Cinque.

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Due giorni dopo, nonostante abbia dormito ben dieci ore, Stiles si sveglia stanco, spossato e senza la forza di aprire nemmeno gli occhi. Si alza dal letto solo perché ha fame. Si trascina fino in cucina, rendendosi conto che suo padre è già uscito per qualche commissione, e si siede al tavolo dopo aver afferrato distrattamente latte e cereali. Sbadiglia e versa tutto in una tazza, ma si perde a guardare le stelline colorate nuotare nel bianco, fino a quando il suono del campanello non lo fa sobbalzare. Lascia tutto lì com’è e si avvia verso l'ingresso. Dev'essere Scott, gli aveva parlato di qualcosa da fare non sa dove, Stiles deve averlo rimosso. “Ehi, fratello!” urla il True Alpha. “Stiles? Hai fatto le ore piccole? Hai una faccia orribile!”

“Grazie, Scottino. Devo aver preso l’influenza, mi sento a pezzi. Entra.”

Scott attraversa l’ingresso e gli piazza una mano sulla fronte. “Non scotti. Ma io non sono attendibile, ho la temperatura troppo alta. Vado a prenderti della medicina? Chiamo mamma? Andiamo in osped-"

“Scott, Scott! Rilassati! Sto bene, devo solo riposare. Piuttosto, cos’è che dovevamo fare oggi?”

“Andare dagli Hale per fare altre ricerche e per andare al Nemeton.”

Ah, sì, Stiles ricorda. Quella del Nemeton è stata una sua idea, tra l'altro.

“Ce la fai? Altrimenti giuro che ti documento tutto!”

Stiles vorrebbe davvero passare la giornata in pigiama e a letto, ma anche Lydia non ci sarà e sicuramente gli altri perderanno qualche pezzo.
“Ma sì, ce la faccio. Al massimo mi porterai tu in spalla. Aspetta qui, vado a darmi una sistemata e andiamo.”

Venti minuti dopo, Scott sta parcheggiando la Jeep di fronte casa Hale, non ne ha voluto sapere di far guidare Stiles che continuava a sbadigliare. Appena scendono dall'auto, il branco Hale esce sul portico e Stiles nota subito che manca Ana. Va in contro agli altri, seguendo Scott, ma Cora accelera il passo e gli si avvicina con espressione preoccupata.
“Stai bene?” gli chiede, mentre lo abbraccia e gli bacia una guancia.

“Sì, penso di essermi preso l'influenza, ma per ora sono ancora vivo” risponde. “Ciao a tutti”, aggiunge poi, e gli altri gli rivolgono cenni di saluto.

È Derek ad interrompere subito i convenevoli.
“Direi che è meglio andare prima al Nemeton, raccogliere informazioni, se ne troviamo, e poi tornare qui ad elaborarle con l'aiuto dei libri. Ho perlustrato già la zona con Alex e Beth, non ci sono intrusi.”

Stiles vorrebbe dirgli che è stato da incosciente, ma non ha proprio la forza di discutere con Derek ora, quindi si limita ad annuire, insieme agli altri, e accodarsi quando cominciano a camminare verso il bosco. Non ricordava ci fossero così tanti ostacoli lungo il cammino. Sarà la stanchezza, ma ha già rischiato di cadere tre volte per non aver visto delle radici e sta cominciando anche a sudare. “Appoggiati al mio braccio e seguimi.”

Derek a quanto pare si è fermato per aspettarlo e gli sta indicando con lo sguardo il suo braccio destro. Stiles è tentato di dirgli che è adulto e sa camminare, ma proprio non ce la fa più, quindi obbedisce in silenzio.
Fanno qualche metro, Stiles ancora non ha rischiato di morire, e ora vedono anche la schiena di Cora che chiude il gruppo che è davanti a loro. “Dov'è Ana?” chiede all'improvviso.

“Melissa mi ha suggerito un asilo, così sta con altri bambini e socializza" spiega il mannaro.

“Altri bambini? Umani?” chiede Stiles stranito.

“Sì, Ana è un mannaro, ma non ha ancora manifestato tutte le caratteristiche. Sente gli odori, le emozioni, ma non si è mai trasformata e non ha ancora tutta la sua forza” spiega Derek.

Stiles annuisce.
Camminano ancora un po', l'umano ancora goffamente attaccato al braccio del più grande, fino a quando gli alberi diventano sempre più radi e davanti a loro compare il tronco tranciato del Nemeton. “Tranquillo, non ti farà nulla.”

Stiles nemmeno si era reso conto di essersi praticamente stretto al braccio di Derek, ma qual posto lo terrorizza.
Annuisce e prova a rilassarsi, staccandosi dal mannaro e raggiungendo con lui gli altri. “E ora cosa si fa?” chiede Scott.

“Perlustriamo la zona e se qualcuno vede o sente o percepisce qualcosa di strano, avvisa gli altri. Stiles?” lo chiama Derek.

“Mh?”

“Tu limitati a raccogliere le piante che trovi qui intorno. Prendi questi, e questa, me li ha dato Deaton. E fa' attenzione.”

Stiles afferra al volo un paio di guanti e una mascherina e fa un occhiolino a Derek per rispondere alla raccomandazione. Derek semplicemente alza gli occhi al cielo e lo ignora.
Passano tutta la mattinata lì, Stiles ha riempito almeno cinquanta bustine con altrettanti campioni di piante ed erbe che non conosce, prendendo invece nota di quelle conosciute. Sarà che non ha fatto colazione, ma si sente ancora più stanco e il caldo di certo non aiuta. “Stiles, vuoi che chiami Scott?”

Beth lo fa sobbalzare, non l'ha proprio vista arrivare.
“Oh, no, tranquilla” le dice, “solo che non sono abituato a state sotto al sole per così tanto" spiega.

“Ecco!” strilla lei, infilandogli il tuo berretto rosa in testa e allontanandosi di nuovo. Stiles non ha nemmeno il tempo di ringraziarla.

Passa un'altra ora prima che siano di nuovo tutti chiamati a raccolta da Derek. “A quanto pare qui non c'è nulla di strano. Dobbiamo solo controllare le piante di Stiles. Possiamo tornare indietro.”

Il ritorno è silenzioso. Stiles questa volta si aggrappa a Scott e insieme raggiungono villa Hale. Cora li invita ad entrare per pranzo, ma Stiles pensa di essere sul punto di vomitare, quindi rifiuta abbracciando la ragazza e salutando il resto del branco. Quando finalmente si stende sul suo letto, si addormenta in meno di cinque minuti.

AnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora