È Ana a svegliarsi alle prime luci, strizzando gli occhi e sedendosi in mezzo al letto, ancora intontita dal sonno. Poi si guarda intorno, come se si fosse ricordata di qualcosa all’improvviso e, quando gli occhi sono nella giusta direzione, sorride. Stiles vorrebbe di nuovo piangere. “Giles!” e gli fa ciao con la manina.
“Buongiorno, principessa” le dice, sorridendo.
“Non tono un mosticiattolo?” chiede, ma prima che Stiles possa rispondere, sente Derek sbadigliare, per poi rivolgersi a sua figlia.
“Cos’hai detto, tesoro? Non hai più sonno?”“No” risponde lei. “E Giles mi ha chiamato principessa!”
Ora anche Derek scatta a sedere. “Lui è ancora qui?” chiede.
“Cetto, papà!”
“Ana, digli che dovrebbe proprio arredare meglio questo posto, ci sono troppi scatoloni ancora in giro.”
Lei sorride. “Giles dice che ci sono toppi scatoloni. E che mi devi prendere il castello di Barbie.”
“Sei proprio sicura abbia detto così?” chiede Derek facendole il solletico.
“Sei proprio una monella” la rimprovera Stiles, mentre lei ride e cerca di divincolarsi.
Derek la libera, poi le schiocca un bacio. “Scendi di sotto, ci sono già le zie. Oggi starai con loro, okay?”
La bimba annuisce, poi fila via zompettando.
“Ieri ho chiamato Peter” comincia Derek mentre si alza e rifà il letto. “Scusa, non so dove sei e dove guardare. Comunque arriverà tra poco. So che non lo sopporti, ma è l’unico che conosco che è praticamente morto e tornato in vita. So che è stato grazie a Lydia, ma sicuramente si sarà informato su altri metodi. Ed è la persona che conosco che più sa sulla vita di noi lupi e sul Nemeton.”
Stiles annuisce, anche se non può essere visto. Va bene, continua a fidarsi.
Derek sembra volersi tenere impegnato, riordina tutta la camera, poi scende in cucina per bere un caffè e per ordinare ad Alex e Beth di passare tutta la giornata fuori con Ana. Stiles se ne sta in silenzio appoggiato ad un mobile della cucina, quando la bimba gli fa una linguaccia scoppia a ridere. Solo Derek sembra accorgersene. “Ana, stai con le zie e comportati bene, okay?”Lei annuisce. “Tu lo riporti qui?”
Derek le bacia la fronte. “Ci provo, cucciola, ci provo.”
Quando le ragazze vanno via, passano solo pochi minuti prima che il campanello suoni e Peter entri in casa. Stiles si sarebbe aspettato qualche battuta sarcastica o inopportuna, ma sicuramente non quello.
Derek gli apre la porta, si sposta per farlo entrare, poi l’uomo se lo tira praticamente contro in un abbraccio. “Non so cosa stai provando” dice. “Ma mi dispiace, ho letto che è doloroso, che per un Alpha è unn dolore indicibile. Farò tutto quello che posso per aiutarti.”Derek lo stringe a sua volta, gli occhi palesemente lucidi, poi si separa. “Grazie, Peter.”
Stiles non riesce a crederci.
Cinque minuti dopo, il tavolo della biblioteca è ricoperto di libri che ha portato Peter e i due uomini stanno già ragionando sulle varie possibilità. “Sappiamo che è stato per portare te qui” dice Peter. “Ma tu eri qui e a quanto ho capito vi eravate dichiarati. Ma Stiles è morto lo stesso.”“Stiles non è morto” ringhia Derek, gli occhi rossi. Stiles vorrebbe abbracciarlo.
Peter sorvola. “E, a quanto pare, tua figlia, che l’ha subito riconosciuto come membro del branco, è l’unica che riesce a vedere il suo fantasma o qualunque cosa sia.”
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Ana
Fanfiction"Papà." Una bambina dai capelli ricci e neri, pelle scura e occhi verdi si rivolge a Derek con sguardo supplicante e un piccolo broncio. "Sono finiti i cereali tutti colorati." Papà. Quella parola rimbomba nella testa di Stiles. Non gli ci vuole mol...