«Ti rendi conto? Ho cercato solo di aiutarla e mi ha aggredito! Vai a fare del bene...» Prese un sorso di vino rosso mentre Mal inarcava un sopracciglio.
«Cosa le hai detto, esattamente?»
«Che non poteva prendersela con il mondo per la sua vita e che doveva fare qualcosa per cambiarla, e che se trattava di merda tutti nessuno le avrebbe dato un lavoro.»
Alzò anche l'altro, lentamente, e bevve un lungo sorso.
«Mh. Capisco.»
«Cosa? Cioè la prima volta le ho dato dei soldi mentre stava cercando di rubarmi l'auto, avrebbe dovuto strisciare e ringraziarmi solo per non averla fatta arrestare.»
Mal strinse le palpebre e la indicò con lo stecchino che aveva appena usato per servirsi un'oliva.
«Hai detto che non ti stava rubando la macchina.» Poi sbuffò. «Regina, non puoi andare a dire a una persona che non riesce a vivere decentemente che è colpa sua se lo Stato non dà aiuti sufficienti. Sappiamo entrambe che è vero, l'ottanta percento della gente che vive nelle strade non lo fa per scelta. Il lavoro non c'è per tutti, e se quella ragazza è finita in prigione anche solo una volta dev'essere davvero impossibile per lei trovare un lavoro che le permetta anche di stare col figlio, senza contare che nessun datore di lavoro vuole assumersi una disperata che potrebbe anche rubare pur di dare da mangiare al pargoletto. L'avevano appena aggredita e tu hai rincarato la dose? 'Gina...» Bevve un sorso del suo Chardonnay mentre scuoteva la testa, facendo ondeggiare i riccioli biondi. «Non si fida di te perché non si fida di nessuno. Non può permetterselo. Cerca di capirla.»
Regina sbatté il calice sul bancone.
«La prima volta stava cercando di rubarmi la macchina, lei ha detto che voleva solo dormirci dentro e io le ho dato duecento dollari. Quale idiota l'avrebbe fatto? E la seconda mi ha aggredito solo perché volevo comprare un succo di frutta a suo figlio. È pazza.»
Mal sospirò di nuovo e finì il vino.
«Non la conosco, quindi forse hai ragione tu. Ma da come me l'hai descritta potrebbe anche essere solo disperata. In fondo cosa hai da offrirle, Regina? Quante volte puoi darle duecento dollari? Quante volte puoi comprare il succo per suo figlio? Sa che non durerà. Per alcuni è meglio non provare che provare e poi perdere. Credo sia il suo caso.»
Regina sbuffò infastidita.
«Odio quando sei diplomatica, dovresti solo dire "hai ragione Regina, quella ragazzina è stata una stronza con te".»
Mal rise con lei.
«Okay, è stata una stronza. Però ha buoni motivi per esserlo.»
«Forse. Che ne dici di andare a casa mia?»
Mal aggrottò la fronte.
«Non si rifiuta mai un invito dall'avvocato più importante di Seattle.»
«Idiota, mi confondi con mia madre» rise ancora e le strinse il braccio mentre uscivano dal pub. Le indicò la Mercedes parcheggiata a pochi metri di distanza e accostò la spalla alla sua.
«Tua madre è ora che vada in pensione» commentò Mal.
«Credici. Mi seppellirà, e forse anche i suoi nipoti, se ne avesse...»
Mal rise di gusto.
Si avvicinarono all'auto e Regina si girò verso di lei. Afferrò il bavero del cappotto color ghiaccio e la attirò a sé, premendo le labbra sulle sue. Mal sorrise, ma interruppe il bacio allontanandola gentilmente.
«Non avevamo detto che non sarebbe più successo?»
«Perché non dovrebbe più succedere? Ci divertiamo ed è soddisfacente per entrambe.»
STAI LEGGENDO
La strada verso casa
FanfictionRegina è un avvocato di successo che lavora nello studio della madre. Emma è una senzatetto che deve lottare ogni giorno per proteggere suo figlio. Il loro incontro è una casualità, lo scontro è inevitabile, gli eventi che ne conseguono totalmente...