Mario osservò la gonna di Julia ciondolare secondo i suoi movimenti, come ipnotizzato non si accorse della voce della ragazza che lo chiamava. Sollevò lo sguardo solo quando una mano di Julia si fermò proprio sotto i suoi occhi, schioccando le dita. La ragazza lo stava osservando con un sopracciglio scuro alzato, il fazzoletto marrone che ricopriva il capo adesso era stato lasciato sulle spalle, scoprendo i capelli castani. Mario dovette chiudere per qualche secondo gli occhi prima di scuotere la testa "scusami" disse, "dicevi?" domandò poi, aspettando che la ragazza ripetesse nuovamente le sue parole.
Julia dovette scuotere la testa in segno di riapprovazione, prima di sospirare e domandare "che ti prende?" prima di lasciare il foglio che aveva in mano sul muretto di mattoni grezzi.
Erano usciti con l'intenzione di passare un pomeriggio insieme, Julia aveva visto i disegni di Mario, e entusiasta aveva domandato al ragazzo di insegnarle qualcosa. Mario aveva accettato, seppur controvoglia, non si era mai considerato un buon insegnante, e soprattutto non troppo bravo a disegnare.Gli occhi della ragazza adesso erano fissi sul suo visto, scrutandolo come se fosse l'unica cosa presente in quel momento. Mario dovette sorridere leggermente prima di rispondere "solite cose" e riportare la sua attenzione verso il foglio che aveva sulle gambe. Julia sollevò nuovamente un sopracciglio, e sollevò le spalle, una espressione quasi contrariata ad adornarle il volto. "Tieni troppe cose dentro" commentò, prima o poi finirai per impazzire, disse "o per esplodere".
Mario la osservò divertito "da quando ti interessa?" domandò, non capendo fino a che punto potesse fidarsi della ragazza. Non che i suoi fossero segreti di Stato, ma aveva imparato nella sua vita seppur ancora breve, che spesso le persone puntano a conoscere i punti deboli degli altri soltanto quando vogliono ottenere qualcosa. Sollevò quindi le spalle, sorridendo e rispose "non sono esploso fino ad oggi, non penso lo farò mai". Julia continuò ad osservarlo, "che cosa devo fare per entrare nella tua testa?" domandò, e picchiettò con un dito sulla spalla destra di Mario.Il ragazzo abbassò lo sguardo verso la strada sterrata sotto di loro, "niente" rispose "proprio niente". Julia pareva aver recepito il messaggio, ma intenta a riprovarci ancora continuò a punzecchiarlo con un dito sottile. Mario dovette sorridere di fronte al comportamento infantile della ragazza, tanto che le ricordava la sorella minore di Giovanni, e disse quest'ultimo pensiero. "Quel tuo amico che è partito?" domandò Julia, come se non sapesse già tutto, dopo aver convinto Mario a parlarne. Mario annuì, "Elena mi punzecchia sempre, quando vuole attenzioni" spiegò, "solitamente vuole essere presa in braccio, o invitarmi a giocare con le sue bambole". Julia lo guardò sorridendo leggermente, "e tu ci giochi?" domandò incuriosita. Mario sollevò le spalle prima di rispondere, "dipende".
Julia scosse la testa, facendo oscillare i lembi del fazzoletto scuro che pendevano dalle sue spalle, e piegò a metà il foglio che aveva riportato sulle gambe. Mario lo osservò per qualche secondo, tracciando con lo sguardo le linee di quegli scarabocchi. Sollevò un sopracciglio osservandone uno in particolare "cosa sarebbe, quello?" domandò. Julia seguì la traiettoria del suo sguardo, e Mario vide le sue guance tingersi leggermente di rosso, sollevò poi le spalle "non lo so" disse, " a te cosa sembra?" domandò. Mario lo osservò ancora per qualche secondo, sollevando la bocca all'insù in una smorfia, "non saprei" disse, "forse un animale". Julia lo osservò ancora per qualche secondo, lo scarabocchio era anche abbastanza brutto, si disse tra se e se. Mario osservò i pensieri attraversarle lo sguardo, "non pensarci, se ti eserciti spesso puoi migliorare" disse, incoraggiandola.
Julia sorrise leggermente, scoprendo i denti bianchi, e Mario dovette sorridere di rimando nell'osservarla. Ma la sua attenzione fu catturata immediatamente da un gruppo di donne che camminava svelto nella strada adiacente al muretto dove erano seduti ormai da quasi un'ora. Si tenevano i fazzoletti scuri sul capo, mentre i loro piedi si muovevano velocemente. Subito dopo un gruppo di ragazzini vocianti corse nella loro direzione, Mario gli osservò scomparire dietro al vicolo. Julia osservò gli occhi di Mario farsi pieni di domande, "forse tornano dalla messa" commentò, e il ragazzo scosse la testa. "Non ci sono messe a quest'ora, lo so perché mia madre ci va ogni giorno" commentò, e Julia sollevò le spalle.
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Ignaro che ti sto facendo a pezzi | Vol. I #wattys2022
Historical FictionNel 1915 anche la Sardegna viene sconvolta dall'avvento del primo conflitto mondiale. Sembrava tutto così lontano, e invece anche le vite tranquille di due giovani ragazzi, Mario e Giovanni, cambieranno da un momento all'altro. Il legame che unisce...