Capitolo Sette

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Ci sono persone che sembrano esprimere gentilezza e finisco per essere le più rudi di tutte. Ci sono persone che ti stupiscono con azioni per nulla prevedibili.

Il viaggio in macchina verso casa non è stato per nulla spiacevole. Non abbiamo parlato, non ci siamo scambiati neanche una parola. Trevor ha messo della musica, ma l'abitacolo non è stato sommerso di tensione come sembra succedere costantemente in casa.

Arrivati, io sono andata in camera mia e Trevor in camera sua. Pensavo sarebbe tornato alla festa, è effettivamente ancora presto, invece da allora è rimasto chiuso in camera.

Io mi sono cambiata e mi sono stesa sul letto.

Ripenso al corpo dietro di me alla festa, a quella mano sulla mia pancia, a quel bacio... mi porto una mano al collo e chiudo gli occhi. Riesco a sentire il respiro di quella persona sulla mia pelle, la sua mano forte contro di me. Inspiro.

Forse era soltanto una persona che aveva preso alla lettera le direttive della festa, divertirsi e incontrare nuove persone seppur al buio. Posso dire di essere certa non fosse Darril perché si era appena allontanato da me quando le luci si sono spente.

La porta della mia camera si apre di scatto e io mi alzo a sedere con un balzo accendendo la luce. Mi ritrovo davanti il viso arrossato di Peter. Sembra arrabbiato. I suoi capelli sono sparati in tutte le direzioni, come se avesse corso per tornare a casa e i suoi occhi sono di un ghiaccio freddissimo.

"Sei impazzita?!" Esclama. Sì, è arrabbiato. Non mi dà il tempo di rispondere che riprende lui la parola. "Darril mi ha chiamato terrorizzato perché eri scomparsa, non sapeva che pensare e poi mi arriva il messaggio sul cellulare."

"Che messaggio?"

Mi fa vedere il cellulare con la chat. Da pezzo di merda - ovviamente lo ha rinominato così. Prima di stasera non aveva mai ricevuto un messaggio da suo fratello, o forse ha deciso di cancellarli tutti. Il messaggio dice solamente è a casa, dando per scontato Peter avrebbe capito di cosa lui stesse parlando.

"Cosa è successo?" Chiede Peter, adesso sembra più calmo. Io tengo ancora lo sguardo sul messaggio perché non mi va di alzare il viso verso di lui.

"Si sono spente le luci e... non mi sono sentita più a mio agio. Sono uscita fuori e c'era Trevor, mi ha vista e mi ha offerto un passaggio a casa."

"Tutto qui?" Mi scruta diffidente mentre si rimette il cellulare in tasca e si siede accanto a me sul letto.

"Tutto qui."

"Vuoi dirmi cosa è successo che ti ha fatto sentire così a disagio?"

Scuoto la testa. La festa stava andando abbastanza bene finché quel ricordo non mi è comparso davanti, ma non ne voglio parlare.

"Sul serio ti ha accompagnato lui a casa?" Fa passare alcuni secondi prima di fare la domanda. Indica la direzione in cui si trova la camera di Tray con un cenno della testa. Io annuisco e lui si acciglia.

"Non me lo sarei mai aspettato. Probabilmente è già tornato alla festa."

Scuoto la testa energicamente e abbasso il tono di voce. "No, è ancora qui, in camera sua. Non è uscito da là da quando siamo arrivati. Anche a me ha stupito molto questo suo gesto, ma è stato carino."

"Si," ridacchia, come se io abbia detto una cosa assurda.

"È stato gentile come non lo è mai stato da quando sono arrivata," rimarco.

"Non è stato gentile, è solo strano. Probabilmente è successo qualcosa dalla quale voleva scappare e ti ha dato un passaggio perché comunque dovevate andare nella stessa direzione, non lo avrebbe fatto in altre circostanze credimi."

Lotus Flower [in Revisione] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora