1.JOYCELYN

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"Signorina"

Mh.

"Signorina si svegli... siamo arrivati"

Una grossa mano mi scosse la spalla, mi sfilai una airpods e diedi un'occhiata in giro.

Dentro l'aereo ero rimasta solo io.

Eravamo atterrati? Fuori dal vetro del finestrino c'era solo una grande distesa di neve. Rosie mi aveva avvisato che non sarebbe stata una passeggiata. Afferrai le mie cose e mi avviai all'uscita. Nell'aerea per il recupero dei bagagli aspettai la mia valigia. Mi ero portata dietro poche cose, le più pesanti che possedevo, ma considerato che il freddo di gennaio a Manhattan non fosse per niente paragonabile a quello dell'Alaska, avevo deciso di non caricarmi di cose inutili.

Quando sentì l'aria gelida sferzarmi la faccia come un camion in corsa realizzai che tutto questo stava succedendo davvero. Tirai fuori dalla tasca il telefono per mostrare il biglietto al conducente del pullman che mi avrebbe portata in città. Durante l'intero tragitto mi persi ad osservare le montagne innevate, lo spettacolo che si mostrava era qualcosa che prescindesse dalla bellezza. Ogni dettaglio sembrava soffice come la panna, le strade erano desolate, anche il pullman portava sì e no una decina di passeggeri. Nel frattempo, mi concentrai sulla musica delle airpods e mi lasciai trasportare dal rumore.

"Grazie" mormorai all'autista quando arrivai a destinazione.

Mi voltai ad osservare le porte del pullman chiudersi e vederlo oltrepassarmi.

Fox era nulla in confronto a cosa mi aspettavo.

Sembrava deserta, c'era solo neve a riempire la mia visuale.

Con passo incerto mi incamminai verso l'unico locale che mi sembrava aperto nei paraggi.
Mi strinsi nel tempore del cappotto e varcai l'ingresso.
Il posto odorava di disinfettante e alcol. C'era una squallida musica anni '70 di sottofondo forse per rendere il locale un po' più umano rispetto a quello che appariva.
Vuoto.
Non c'era nessuno a parte me e un tizio seduto vicino alla porta del bagno.

"Cosa posso fare per te?"

Sollevai lo sguardo verso una ragazza, mi concentrai sul grande tatuaggio sul collo. Era la faccia di un serpente sembra in 3d. Mi chiesi se le avesse fatto male.

"Ehi tu, parli la mia lingua? Mi capisci?"

Il modo in cui parlava era strano, l'accento rendeva le parole dure senza traccia di patos e quando i suoi iniziarono la discesa verso il mio corpo immaginai cosa potesse pensare di me.

"Si ti capisco..." dissi cercando di risultare educata.

"Oh bene, vuoi qualcosa da bere?"

Feci per aprire la bocca e rispondere "magari" ma lei già mi aveva rifilato un bicchiere sotto il naso.

Non feci caso sul contenuto.
Lo scolai tutto d'un fiato.

"Come ti chiami? Non mi sembra di conoscerti"

"Joy" dissi velocemente tirando fuori il mio telefono scarico dalla tasca e osservare l'ora.

"E cosa ci fa la principessa Joy nella terra dei freddi?"

Terra dei freddi? Stavo per rispondere, ma anche questa volta venni battuta sul tempo.

"Joycelyn Price?"

Mi trovai faccia a faccia con un uomo. Doveva essere lui.
Anche perché nessun altro sapeva chi fossi.

Per tutto il viaggio avevo immaginato come potesse essere. Ma non ero riuscita a dargli un volto neanche quando avevo provato a cercarlo su Facebook o Instagram. A
vevo provato persino ad associarlo alle persone che avevo intravisto alle feste a cui mia madre partecipava, ma dal suo aspetto capì che ero proprio fuori strada.

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