偽りという名の闇に抱かれ

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Abbracciato dall'oscurità chiamata inganno
偽りという名の闇に抱かれ


- Perché mi hai chiamato?- chiese Haruka, confuso.

Aveva risposto al numero sconosciuto quasi senza pensarci; si era stupito quando aveva saputo che la chiamata veniva dal carcere, aveva pensato che a Minami o Torao fosse venuto in mente qualcosa, invece...

- Non potevo voler sentire la voce del mio primo figlio?- commentó Takamasa.

Isumi serrò le labbra.

- Non ti è mai importato di me!- tirò un pugno al materasso; aveva cercato di parlare piano, ma il suo gesto svegliò Toma.

- Che succede?- mormorò il rosso.

Osservò il ragazzo che aveva davanti: stava tremando... Sembrava spaventato.

Allungò la mano, poggiandola su quella del minore, che anche se non si voltò gliela strinse.

- Hai ragione, non mi importa molto delle altre persone. Ma volevo sentire un'ultima volta la tua voce, per ricordarmi delle azioni che ho compiuto nella mia vita- affermò l'uomo.

- Kujo-san... Non potrà mai volermi bene, vero?- sussurró.

- Non come vorresti tu- rispose l'uomo.

- Allora...- Haruka strinse più forte la mano del rosso - sappia che non la cercherò più. Per me... Lei non è più nessuno- sussurró.

Per un attimo, ci fu silenzio; poi, Isumi sentì il suono della chiamata che veniva chiusa.

- Tipico- mormorò, mettendo il telefono sul comodino.

- Va tutto bene?- chiese Toma, mentre il minore tornava a sdraiarsi di fianco a lui.

- Ho una brutta sensazione... Gli altri sono ancora fuori?- mormorò Haruka.

Toma annuì.

- Un'ultima ricognizione; tra non molto... Agiranno- affermò.

E allora... In un modo o nell'altro, sarebbe finita.

- Se ti succede qualcosa, ti finisco con le mie mani- affermò Tenn.

- Tenn, devo solo incontrarmi con mio padre; sei tu che andrai in missione- fece notare Gaku.

- Tu e tuo padre non vi vedete di giorno, figuriamoci se mi sento sicuro a lasciarvi insieme la sera- borbottò Tenn.

- Dopo aver parlato di mia madre è andata un po' meglio, forse è per quello. Tu stai tranquillo, pensa alla tua missione, va bene?- rispose Gaku, chinandosi e lasciandogli un bacio sulla guancia.

- Va bene; ci sentiamo dopo- rispose Tenn.

Gaku annuì, poi si voltò ed entrò nella centrale.

In realtà, anche a lui faceva strano che il padre gli avesse all'improvviso mandato un messaggio chiedendogli di vedersi... Ma non voleva fare preoccupare ulteriormente Tenn, per cui aveva deciso di andare comunque e vedere cosa sarebbe successo.

Di certo però, non si aspettava di trovare, una volta entrato nell'ufficio del padre, l'uomo legato alla sua sedia, con un bagaglio a coprirgli la bocca.

YUKIMOMO-NO DOUBTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora