Otto.

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Poi è tutto confuso. Derek ulula e in pochi minuti entrambi i branchi sono riuniti nella sua camera. John sbianca, Ana sembra impazzita e Derek non vuole lasciare il suo corpo.
Poi l’ambulanza, la conferma del decesso e, soprattutto, la discussione tra Scott e Derek. Sono in cortile e Scott sta urlando da minuti interi mentre Derek incassa le sue parole a testa bassa. “È tutta colpa tua” grida il True Alpha “è sempre colpa tua.”

“Pensi che non volessi salvarlo?” sussurra Derek.

“No, o saresti stato con me a cercare una soluzione.”

Scott, che stai dicendo? Lui ha fatto il possibile per salvarmi, esattamente come te.

“Non volevo lasciarlo solo” si giustifica.

“No, volevi solo entrare nelle sue mutande. Sei un egoista, un pessimo Alpha, un pessimo amico, un pessimo qualunque cosa tu sia” urla Scott.

ADESSO BASTA. Derek non se lo merita. Der, non ascoltarlo lo supplica Stiles sperando davvero che Derek percepisca la sua presenza.

Invece, il mannaro fugge via e Stiles cerca di fare il possibile per stargli dietro. Le sue gambe sembrano fluttuare e questo rende più facile inseguire Derek anche quando si trasforma in lupo ed entra nella riserva. Lo raggiunge solo quando si ferma dopo ore, acciambellandosi contro il tronco di un grande albero e cominciando a guaire. Stiles si siede vicino al lupo. Non è colpa tua comincia il ragazzo Scott è solo arrabbiato, soprattutto con se stesso e vuole dare la colpa a te. Ha sbagliato. Non è colpa tua.

Derek guaisce ma Stiles non è certo che lo abbia sentito. Così prova ad abbracciarlo fallendo miseramente. Der, ragazzone, Ana ha bisogno di te. E anche pap… non riesce a finire la frase, la consapevolezza che ora sarà solo uno spettatore nella vita delle persone a cui vuole bene si fa prepotentemente spazio in lui togliendogli il fiato, proprio ora che tutto iniziava ad andare bene e ad essere felice. Resta seduto accanto a Derek, la loro tristezza mischiata, il loro cuore spezzato e la sensazione di essere rimasti soli a pesargli sulle spalle.

Beth raggiunge Derek quando le prime luci del mattino fendono il cielo. Si siede vicino al suo Alpha e lo abbraccia esattamente come avrebbe voluto fare Stiles per tutto il tempo. Non dice niente ma lo stringe a sé carezzandogli i capelli. Stiles sente il cuore spezzarglisi nel vedere Derek in quelle condizioni, non se lo merita, non un’altra volta. “Non posso farcela, non ancora” sussurra Derek.

“Se non ci fossi stato tu io avrei perso la mia compagna tempo fa. Ci hai aiutate e ci hai dato una nuova possibilità. Permettici di aiutarti noi questa volta, ti prego.”

Derek sembra aggrapparsi a Beth. “È morto.”

“Lo so. Ma Ana ha bisogno di te. Tutti abbiamo bisogno di te. E tu hai bisogno di noi. Torniamo a casa.”

Derek non sembra convinto ma si lascia trascinare da Beth e Stiles li segue mentre ripensa all’affermazione di Derek. È morto? Tutto lascerebbe supporre che sia così ma il suo fantasma si trova ancora lì quindi, tecnicamente, non ha definitivamente lasciato quel mondo. Deve solo capire come far percepire la suo presenza a loro ed è fatta. Mentre è in auto con Derek e Beth, Stiles si concentra sui comandi della macchina sperando di riuscire a farli impazzire come ha visto succedere in molti film. Niente.

Arrivati a villa Hale, Stiles non demorde e prova a spostare qualunque oggetto gli capiti sotto tiro: parte da uno strano e orribile vaso che aveva portato lì Lydia fino a provarci con un cucchiaino da caffè ma senza ottenere risultati. Passa attraverso il corpo di ogni membro del branco ma nessuno sembra avvertire la cosa, nemmeno Derek.

È ormai notte e, anche se Stiles è un fantasma, si sente distrutto. Decide di seguire Derek fino alla camera da letto e restare con lui e Ana. Non vede la bambina dalla mattina precedente ma ha sentito la chiamata tra il mannaro e Cora e sa che anche lei non ha preso bene la sua morte. Quando Derek la raggiunge la piccola sta già dormendo e Stiles si stende dalla parte del letto dove non c’è il moro. Li guarda dormire fino a quando Ana si muove agitata e apre gli occhi. “Giles?”

Stiles pensa che la bambina stia sognando ma i suoi occhietti sono proprio fissi su di lui. Ci prova, non ha niente da perdere, giusto? “Ehi, mostriciattolo. Mi vedi?”

Ana annuisce e Stiles sente finalmente di avere una possibilità. “Giles” ripete allungando le mani.

Stiles sente gli occhi inumidirsi e vorrebbe davvero poterla stringere. “Non posso” le dice.

“Perchè sei motto?”

Stiles sta per rispondere quando Derek si sveglia. “Ana, che succede?”

“Giles è qui.”

Derek l’abbraccia. “Amore, non può essere qui. Lui-lui se n’è andato.”

“No, papà, è qui” insiste indicando Stiles.

Derek annusa l’aria come a voler capire quello che sta provando Ana. “È davvero qui?” le domanda.

“Mostriciattolo digli che è un lupastro.”

“Dice che sei un lup... lupatto.”

Derek sgrana gli occhi restando senza parole.
“Ho detto una butta cosa?” chiede Ana.

Derek l’abbraccia. “No, hai detto una cosa bellissima. Cosa ne dici se resti qui con Stiles? Devo fare una chiamata.”

Ana annuisce e si stende. Stiles vorrebbe davvero seguire Derek ma la bambina lo guarda e lui le si corica a fianco.

Derek torna pochi minuti dopo in camera. Ana si è addormentata appena Stiles si è steso al suo fianco, che le sorrideva. Quando l’uomo entra, si siede di fianco alla bambina, accarezzandole i capelli, lei sorride nel sonno. “Io le credo” dice Derek alla stanza vuota. “So che sei qui, perché non puoi essere andato via da me.”

Stiles sa che non sta piangendo, perché non può, ma sente le stesse sensazioni. Avvicina una mano alla spalla di Derek, anche se non può sentirlo, ma ha così bisogno di sentirlo vicino.

“Ti riporterò qui, con noi. Te lo prometto” dice il mannaro.

“Mi fido di te” risponde Stiles, anche se non può essere sentito.

Stiles capisce che non ha nemmeno bisogno di dormire, quando Derek crolla abbracciato a sua figlia e le ore della notte sembrano non passare mai. Non si muove dalla stanza, non smette mai di guardarli. Pensa di andare da suo padre o da Scott, ma crede Derek non abbiamparlato con loro e non riuscirebbe a vedere il loro dolore. Quindi, semplicemente, aspetta l’alba.

AnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora