16: Errori.

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Emanuela's POV

Giulio era fatto e come non detto già si era dimenticato di me, aveva le mani strette sui fianchi di Lisa e le diede un bacio sul collo. Non ero incazzata con lei poiché non sapeva di me e Giulio, ma avevo il cuore che per l'ennesima volta si stava frantumando, ma sta volta in pezzi sempre più piccoli per lui. Arrivai a non reggermi in piedi dal dolore al petto, mi appoggiai al marciapiede freddo e strinsi le braccia all'altezza del petto neanche le lacrime ce la facevano a scendere, erano bloccate agli occhi. Mi ero rotta il cazzo di questo tipo di dolore. Carol si avvicinò a me e mi strinse le spalle.
Carol: che succede?
Io: nulla sarà la pizza che mi ha fatto venire il mal di pancia forte.
Ormai di cazzate del genere ne sfornavo calde. Mi prese la mano, mi alzò e mi abbracciò.
Carol: so che non è così, ma immagino non ne vuoi parlare, vieni, andiamo un po' sugli scogli so che quell'aria di mare ti fa stare meglio.
Scendemmo giù alcune scale e con la torcia del telefono per farci luce passammo 5 scogli circa e mi sdraiai. Respirai a fondo, non volevo più sapere nulla di niente e nessuno, ma una delle sue canzoni mi entrò in testa e iniziai a piangere, la persona che per sei anni mi aveva fatto sorridere ora mi stava uccidendo. Il telefono iniziò a vibrare in tasca, ma feci finta di non sentirlo e continuai a piangere in silenzio mentre Carolina faceva finta di nulla, sapeva che dovevo sfogarmi solo, da sola.
Arrivò la quinta chiamata e mi decisi a rispondere dopo essermi asciugata le lacrime, un numero sconosciuto, risposi.
X: manu dove cazzo sei?
Io: calm, tu chi cazzo sei?
X: eddai so Valerio ho preso il tuo numero da Giulio.
Io: cosa vuoi?
Vale: dove sei ti ho detto.
Io: sugli scogli.
Vale: perché non avete avvertito?
Io: dovevo venire a prendere aria.
Vale: mo vengo non muoverti.
Staccai e cercai di asciugarmi gli occhi facendomi aria con le mani. Dopo 5 minuti arrivò Valerio, feci finta di non sentirlo, si sedette dietro di me e mi abbracciò.
Vale: mi scusi per prima?
Io: sei serio? Sei venuto qui per dirmi questo?
Vale: ovvio non sono stronzo come qualcun'altro che usa la canna come scusa per fare quello che non è in diritto di fare.
Carol: io raggiungo gli altri a dopo.
Io: a dopo carol ora veniamo.
Vale: sai di cosa e chi sto parlando.
Io: Vale io gliel'avevo detto che era questione di poco che si sarebbe dimenticato di me che era solo una questione di momenti, sono stata io che mi stavo aggrappando agli specchi.
Vale: lui ci tiene Ema, ma non so che gli prenda, vieni, andiamo da lui e so io che fare tu stai al gioco.
Ci incamminammo verso di loro facendo una gara a chi arrivava prima. Finché non mi appoggiai a Giorgio per esultare poiché avevo vinto io.
Vale: stronza ti ho fatto vincere io.
Io: fuma di meno idiota.
Gio: ma che cazzo fate?
Io: una gara di corsa.
Gio: valerio si fa battere da chiunque.
Mi disse nell'orecchio.
Io: povero ahahahah
Giorgio mi abbracciò forte, già aveva capito, come anche Valerio. Ricambiai l'abbraccio fino a stringere i pugni contro le sue spalle, fino a singhiozzare in silenzio, di nuovo, non so quanto piansi in quei pochi giorni. Ciò attirò l'attenzione di tutti, ma Carol fece segno agli altri di farsi gli affari loro e andare avanti. Giulio era ancora incollato a Lisa e le dava baci sulla testa, quando si girò e si rese conto che Valerio e Giorgio stavano cercando di farmi riprendere.
Vale: Manu riprenditi, dobbiamo mettere in atto il mio piano e ho bisogno dei tuoi migliori sorrisi, dai tossicaaa.
Vale fece un occhiolino a Giorgio che capì al volo non seppi cosa e io mi asciugai le guance e sorrisi.
Gio: manu lo sai che ti voglio tanto bene.
Io: anche io gio e anche tanto, mi hai salvata in fondo.
Vale: e io? Non ti ho salvata?
Io: si, ma seguivo più loro, non mi picchiare.
Vale: come faccio a picchiare una ragazza bella come te?
Capii che l'idea di Valerio era di far ingelosire Giulio, infatti continuava a fissarci.

GIULIO'S POV

Lisa era proprio una bella ragazza e amava il rap, iniziammo a parlare e giocammo per un bel po'. Quando mi resi conto che Vale e Manu erano scomparsi, Giorgio stava parlando a telefono con Alison così scossi le spalle e continuai a parlare con quella ragazza dai capelli corti e la felpa larga che nascondeva ogni sua curva. Sentii arrivare Vale e Manu dietro di me che ridevano, poi silenzio e dei singhiozzi, mi girai e viddi Manu appoggiata a Giorgio che stringeva i denti per non urlare da un dolore lacerante che capii quando viddi i pugni chiusi dietro le spalle di Giò, cosa le era successo? Sarei andato vicino a lei per baciarle ogni lacrima, per farle aprire quei pugni e per farle cacciare quei sorrisi di cui iniziai a vivere. Poi viddi Valerio che si avvicinò a lei e lei iniziò a ridere, Valerio ci era riuscito prima di me e un dolore al petto come un pugnale, mi fece ragionare di quello che stavo facendo, ero venuto lì per lei e invece ero con Lisa.
Li sentii parlare e ogni parola che lei faceva uscire da quelle sue labbra era come un pugnale in più. Si stava divertendo con i miei amici mentre io l'avevo fatta piangere, loro stavano rimediando ai miei errori per l'ennesima volta.
Vale: come faccio a picchiare una ragazza bella come te?
Lo stavo per partire addosso dalla rabbia che mi causò quella frase, lei era MIA, ma già me la stavo facendo sfuggire.
Ema: parla lui.
Uno di quei pugnali si conficcò ancora di più nel petto, lasciai andare Lisa e le feci segno di andare, cercai di incamminarmi verso di loro con passi pesanti. Appoggiai la mano sulla spalla di Gio che mi fulminò con lo sguardo come non aveva mai fatto prima d'ora.
Io: M...manu..io...
Manu: cosa vuoi?
Vale prese Manu sotto il braccio e il dolore mi stritolava sempre di più.
Io: puoi venire un attimo?
Ci pensò prima di rispondere facendo ricrescere le mie speranze, non potevo perderla.
Manu: vai da Lisa.
Rimasi sconvolto da quella risposta, quei denti stretti, quegli urli mancati, quelle lacrime, quei pugni stretti li avevo causati io.
Gio: ha ragione, ora vai da lei.
Io: ma io....
Manu prese Valerio e Gio per i polsi e camminò avanti, la presi per il braccio, lei si girò con gli occhi lucidi.
Manu: era questione di attimi te l'avevo detto non fare promesse se non le mantieni.
Si rigirò e Giorgio la strinse a lui, cosa che avrei voluto fare io, volevo che le mie braccia dovevano essere la sua casa. Rimasi lì a vederli allontanarsi quando Vale si prese Manu e la portò in un bar dove erano entrati gli altri e Giorgio si girò e venne verso di me.
Gio: che cazzo stai facendo? Era quella giusta? La smetti di fare lo stronzo? Di farla soffrire? Chi era quella ragazza che subito te la sei messa sotto braccio? L'hai conosciuta da poco, Ema era quella del tuo 'per sempre', ma i tuoi 'per sempre' come con Giulia sono più falsi di te La testa a posto avevi detto e l'abbiamo dovuta far sorridere io e Valerio come sempre. Come ogni cazzo di ragazza che ti gira la testa di baciare.
Io: io non voglio vederla soffrire, voglio solo lei, per sempre, mi sento a casa con lei.
Gio: ma continui a fare il cretino con le altre intanto. Ha ragione Ema, se non sai mantenere le promesse non farle.
Io: voglio lei, ora, non voglio lasciarla andare.
Gio: Giù se non la vuoi perdere vai lì dentro prendila e portala in riva al mare, rimedia TU ai TUOI errori.

-continua-

Beautiful disaster || LOWLOWDove le storie prendono vita. Scoprilo ora