Cap.1 "vivere"

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Dopo lunghissimi 4 anni, in cui sono stata rinchiusa, maltrattata, ridotta alla fame più pura, picchiata e consumata dall'uomo che si faceva chiamare mio 'padre',dopo vari tentativi, ho finalmente avuto l'occasione di scappare da quella casa. Lui diceva sempre che non valevo niente, che non ero nessuno, che non meritavo nemmeno quel poco che avevo, e diceva anche, che se la mamma era andata via e mi aveva abbandonata era solo colpa mia. Per molto tempo, ci ho creduto e il brutto è che lo penso tutt'ora.

Ora abito in una vecchia casetta abbandonata, che ho trovato molto lontano da casa mia. Vedete voi, dalla Francia all'Inghilterra quanta distanza c'è.

Ogni notte, ogni giorno e ogni mattina, sono sopra il materasso, un pezzo di stoffa che io stessa ho riempito di foglie per far si che sia più pieno e più morbido, a piangere per ciò che pensavo che con molta facilità, avrei dimenticato.
Invece sono qui, con questa coperta ingiallita e ormai consumata come i miei muscoli indolezziti, a ricordare le cose di sole due settimane precedenti. Le cose che ho passato, non si possono dimenticare con facilità ... anche perché come diceva la mia carissima nonna, dalla quale andavo una volta al mese, per levarmi di dosso tutte le preoccupazioni e i problemi che mi affleggevano:"dimenticare non significa, non ricordare, ma ricordare senza starci male".

Ps.scusate per la lunghezza del capitolo, ma è il primo e quindi non sapevo come gestirlo, ma se ad alcuni di voi, potrebbe piacere, (quindi commentate e stellinate ... grazie, in anticipo), il prossimo capitolo vi prometto che sarà più lungo.

OCCHI DI GHIACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora