Un padre inutile

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Il tesoro perduto di Mosca

-Capitolo 90-

Un padre inutile


Francesco la stava guardando, e stringendo le labbra dispiaciuto disse <io e tua madre ci frequentavamo, ero molto innamorato di lei ma non ricambiava nello stesso modo...>

Guardando la bottiglia di vino continuò <ci eravamo conosciuti ad un evento, io stavo cercando di entrare nella grande società e farmi un nome e lei aveva accompagnato suo padre, era così bella che senza nemmeno accorgermene mi sorrise, si vede l'aveva fissata per troppo tempo e forse gli aveva fatto un po' di pietà quindi mi aveva voluto regalare quel sorriso...>

Mettendosi comodo sulla sedia e allentando il nodo della cravatta disse <ci incontrammo in altri eventi e finemente decisi di fare il primo passo e dopo un po' di mesi eravamo una copia.

Passarono pochi anni che tua madre mi chiese di rompere il fidanzamento, i suoi avevano trovato un uomo con più qualità delle mie e a lei non sembrava dispiacergli quella scelta fatta dai genitori. Io mi offesi molto, mi chiesi cosa ero per lei per chiedermi una cosa simile dopo due anni di fidanzamento>

Francesco non si chiese nemmeno se era il caso di fermarsi, aveva quel peso nel cuore da ormai tanti anni e non voleva più trattenerlo.

<Tuo padre apparteneva ad una famiglia molto benestante e i tuoi nonni volevano solo il meglio per loro figlia. Così mi misero da parte, come se non ci fossimo mai conosciuti... l'ultima volta che facemmo l'amore mi misi a piangere molto, me ne ero andato prima che tua madre si svegliasse, ma non riuscivo a reggere tutta quella tristezza.

Lei era così serena, prima a sposarsi e ad avere un futuro luminoso, io invece cercavo ancora di crearmi clientela forti che mi facesse salire di livello, e mano a mano ci riuscii>

Mise una mano sulla schiena ricurva di Glenda e disse <scappai quasi via da quella situazione, andai in America a cercare fortuna e ce la feci, come dicono in molti "il sogno americano" ma il mio sogno era un'altro, ma non ce la feci mai a farlo avverare...>

Sospirò pesantemente e continuò a raccontare la sua storia .

<L'unica cosa che non avevamo calcolato eri tu, dopo sei mesi di matrimonio eri nata e quello che doveva essere un matrimonio perfetto si trasformò in un incubo...>

Glenda strinse le labbra, cosa significava? Cosa voleva quell'uomo? Perché le stava dicendo tutte quelle bugie? Perché quelle bugie sembravano la verità?

Francesco accarezzando la schiena della ragazza per cercare di confortarla disse guardando il pavimento triste e solo anche lui <ho incontrato tua madre dopo molto tempo, era in carcere e appena mi aveva visto si era messa a ridere fragorosamente. Mi raccontò tutto, mi raccontò come aveva continuato la sua vita dopo il matrimonio, dopo che ci vedemmo l'ultima volta...>

Glenda stava guardando i suoi piedi scalzi, e vedendo il livido che gli aveva fatto Mironova sorrise senza realizzarlo.

Perché vedeva tutto sfocato?

Si mise una mano davanti alla faccia e rise.

Ora tutti i tasselli si collegavano, l'odio ingiustificato che i suoi genitori provavano per lei, tutti i parenti che la ignoravano, e infine si, si spiegava anche perché l'avessero venduta per un po' di soldi.

Premette le mani sul volto, non assomigliava per nulla a suo padre, occhi chiari, capelli chiari, e sua madre aveva solo bellezza e i suoi capelli, gli occhi erano diversissimi.

Alzò gli occhi e vide quegli occhi rossi corteccia come i suoi e volle alzarsi, ma Francesco la abbraccio a sé e pianse anche lui.

Glenda non se lo sarebbe mai aspettata, ma non era quello che voleva in quel momento, anche se fosse stato davvero suo padre non gli serviva a nulla, né per avere un minimo di conforto né per riparare ai danni commessi.

Si staccò da lui e alzandosi e andando verso la porta disse aprendola <fuori...>

Francesco con gli occhi rossi non si alzò e Masha stringendo i denti urlò <HO DETTO FUORI!>

L'uomo adulto si spaventò da come aveva alzato la voce e ferito per il rifiuto ricevuto disse mettendosi davanti a lei e sussurrando <se hai bisogno dì qualcosa chiamami> e gli diede il suo biglietto da visita.

Masha vedendo quel biglietto studiato e curato sorrise con le lacrime agli occhi e disse <non mi serve proprio a niente>

E strappando quel pezzo di carta disse guardandolo negli occhi <non mi serve un altro padre, già il mio fa schifo, non ne desidero un altro>

Francesco vedendo il bigliettino strappato disse <v-va bene...>

In realtà non andava per nulla bene, voleva dirgli tante altre cose, che se l'avesse saputo prima di certo avrebbe fatto qualcosa.

Guardò quegli occhi che erano come i suoi e sorridendo amaramente capì che l'avrebbe fatta stare ancora più male.

Stringendo le mani mise un altro biglietto da visita accanto al mobile sulla porta e se ne andò.

Masha vedendo quel pezzo di carta lo lasciò lì, non le serviva un padre inutile.

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