Capitolo Undici

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Esistono due categorie di donne nel mondo, quelle che vogliono apparire sempre belle, sempre perfette, truccate, con i capelli acconciati, e quelle che preferiscono essere sé stesse il più possibile, senza filtri, perché tante volte non saprebbero neanche da dove iniziare per agghindarsi.

Ecco io di solito faccio parte della seconda categoria. Come già detto, il mio guardaroba è molto basic, non possiedo dei trucchi e ho solo un paio di scarpe col tacco. Preferisco stare sempre comoda perché finché mi piaccio io stessa mentre mi sguardo allo specchio, finché mi sento a mio agio con il mio corpo, con il grasso, con le curve nei posti sbagliati, allora non mi importa molto di ciò che pensano gli altri perché ci saranno sempre quelli che troveranno una ragione per giudicarmi e accanto avranno quelle persone che invece mi faranno dei complimenti.

Eppure, stasera mi sento un po' in bilico tra le due categorie. Ovviamente non voglio strafare, ma mi piacerebbe vestirmi più elegante, rendermi più carina... e chi potrebbe farmi avere un pensiero del genere se non un ragazzo? A Darril non importerebbe del mio aspetto, mi ha chiesto di uscire vedendo la me più naturale, ma questo è uno dei momenti in cui desidererei avere un vestitino da indossare, un rossetto da usare e delle scarpe alte che slancerebbero il mio corpo di media statura.

Non ho niente di tutto ciò quindi mi arrangerò come ho sempre fatto. Negli anni ho imparato ad apprezzarmi, quando prima erano molteplici le volte in cui mi guardavo allo specchio e distoglievo lo sguardo perché non mi piaceva ciò che vedevo, adesso sono rare le volte in cui non riesco a guardarmi e sorridere a me stessa per la persona forte che sono diventata mentalmente. Perché è la società che ci mette pressione, facendoci pensare di non essere belli, di non andare bene, ma non è vero.

Apro l'armadio e ciò che vedo sono le mie magliette, quasi tutte nere. Sorrido di esasperazione perché il mio guardaroba avrebbe proprio bisogno di una rinfrescata. Scelgo una combinazione molto strana che provo per vedere se va bene. Dei pantaloni cachi che avevo rubato anni fa a mio padre che stringo con una cintura per evitare mi cadano. Un top leggero, nero - ovviamente - con sopra una giacca in pelle. Ancora non è chissà quanto freddo fuori ma ad uscire solo con il top è impensabile.

Non sembra stiano tanto male messi insieme, non è l'outfit che sceglierei di solito ma per stasera andrà bene.

Dovrei provare a cambiare un po'. La mia vita in pochi mesi è cambiata drasticamente, dovrei cambiare anche io. Già il passare dal non voler studiare al voler andare a scuola è un passo, ne devo fare altri.

Prendo il cellulare e vedo che sono quasi le otto quindi scendo al piano di sotto, aspetterò direttamente in salone per l'arrivo di Darril. Stavolta sul divano non trovo Peter ma Trevor. Sta guardando la televisione, ma gira la testa verso di me appena sente i miei passi.

Vorrei sedermi mentre aspetto, ma rimango in piedi perché non voglio sedermi accanto a lui.

Mi guarda. La sua bocca è leggermente aperta e il mio sguardo cade sulle sue labbra. Chissà come sarebbe baciarle, sarebbero davvero morbide come sembrano?

Mi mordo il labbro e alzo lo sguardo per posarlo sui suoi occhi verdi. Cosa mi sta prendendo?

Potrei giurare, dallo sguardo nei suoi occhi, che vorrebbe dire qualcosa, eppure non apre bocca per parlare. Mi fissa, senza nessuna vergogna, ma non dice niente.

Sento dei rumori in cucina ma non mi azzardo a distogliere lo sguardo dal suo. Mi sento come inchiodata al pavimento e quando il suo sguardo inizia a vagare per il mio corpo inizio a sentirmi a disagio. Incrocio le braccia al petto come se potrebbe bastare a schermarmi da lui.

Il nostro gioco di sguardi dura per non so quanto ma più minuti passano e più mi sento irritata. A questo punto dovrebbe distogliere lo sguardo e riportarlo sulla televisione ma non lo fa.

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