The deal 5.

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La strada questa notte è ancora più spaventosa di quanto mi ricordassi.
E il cortile di Luke Maybank, completamente buio a causa della mancanza di lampioni, non rende tutta la situazione più tranquilla...
anzi la peggiora a dismisura.

Il viaggio sulla macchina strambra di John B, che solo adesso ho capito che si chiami Twinkie, è stato abbastanza imbarazzante: nell'aria dominava il silenzio, se non fosse per i rumori provenienti da fuori.
Nessuno osava aprire bocca, nessuno osava muovere un muscolo, come se tutti fossimo pietrificati per qualche strano motivo.

Non avrei mai immaginato di trovarmi in macchina con il gruppo dei Pogues, non avrei mai immaginato di parlare per così tanti giorni di fila con delle persone della mia età.
E so che può sembrare una cosa patetica, da vittima, la sfigata Ivy Smith che non parla mai con nessuno e non ha un briciolo di amico.

«Entriamo io e te Smith» Mi risveglia dai miei pensieri JJ, non appena John B si parcheggia, non troppo vicino a casa di Luke, probabilmente per non destare sospetti.

«Perchè solo voi due?» Domanda Kiara, seduta di fronte alla mia figura, guardando prima me e poi il biondino che si trova in piedi alla mia sinistra.

«Perchè se entrassimo io e lei»
Mi indica con un cenno della mano.
«Nessuno avrebbe alcun sospetto: io vivo qui e lei praticamente è come se avesse la residenza in questa casa»
Spiega lanciandomi un occhiata veloce, facendomi un cenno per scendere dalla "macchina".

«Fate presto» Sono le ultime parole che sento prima di scendere e chiudermi lo sportello alle spalle.

«Qual è il piano?» Domando affiancando il ragazzo, che guarda dritto davanti a se.

«Nessuno: improvvisiamo»

«Che cazzo vuol dire improvvisiamo»
Sgrano gli occhi guardando il suo profilo, mentre lui accenna un sorrisetto divertito.

«Non dobbiamo dare nell'occhio ricordi?» Mi domanda guardandomi con la coda dell'occhio.
«Fai finta che sia una serata normale come tutte le altre e nessuno si accorgerà di noi» Continua guardandosi attorno, cercando qualche sguardo indesiderato.

«E se la situazione dovesse peggiorare? Continuiamo a fare finta di niente?» Ironizzo incrociando le braccia al petto, negando leggermente con la testa.

Penso che sia una delle poche volte in cui io e questa testa di cazzo che ho accanto riusciamo ad avere una "conversazione normale", senza spinte o insulti vari alla cazzo di cane.

«Scappiamo come l'ultima volta»
Alza le spalle come se fosse una cosa scontata, continuando a camminare lentamente, come se stesse cercando di prendere più tempo possibile.

A proposito...

«Perchè non hai detto ai tuoi amici di ciò che è accaduto ieri notte?» Domando e posso giurare di averlo viso pietrificato per qualche secondo, con lo sguardo perso nel vuoto.

«Non sono cazzi che ti riguardano, sfigata, impara a stare al tuo posto»
Ringhia innervosendosi, senza alcun motivo, non degnandomi neanche di uno sguardo veloce.
Faccio spallucce, guardando per un secondo il suo viso, privo di qualsiasi forma di emozione.

«Potresti anche essere gentile una cazzo di volta Maybank, non c'è mai morto nessuno sai?» Ribatto ironica, mentre il biondino mi lancia occhiataccia

«Te lo dovevo, diciamo che adesso siamo pari» Rispondo mettendo le mani nella tasca dei jeans.

Con la coda dell'occhio lo vedo annuire per poi prendere dalla tasca dei pantaloni le chiavi di casa.

«Fa silenzio e stai sempre dietro di me» Mi avverte puntandomi le chiavi contro ed io alzo le mani in segno di resa, osservandolo mentre si rigira verso la porta, aprendola.

All so unexpected //JJ Maybank//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora