Stiles non ha risposto alle chiamate di Scott per due giorni, così come non ha risposto a quelle di Liam, di Kira e nemmeno a quelle di Lydia, nonostante i messaggi di quest’ultima fossero stati molto più minacciosi. Non ha risposto a Scott perché è arrabbiato, ma non con gli altri: non ha voluto parlare con loro per non ricevere parole di compassione. Gli sono stati tutti vicino due anni prima, quando si era chiuso in camera a piangere le sue pene d'amore. Perfino Lydia aveva evitato di urlagli contro per più di una settimana, poi era stata proprio lei a trascinarlo fuori casa, per andare a mangiare fuori con tutto il branco.
Stiles sa che si sta comportando male con loro, ma il solo pensiero di uscire e rischiare di incontrare Derek e quella mocciosa, lo fa seppellire ancora di più con la testa sotto il cuscino. Testa che tira fuori solo per controllare di chi è l'ennesimo messaggio. Ancora Scott.
(Ore 16:02) Stiles, ti chiedo scusa per l'ennesima volta, ma ti prego, basta. Tra mezz’ora siamo tutti al loft perché Derek ha portato un sacco di libri sul Nemeton. Lydia non può farcela da sola, ti prego. SM
Stiles sbuffa, lasciando cadere il cellulare sul letto. Sa che Scott ha ragione, che deve aiutare il branco quando è in difficoltà, che deve farlo perché sono suoi amici. Non ha altra scelta, deve alzarsi, fare una doccia e raggiungerli.
Arriva poco più di mezz’ora dopo al loft, ma vede che c’è già la moto di Scott con anche il casco di Kira, l'auto di Lydia, il che implica che C’è anche Liam e… la fottuta Camaro nera di Derek. Se non avesse quella serie di sentimenti contrastanti in corpo, salirebbe e gli scoppierebbe a ridere in faccia perché ha ancora quell'auto. Non che lui abbia abbandonato la Jeep, ma non ha una figlia e un'auto sportiva. Sbuffa infastidito a quel pensiero e parcheggia di fianco ad un'altra auto, un SUV blu notte, che non ha la più pallida idea di chi sia, ma sa che lo scoprirà. Stiles prende un respiro profondo, si passa le mani sudate sui jeans, si avvia verso l'ingresso del palazzo e, data l'agitazione, nemmeno si rende conto di essere arrivato di fronte al portellone in ferro. È Liam ad aprirgli, senza che abbia nemmeno bussato. Gli rivolge uno dei suoi sorrisino da cucciolo a cui Stiles risponde con una matura smorfia, e lo lascia passare.
Stiles nota subito la frenesia generale: sono tutti in piedi intorno al grande tavolo di fronte alla vetrata, su cui sono sparsi libri, computer e fogli vari. L’umano si ferma un attimo ad osservare le persone e si rende conto che ce ne sono due che non aveva preventivato, Isaac e Cora, più altre due che non conosce, delle ragazze. Si schiarisce la voce per annunciarsi, anche se sa che l’hanno sentito, ma si pente di averlo fatto, appena tutti gli sguardi si rivolgono a lui. Scott fa un passo avanti, con la faccia da cane bastonato, ma che vuole toglierlo dall’imbarazzo, ma qualcosa lo blocca. Una voce trilla alla destra di Stiles, dal divano. “Papà! Perché c’è anche quello dei ce'eali?!”
Stiles chiude gli occhi e respira a fondo prima di girarsi verso la bambina. Non si aspettava di trovarla lì. Se ne sta seduta sul divano, in modo composto, nel suo abitino giallo, mentre regge quello che sembra un album da disegno sulle ginocchia.
Stiles sta per risponderle che ha un nome, ma qualcuno lo anticipa. “Ana, ti ho già detto che si chiama Stiles. È un membro del branco di Scott, salutalo.”Stiles osserva Derek avanzare, fino a quando non si trova tra lui e la bambina che ha gonfiato le guance, indispettita, ma obbedisce. “Ciao, Giles.”
Obbedisce, quasi.
“Mi chiamo Stiles. Lo sai dire? S.T.I.L.E.S.”
La bambina fa per alzarsi in piedi sul divano, ma Derek la afferra, proprio mentre Cora si intromette, abbracciando Stiles.
“Umano! Sono così felice di vederti!”E anche Stiles è felice di rivederla, si è sempre trovato bene con Cora. Quindi si lascia distrarre da lei e i suoi abbracci. Si lascia abbracciare perfino da Isaac: nonostante non siano mai stati davvero amici, è contento di rivederlo e, soprattutto, lo è ancora di più quando lo vede intrecciare le dita con quelle di Cora. "Zia, anche tu conosci Giles?"
E Stiles, che si era quasi dimenticato della sua presenza, ritorna alla realtà. "Sì, amore, Stiles è un mio vecchio amico" le spiega la ragazza.
"Si vede che è vecchio. E anche debole."
"E tu, signorina, stai diventando troppo maleducata" si intromette Derek, mettendosi tra Stiles e Ana. Stiles non riesce proprio a contenersi e fa una linguaccia alla bambina perché, insomma, Derek lo sta difendendo, può farlo, vero? Ana allunga un ditino per indicarlo. "Papà!"
Derek si gira verso Stiles che cerca di mettere su l'espressione più innocente di questo mondo, ma con scarsi risultati se considera il sopracciglio alzato del mannaro che si avvicina a lui. "Stiles, è solo una bambina. Non fare il ragazzino" gli sussurra Derek in un orecchio.
E Stiles dovrebbe davvero sentirsi offeso per quell'appellativo ma non riesce a fare a meno di rabbrividire sentendo il fiato caldo dell'uomo solleticargli l'orecchio.
"Bene, ora possiamo tornare a noi?" La voce di Scott attira l'attenzione di tutti, facendoli girare verso l'Alpha. "Stiles, loro sono Alex e Beth, le due Beta che assieme a Cora, Isaac e, ovviamente, Ana formano il branco di Derek."
Stiles fa un cenno di saluto prima ad Alex, una ragazza riccia, rossa e con la carnagione molto chiara, e poi a Beth capelli corti e viola. Dopo di che la sua attenzione si sposta sui grossi libri appoggiati sul tavolo. "Questo è tutto quello che avete sul Nemeton?" chiede.
È Derek a rispondere. "Tutto quello che penso possa esserci utile per capire cosa sta succedendo" spiega. "Qui ci sono gli incantesimi che, in qualche modo, riguardano il Nemeton. Quindi pensavo potesse esserci anche qualcosa che riguarda il suo risveglio. Qui, invece, è una specie di Bestiario ma sono indicate tutte le creature che hanno a che fare con il Nemeton e il suo potere. Non ho idea di come capire quale delle due ipotesi sia quella plausibile ma per questo confido in te" conclude guardando Stiles.
E il cuore di Stiles non dovrebbe battere così forte solo per il fatto che Derek lo ritenga ancora quello più intelligente, proprio no.
Se ne vanno tutti mezz'ora dopo, lasciando Stiles e Scott da soli al loft. "Non è andata così male" prova il mannaro.
"Sono qua, ma questo non significa che non sia più arrabbiato con te."
"Ti ho chiesto scusa più volte, non so cos'altro fare. Non posso tornare indietro nel tempo."
Stiles prende un profondo respiro prima di parlare. "No, non puoi. E accetto le tue scuse. Ma ho bisogno di tempo."
"Lui sembra tenerti ancora in considerazione."
"In che senso?" domanda Stiles, ora curioso.
"Quando sei entrato, ci mancava poco si mettesse a scodinzolare. È cambiato, Stiles, e in meglio. Non so se sia stata Ana, il nuovo branco o tutto quello che ha passato da quando se ne è andato. Ma ora sembra decisamente più sereno e mi sembra intenzionato ad avvicinarsi a te."
"Questa volta non mi basteranno le sue intenzioni."
Scott sghignazza. "Non ti era passata?"
Stiles si trova a boccheggiare, colto in fallo. "Certo che mi era passata. Ma poi..."
"...lo hai rivisto e ti è tornata?" conclude per lui l'amico.
"Okay, forse non mi è mai passata davvero. Ci ho provato, sono stato con Lydia e poi con altri ragazzi. Ma ho sempre continuato a pensarlo, anche se non se lo meritava. E Ana ne è la dimostrazione."
"Ana è solo una bambina."
"Non è una bambina. È un piccolo mostriciattolo."
"Non hai pensato che possa essere solo gelosa di suo papà? Alla fine, le è rimasto solo lui.”
E no, Stiles non ci ha pensato. Ma, forse, può fare un piccolo sforzo e cercare di essere un po' più gentile con lei.
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Ana
Fanfiction"Papà." Una bambina dai capelli ricci e neri, pelle scura e occhi verdi si rivolge a Derek con sguardo supplicante e un piccolo broncio. "Sono finiti i cereali tutti colorati." Papà. Quella parola rimbomba nella testa di Stiles. Non gli ci vuole mol...