MASSACRO

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| NARRATORE ESTERNO

Doveva andare così fin dall'inizio. Loki nutriva un profondo disprezzo per chiunque osasse sminuire la sua amata donna, e Nick lo faceva spesso di fronte a tutti. Riduceva gli studi indipendenti di Isabel a semplici sciocchezze, derideva i suoi test e dileggiava la sua determinazione.

"Ti ho affidato questo compito perché credevo fossi capace, ma ora? Ora ti sei innamorata. Questo lavoro non fa per te," disse Nick con sufficienza.

"Oh Nick, tu non sei fatto per questo mondo," rispose il figlio di Laufey.

E non era finita qui, perché anche Stark iniziò a umiliare Isabel, chiamandola troppo grassa, aumentando le sue insicurezze e escludendola da numerose feste, giustificandosi con un falso "Lo faccio per il tuo bene."

Loki nutriva un profondo odio verso entrambi, ma sapeva che ucciderli a sangue freddo non avrebbe risolto nulla e che Isabel non glielo avrebbe mai perdonato. Decise quindi di intraprendere un percorso molto più divertente: il gioco dell'impiccato.

"Ho bisogno di calmarmi, tutto questo stress non fa bene alla mia pelle. Vedi queste rughe?" chiese Loki, sporgendosi verso uno specchio che aveva trovato nella casa di Bucky.

"Non mi hai ancora detto perché sei qui, e, sorprendentemente, non mi hai nemmeno minacciato di morte," notò Bucky.

"Barnes, ti sembro il tipo di minacce di morte?"

Loki domandò con un tono teatrale, come un giustiziere spietato in cerca di vendetta. Ovviamente, conosceva già la risposta, ma aveva bisogno dell'aiuto di Bucky per portare a termine il suo piano, come un temibile dio dell'antichità in cerca di un complice.

"Vai al sodo," lo incitò il Soldato d'Inverno, il suo tono di voce riecheggiava quello di un'antica divinità guerriera, impaziente di scatenare la sua ira.

"Sai che Isabel ha problemi di autostima, vero?" chiese Loki, iniziando un monologo che sembrava non avere fine, come un fiume in piena che travolgeva tutto con la sua forza, fornendo una serie di motivazioni su perché Nick e Stark dovessero pagarla cara, come due condannati che attendono la loro esecuzione.

"Certo..." rispose Bucky, cercando di seguire il filo del discorso di Loki, come un guerriero attento alle parole del suo dio.

"Ottimo, sei attento," borbottò Loki in risposta, la sua voce aveva un timbro spietato e vendicativo, come quello di una divinità della giustizia pronta a scagliare la sua punizione. "Come immagino tu possa capire, mi piace questa idea; voglio che Nick e Stark paghino per quello che hanno fatto. E ho bisogno del tuo senso di rabbia e risentimento per divertirmi un po', come due titani pronti a scatenare il caos."

"Sei sadico..." mormorò Bucky, senza mostrare né disapprovazione né approvazione all'idea di Loki, come un guerriero che comprende la necessità della vendetta ma non può fare a meno di riconoscere la crudeltà della sua divinità. Il Dio sorrise maliziosamente all'udire quelle parole, come un antico dio che trova piacere nella sofferenza umana, e subito gli venne in mente l'avvocato Murdock. Questo ricordo affiorò grazie a un appunto che l'avvocato gli aveva fatto: "Evita ulteriori scontri, tieniti pulito per un po', oppure potresti diventare il mio caso più complicato."

"Oh, Murdock, giuro che andrò a confessarmi," pensò Loki, mantenendo il suo sorriso, come un peccatore pentito davanti a un potente dio.

"Forza, Soldato d'Inverno. Potrai vendicarti anche tu su Nick per averti tolto Isabel per qualche anno, e su Stark per essere stato sempre e solo arrogante con te, come due titani che si preparano alla battaglia."

"Sono stati due bastardi," concordò James, alzandosi dalla poltrona in pelle e prendendo le chiavi della moto, come un guerriero che si prepara per la guerra sotto lo sguardo compiaciuto del suo dio. Loki esultò alle sue spalle e lo seguì fuori dall'abitazione, come un dio della distruzione pronto a scatenare il caos.

𝐒𝐇𝐄 | laufeyson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora