Trasgressione.

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Racconto n °ET420

Trasgressione.

Sessualmente la mia ragazza di allora era una gran porca, morbida e perversa come poche e con dei gran bei piedi da leccare e segare. Eravamo arrivati ai limiti massimi di perversione in coppia attraversando pissing, scambi di ruolo, sesso in pubblico, un’esperienza a tre e anche altri giochi che è meglio tralasciare.

Soddisfatto dalla mia vita sessuale avrei potuto accontentarmi delle esperienze che vivevamo insieme, ma all’epoca avevo bisogno di altro, una specie di slancio individualistico alla trasgressione, una forma di onanismo sfrenato da condividere con gli altri.

Fu così che m’iscrissi a vari siti di scambio.
I mesi passavano e i contatti erano pochi o da parte di profili senza foto, terribilmente falsi e insignificanti, poi improvvisamente un pomeriggio di maggio fui contattato da una bella coppia bisex.

C’incontrammo in strada giusto per conoscerci, lui aveva una voce penetrante e maschile un bell’uomo di quarant’anni bruno e con un corpo perfetto, lei era preziosa con un volto in perfetta armonia con il corpo sinuoso e un bel culo grande a coronare il profilo di curve delicate.

Gli piacqui e parlammo un po’ dei trascorsi sessuali dandoci appuntamento a qualche settimana dopo per un incontro da me.
Poco prima lui mi scrisse chiedendomi di depilarmi il culo e il cazzo perché fosse liscio come la pelle di una pesca e di comprare autoreggenti nere e slip di pizzo.

Mi ero offerto come schiavo e prontamente ubbidii, masturbandomi di gusto al solo pensiero di offrirmi rasato come una troietta e travestito a metà, con il resto del mio corpo abbastanza peloso già da allora.
Avevo 21 anni e generalmente le coppie scartavano a priori i ragazzi così giovani considerati poco maturi e troppo impulsivi per ogni ruolo. Ero stato abile nell’accaparrarmi la loro fiducia, ci trovavamo in tutto, dall’odio per le lunghe chat inconcludenti alla predilezione per i rapporti attenti alle vite private di ognuno.

Arrivarono a casa in moto e aprendogli la porta, trovai lei più sensuale che mai avvolta in un abito corto beige con scarpe aperte dalle quali si ammiravano i suoi bellissimi piedi.
Fu così che sbrigati i convenevoli in intimo sexy cominciai a venerare i suoi piedi e le sue gambe leccandole lungamente sotto comando del suo uomo che mi palpeggiava il culo.
Risalendo lentamente il suo corpo con la lingua, tolsi l’abito scoprendo un seno piccolo e affascinante, con un altro guizzo di lingua le sfiorai la fica umida attraverso gli slip, poi li tolsi e mi abbeverai alla sua fonte, acida all’inizio e man mano più salata mentre i liquidi scorrevano. Avevo un erezione dura che faceva capolino sotto i merletti dello slip mentre le leccavo avidamente la fica.
Un paio di strofinatine per far conoscere gli organi e mi fu comandato di succhiare il suo uomo.

Gli scesi i pantaloni in ginocchio mentre lui minacciava di colorarmi il culo con la sua cinghia se non l’avessi spompato bene.
Lo infilai fino in gola, quasi venendomene di gusto mentre lei mi abbassava la testa con quei piedi divini spingendola a ritmo su e giù, gli leccai le palle e quasi me ne venni di gusto.
Fu allora che ci stendemmo sul letto, feci uscire il membro da un lato dello slip e ce lo succhiammo a vicenda mentre lei si masturbava avidamente appoggiata alla mia scrivania di legno scuro.
Poi lui mi ordinò d’incularlo dopo avergli leccato il culo, lei prontamente incappucciò il mio membro e dopo aver lubrificato il suo uomo glielo spinse in culo.
Non avevo mai inculato un uomo e tutto il mio corpo vi si opponeva senza il permesso del mio desiderio, persi l’erezione in pochi minuti e dopo pochi colpi che strapparono comunque un paio di gemiti al mio amante tentai di recuperare la durezza persa leccandole il seno e i piedi con il membro ancora infilato nel compagno.

Lui si era stancato e voleva rendermi quanto gli avevo dato così malamente.
Aveva un bel membro turgido e largo, ben più grande del mio cosa che mi fece un gran piacere, non chiesi lubrificante aggiuntivo e lo pregai d’infilarmelo con forza in culo senza pietà.
A pecorella mi assestò i primi colpi mentre lei ne approfittava per farsi leccare quella bella fica coronata da un neo nocciola in alto a sinistra sul pube.
Ero il loro oggetto sessuale e lo sentivo, lo sentivo e ne godevo.

Mi chiese di abbassare il culo e stringere le gambe e me lo spinse bene fino alle palle regalandomi la migliore inculata della mia vita (era la decima volta che defloravano il mio buco, ma nessuno come lui così a culo serrato e con una nerchia tanto bella e grossa).
Lo sentii tremare e venirsene dentro me.
Lo sfilò di colpo lasciandomi terribilmente vuoto.
Avrei voluto strappargli il preservativo e infilarmelo in bocca per gustarne il sapore, ma la sua donna già mi spompava bene reclamando la sua dose di cazzo sconosciuto.
Fu così che la scopai.

Nessuna scopata fu più bella di quel sentirsi usato, di quell’esser stato donna e tornare uomo, stavolta la inondai del mio piacere ma non la feci venire appositamente per lanciarmi con la bocca su quella carne palpitante.
La masturbavo con le dita e la leccavo mentre lei si titillava il clitoride con violenza e se ne venne inondandomi di liquido di fica con un urlo quasi masculino da donna di trentacinque anni, fiera da letto, padrona e regina di due uomini allo stesso tempo.

Lui era tornato in erezione e stavo per proporre alla sua donna di regalargli un bel pompino in due, ma il loro telefono squillò riportandoci alla realtà.
Si lavarono e scomparvero dalla porta lasciandomi a un’intera notte di masturbazione.

Mi contattarono di nuovo qualche settimana dopo, sapevo che stavolta sarebbe stato ancora più bello e complice ma la mia ex ragazza mi aveva riportato a se offrendomi ogni giorno il culo e credetti opportuno onorarlo conservandomi casto per qualche mese.
Fu così che non li vidi più...

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