Alice parlare con il nuovo arrivato.

«Eduà cumm se chiama quello nuovo?»

Chiese Ciro, mentre aspirava il fumo dalla sigaretta.

«Me sa Mimmo, pecche»

Nessuno del gruppo di Ciro si era accorto di cosa stava accadendo, e quando segui lo sguardo dell'amico, ci arrivò subito.

«Ca 'nge fa?»

La domanda di Totò venne subito zittita da Ciro che tirò fuori la nicotina dai suoi polmoni dopo aver aspirato.

«Aspettate uaglio, apprimma veré cca fa»

Disse non togliendogli nemmeno per sbaglio gli occhi di dosso.

Non sopportava l'idea che lei stava sorridendo a qualcuno che non era lui, ma doveva calmarsi, non poteva fare sceneggiate inutili solo per due parole scambiate.
Edoardo sapeva che il suo amico dentro di se non era poi così calmo come sembrava, lo conosceva tropo bene per non capirlo.
Il suo volto cambiava ogni volta che vedeva Alice sorriderli, e lui capi che da lì a poco avrebbero dovuto fare qualcosa a quel ragazzo, ma era giusto così, tutti lì dentro sapevano che Alice apparteneva ad Ciro, e che se la toccavi te la dovevi vedere con lui personalmente.

Quando videro Alice abbracciare Mimmo, l'espressione di Ciro si fece più cupa.
Gli occhi sbarrti, assetati di sangue, fecero tremare i suoi compagni, soltanto guardandolo.

«Ij chistu lo accir'»

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Ij chistu lo accir'»

Disse lui, non togliendo gli occhi da loro due.

Vedere la sua Alice, toccare qualcuno che non fosse lui la mandava in bestia.
Il sangue gli arrivo al cervello, la testa sembrò scoppiargli.
Quando i due si staccarono e Alice se ne andò, il cuore di Ciro riprese a battere.

La segui con lo sguardo, finché non scompari tra la struttura dell'IPM.

Diversi ma Uguali | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora