Sei.

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Un trillo. Due. Tre e quattro.
Stiles si rigira nel letto, un fortissimo mal di testa e il cellulare continua a squillare. Lo afferra per controllare anche che ore sono e si spaventa. Sono le sette. Del mattino dopo. Ha dormito… non sa quante ore e si sente peggio di prima. Apre WhatsApp per controllare chi gli abbia scritto e trova tre conversazioni: Scott con quindici messaggi, Cora con sette messaggi e Derek, quattro messaggi, gli ultimi arrivati.

Scrive in fretta a Scott che si è appena svegliato e che ora mangia, fa la stessa cosa con Cora, poi apre la chat di Derek.

Stiles, sei sveglio?
Stiles, non capisco perché, ma Ana vuole assolutamente vederti.
Stiles.

Quell'ultimo messaggi gli fa tremare qualcosa nello stomaco. È solo il suo nome, ma a Stiles scatena qualcosa dentro. Non sa cosa rispondere. Perché quella bambina vuole vederlo? Deve dire che ora li raggiunge? Ma si sente ancora malissimo. Decide di dover fare prima colazione, in quelle condizioni non riesce a pensare, così scende di sotto e trova un pacchetto con un biglietto sul tavolo.

Figliolo, non hai cenato, ma sembravi distrutto e non ti ho svegliato. Mangia questo, però, la colazione è importante.

Stiles sorride a quel messaggio di suo padre e afferra il sacchetto, trovandovi dentro un cornetto al cioccolato. Il suo stomaco fa un rombo di apprezzamento e azzanna subito un morso. Ha appena finito di mangiare, quando sente il campanello suonare ripetutamente e qualcuno, Derek, urlare un “Ana!”. E il suono smette.

Stiles va ad aprire, sconcertato, trovandosi davanti Detek Hale e sua figl-
“Oh!”

Sua figlia che cerca di arrampicarsi su Stiles, con scarsi risultati.

Derek la prende in braccio, cercando di tenerla ferma.
“Scusa, ma non riuscivo più a trattenerla dice Ch-“

“Vedi ‘apà!? On si tente bene!”

“Dice che non ti senti bene, che ha sentito il tuo odore strano su di me ieri. Scusa” spiega Derek.

Stiles fa un passo di lato, invitandoli ad entrare, senza sapere cosa dire. Li fa accomodare in salotto e si siede di fianco a loro. Derek lascia andare Ana, che si mette seduta di fianco a Stiles, annusando. “Ana, non si fa, non si annusa la gente, lo sai.”

“Giles puzza!”

“Ehi! Io non puzzo, mocciosa! È vero che non faccio la doccia da ieri, ma…”

Stiles sente Derek sbuffare. Forse una mezza risata.
“Sourwolf! Non ridere!” dice, ridendo anche lui.

“Apà, pecchè Giles ti chiama cotì?”

“Perché è stu-"

“STUPEFACENTE!” lo interrompe l'umano alzandosi in piedi con fare esultante, ma sedendosi subito dopo a causa di un capogiro.

“Stiles? Stiles, stai bene?”

Derek è subito al suo fianco. Sente le sue mani sulle spalle e intorno al viso, cercando di alzargli piano la testa. Stiles alza lo sguardo lentamente.
“Non ho più diciassette anni, dovrei ricordarmelo quando faccio queste cose mentre ho l'influenza.”

“Giles, hai bbua?”

Stiles sente nettamente il tono di voce preoccupato di Ana e si stranisce, ma la sensazione passa subito, sostituita dalla voglia di non farla spaventare. “Ma no!” dice, cercando di sorridere. “Mi sono alzato troppo in fretta, ora sto bene. Avete fatto colazione?” chiede per cambiare discorso.

Ana fa sì con la testa, ancora un cruccio preoccupato. “Tesoro, cosa c'è?” le chiede Derek.

“Lui bua. ‘apà pottalo nel letto!”

“Stiles è grande, Ana, ci va da solo a letto se sta poco bene.”

“Il tuo papà ha ragione, ci vado da solo a lett-"

Stiles non riesce a concludere la frase, perché si sente improvvisamente debole e la vista gli si offusca. Ed è tutto nero.

Freddo, Stiles sente davvero tanto freddo, è stanco e la testa gli fa male. Cerca di aprire gli occhi ma proprio non ci riesce. Sente un leggero peso sullo stomaco e qualcosa di ancora più caldo avvolgerlo completamente. Si rilassa e cade di nuovo in un sonno profondo.

Non sa che ora siano o da quanto sta dormendo ma il cielo è arancio e Stiles sta davvero bene ovunque sia. “Ehi, come ti senti.”

La voce di Derek è appena un sussurro ma riesce a farlo sobbalzare ugualmente, facendolo rendere conto che qualcosa è appoggiato sul suo petto. “Ho la testa che sembra scoppiare, questa influenza è terribile” risponde mentre con la mano comincia ad accarezzare i capelli di Ana addormentata sopra di lui.

“Non hai l’influenza ma non riesco a capire cosa ti sta succedendo. Ti pesa?”

“No, anzi. È confortevole averla qui, così.”

“Non ti ha voluto lasciare da solo nemmeno un momento.”

“Neanche tu mi sembra” ridacchia Stiles notando che Derek è steso al suo fianco e continua ad abbracciarlo anche se si è svegliato e non sente più freddo. “Fortuna che ho cambiato il letto e l’ho preso più grande. Anche se ho sempre sperato di averti qua dentro in un altro modo” dice malizioso.

“La febbre ti sta facendo delirare.”

“Non ho l’influenza, lo hai detto tu.”

“Potresti pentirti di quello che stai per dire. O fare.”

“Potrei dire che non ricordo nulla, sai, la febbre…” ribatte avvicinandosi al volto di Derek.

“Non hai l’influenza.”

“Ma sto male. E ho voglia di baciarti dalla sera che lo hai fatto tu, più di due anni fa.”

Derek fa un piccolo sorriso prima di annullare la distanza e baciarlo piano, lentamente. Stiles ora ha caldo, molto caldo, ma non si sposterebbe da lì nemmeno se rischiasse di prendere fuoco. Allunga la mano per accarezzargli la barba, facendo però attenzione a non far movimenti bruschi per non svegliare Ana. Derek si stacca poco dopo. “È meglio se ci fermiamo qui” dice con voce roca.

“Questa volta non te ne andrai, vero?”

“No, non lo farò. Riposa.”
Stiles si sistema meglio tra le braccia di Derek e chiude di nuovo gli occhi.

AnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora