A volte basta un sorriso

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Ciao Sofia, sono ormai passati circa due anni da quando ti ho conosciuta; eppure dal vivo ci siamo visti solamente una volta. Mi ricordo ancora quando per la prima volta ho sentito la tua voce in un semplice vocale di dodici secondi. Parlavi della tua gatta e ti lamentavi (come sempre), l’avró ascoltato un migliaio di volte. Eravamo così lontani, tu nella fredda Milano e io qui nella soleggiata Napoli, ma nonostante la distanza abbiamo instaurato un rapporto che ha poi subito tanti, troppi cambiamenti. Mi ero accorto che stava si stava tramutando in qualcosa di diverso da una semplice amicizia. Il tuo modo di essere mi faceva comprendere quanta fiducia riponessi in me, mentre il mio carattere mi imponeva di esser cauto e freddo ma poi, qualcosa è cambiato. Hai deciso di aprirti, per me era inaspettato conoscere i tuoi problemi, le tue sensazioni, le tue emozioni, il tuo essere. Ammetto che ero spaventato ma ero anche consapevole di cosa si provasse a voler soffrire eppure non comprendevo il motivo per il quale tu odiassi la tua vita. D’improvviso realizzai che il motivo era semplice: eri costretta dalle altre persone a vivere una vita diversa da quella che tu volevi davvero. Sono stato travolto dalla situazione, pensavo di doverti aiutare ma ho compreso che tu non volevi il mio aiuto. I mesi passavano e il nostro rapporto si stringeva, quando facevamo la nostra classica videochiamata serale sentivo qualcosa di strano in me, non sapevo cosa fosse. Ma poi guardavo i tuoi occhi l, il tuo sguardo e sentivo la tua voce, e capivo. Io ancora non credevo all’esistenza dell’amore, non lo identificavo come un sentimento possibile, non sapevo descriverlo e non credevo di poterlo provare; tu mi rassicuravi e forse avevi già compreso che in fondo mi stavo innamorando.  Il tempo passava e l’idea che tu stavi peggiorando mi distruggeva, volevo donarti la mia spensieratezza, la mia felicità, volevo donarti me stesso pur di rivedere di nuovo il tuo sorriso. Finalmente dopo un anno ho avuto la possibilità di venire a Milano, tu eri in un periodo pressoché tranquillo della tua vita, ti sentivi ancora spaesata e sofferente e anche io purtroppo soffrivo tanto. Mi avevi contagiato, non trovavo un motivo per vivere eppure sapevo di non voler morire, non prima di averti finalmente fatto sorridere di nuovo o almeno non senza averci provato. Vederci è stato fantastico, non sapevo cosa dire eri esattamente come mi aspettavo: unica, come i tuoi capelli ricci che si adagiavano su quel giubbino di pelle, avevi promesso che ti saresti vestita casual e invece eri elegantissima e mi mettevi in imbarazzo. Quel giorno capii di amarti davvero: ti vidi sorridere, gioire e infine piangere di gioia. Quell’incontro mi ha fatto realizzare quanto ti amassi, quanto tenessi alla tua felicità e mi fece comprendere quanta paura avessi a dichiararti i miei sentimenti. Ero consapevole di quanto amassi quel ragazzo che avevi conosciuto al corso di filosofia, eppure non mi rattristii, non volevo che tu amassi me, non ne avevo bisogno. Con questa lettera non ho la minima intenzione di riallontanarci come è successo il mese scorso, voglio solo farti comprendere che anche se non mi ami, anche se per te sono solo un buon amico, non mi interessa. Non ho bisogno di baciarti per dimostrare l’affetto e l’amore che provo per te, non ho bisogno di attenzioni, per rendermi felice basta sapere che tu stai bene.
L’unica cosa di cui ho bisogno è di rivedere il tuo sorriso, ti amo Sofy <3 il tuo Jouzou

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 03, 2023 ⏰

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