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Chiuso dentro la sua stanza, con la schiena china verso la scrivania, c'era un ragazzo dai capelli biondo miele intento a studiare per l'esame imminente. La matita in equilibrio sul suo orecchio, gli occhiali da vista tondi posati sopra il suo naso e gli evidenziatori sparsi sopra i fogli, erano il risultato di un lungo e fruttuoso pomeriggio di studio.
Non aveva necessariamente bisogno delle lenti, ma l'oculista gli aveva consigliato di indossarle in caso avesse sforzato gli occhi per un tempo prolungato.
« Jisung è pronta la cena, scendi! »
Lo richiamò sua madre dal piano inferiore. Jisung sbuffò e si alzò dalla sedia controvoglia. Non aveva molta fame e soprattutto, non aveva molto tempo, l'esame sarebbe stato il giorno dopo e lui non si sentiva per niente pronto.
« Non posso saltarla? »
Domandò stanco, scendendo svogliatamente i gradini della scalinata che lo separavano dalla sala.
« No che non puoi »
« Ma devo studiare »
« Jisung hai tutti voti alti, di cosa ti preoccupi, mezz'ora in meno non ti farà perdere punti sulla prova »
Insistette la donna facendogli cenno di sedersi al tavolo.
Il giovane eseguì l'ordine e si mise a tavola osservando l'orologio appeso sopra il camino.« Papà non torna per cena? »
« No, aveva avvertito che non sarebbe rientrato »
« Capisco »
Rispose semplicemente prima di impugnare la forchetta ed iniziare a mangiare. Lui e il padre non avevano mai avuto un gran legame, a mala pena si parlavano; per qualche strano motivo non riuscivano proprio a prendersi e il più delle volte, le loro conversazioni erano battibecchi in cui l'altro finiva per alzare la voce.
Jisung odiava quando si metteva ad urlare e a fare scenate per un nonnulla.
In silenzio finì il suo pasto e di conseguenza, si alzò dalla sedia.« Ora torno in camera a studiare, domani devo svegliarmi presto per andare all'università e credo mi fermerò lì il pomeriggio, per cui non aspettatemi per pranzo. »
Spiegò dando poi la buonanotte alla madre, prima di tornare a rintanarsi nella sua stanza.
Jisung era una di quelle menti brillanti che facilmente ottenevano la lode, ma negli ultimi tempi studiare si era fatto sempre più difficile. Spesso si distraeva e la maggior parte dei concetti, non gli rimanevano impressi nella memoria. I suoi voti erano buoni, ma non eccellenti e oltretutto doveva impegnarsi tre volte di più rispetto a prima, per ottenerli. Rimanevo sveglio fino a tardi per studiare e comunque non riusciva ad eccellere come i mesi precedenti.
Stava attraversando un momento piuttosto difficile della sua vita, cervava di ignorare i bulletti che lo chiamavano secchione all'università, ma ciò che lo struggeva di più, era venire abbandonato dai propri amici e la situazione che aveva in casa.
Non ne poteva davvero più e tutto quello stress si accumulava al suo già presente per via degli esami, creando una situazione per lui ingestibile.
A volte aveva superato il limite e dopo l'ennesima cattiveria nei suoi confronti, aveva ben pensato di sfogarsi nel modo più sbagliato possibile. Sotto le lunghe maniche della sua maglia, portava ancora le cicatrici della settimana precedente e stava lottando in tutti i modi per non pensarci più. Si vergognava di quello che aveva fatto, ma non aveva proprio nessuno con cui sfogarsi, se non se stesso.
Jisung sbuffò sfogliando la penultima pagina dei suoi appunti e senza rendersene conto, crollò sulla scrivania esausto.
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Soulmates 🌒 // Minsung
FanfictionHan Jisung è un universitario che lotta contro i propri demoni ogni giorno della sua vita fallendo però miseramente. Le sue condizioni sono piuttosto disperate anche se non lo dimostra ai suoi compagni e i suoi pensieri negativi prendono spesso il s...