Undici.

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Stiles si lascia guidare fino sopra alla casa sull’albero costruita su un grande albero proprio nel giardino sul retro. Appena è dentro, si guarda intorno: quella casetta è fatta così bene, che sembra quasi un piccolo cottage in legno. C’è un materasso appoggiato sul pavimento in legno, una finestra con le tende e un piccolo mobile in un angolo. “Ana la adora” dice Derek, abbracciandolo da dietro, la bocca contro il suo collo.

“Da bambino ho sempre desiderato una casa sull’albero. Papà ci ha provato solo una volta a costruirmela, ma non ci è mai riuscito.”

Derek continua a stringerlo e Stiles si sente allo stesso tempo calmo e agitato. Tra le braccia di Derek si sente in pace, ma il suo corpo freme, richiama quello dell’altro, se ne sente attratto come una falena dalla luce. “Vederti e non poterti toccare, non poterti rivolgere la parola, credo sia stata la situazione più frustrante della mia vita” dice a Derek, accarezzandogli le braccia. “Mi è mancato anche abbracciare quel mostriciattolo che ti porti dietro” aggiunge sghignazzando.

Sente lo sbuffo della risata di Derek contro il collo. “Ami anche lei” gli dice, mordicchiandogli piano la nuca, facendo venire i brividi a Stiles lungo tutta la schiena.

“Da morire” ammette, reclinando la testa all’indietro, dando spazio a Derek per continuare a baciargli il collo.

“Dovrò morderti qui e farà male” spiega Derek. “Il legame con me sarà ancora più forte, lo sentirai anche a livello fisico. Sentirai la mia presenza anche se sarò lontano e la distanza potrebbe diventare dolorosa se prolungata. Però” aggiunge, facendo girare Stiles nell’abbraccio, “tu potrai rompere il legame quando vorrai, io no. E a me va bene, non sei obbligato a rimanere con me in ogni caso. So che sei umano e che ami come ta-”

Stiles non permette a Derek di finire la frase. “Sono diventato qualcosa di non umano anche io, no? E ti sento già, sento le tue emozioni, il tuo odore, sento di appartenere a te e che sei mio. E voglio che queste sensazioni siano più forti, voglio il tuo legame, e voglio che sia per sempre. Ne sono sicuro, Derek.”

Stiles lo guarda negli occhi, sicuro, senza nessun dubbio. Vuole Derek, il suo Alpha, il suo branco.

“Bene” è la risposta del mananro che, senza aggiungere altro, gli sfila la felpa, facendo poi lo stesso con la sua maglietta. “Fai l’amore con me?” chiede, con la fronte contro quella di Stiles che non ha nemmeno bisogno di rispondere qualcosa. Lo bacia e tutto si incastra alla perfezione. I loro tocchi, la loro pelle che si infiamma sotto i polpastrelli. I gemiti di Derek, le urla di Stiles.
Sentire Derek dentro, guardarlo negli occhi mentre si spinge piano in lui, è per Stiles una sensazione nuova e allo stesso tempo ancestrale. Come se quel legame fosse sempre stato lì, come se tutto quello accadesse dall’alba dei tempi. Sente l’orgasmo sopraggiungere, la loro pelle scontrarsi con spinte sempre più forti. Viene appena sente Derek contrarsi in lui, specchiandosi in quegli occhi accesi di rosso e Derek lo fa, si abbassa sul suo collo e morde forte. Stiels sente la pelle rompersi, sente un dolore che gli parte dal collo e sembra rimbombargli nel cervello e urla, inarcando i fianchi, stringendosi Derek contro. Poi diventa tutto buio e calmo, mentre il suo corpo rigenera la ferita.

“Ehi” è la voce di Derek che accoglie il suo risveglio.

Stiles gli sorride e sa che lo sta guardando come se fosse sotto effetto di droghe, ma forse è un po’ così. Solo che poi un’altra sensazione sopraggiunge prepotente: preoccupazione. E non è sua. “Cosa ti preoccupa?” chiede, approfittando già di quella nuova capacità. “Qualcosa è andato storto?”

Derek si sporge, le labbra sulla sua fronte, leggere.
“Il legame si è formato, è andato tutto bene.”

“Ma?” lo esorta Stiles.

“Quando ti ho morso, i tuoi occhi hanno risposto ai miei cambiando colore. Hai gli occhi sovrannaturali di un mannaro, Stiles.”

E Stiles non ha bisogno di altre spiegazioni. Si sporge a baciare Derek a stampo, mentre sente già le lacrime scendere copiose. Si riveste in fretta e scende dall’albero, Derek sempre al suo fianco. Quando entra in casa, attraversa il salotto di corsa, sentendo solo distrattamente Ana chiamarlo, ma non si ferma e corre diretto verso il bagno. Si specchia, sapendo che Derek è appoggiato allo stipite della porta, lì per sostenerlo. Si guarda allo specchio, il suo solito viso, i suoi soliti occhi caramello. Poi, lentamente, chiude le palpebre e li riapre. E loro sono lì. Due occhi azzurri sovrannaturali lo stanno fissando dallo specchio, il perenne promemoria della sua colpa per la morte di Allison. Come se non ci pensasse già ogni giorno.

“Stiles” cerca di avvicinarsi Derek e Stiles si volta a guardarlo, perché ha sul serio bisogno di essere sorretto. Non vuole quegli occhi, non vuole sentirsi addosso ancora di più quella colpa.

“Giles!” Ana si fa spazio tra le gambe di suo padre, raggiungendo Stiles che però non riesce a nascondere le lacrime, gli occhi ancora azzurri. “Pecchè piangi? Stai male di nuovo? Giles non-non andare via di nuovo!”

Stiles si riscuote dai suoi pensieri va completamente in panico sentendo lo stesso sentimento provenire da Derek e Ana. Si abbassa sui talloni, al suo livello, prendendole le manine. “Ma no, sto benone cucciola!” dice in fretta.

“E pecchè piangi? Ti sei fatto la bua? Sei triste?”

Stiles quasi riesce a sorriderle. “Non mi piacciono questi occhi” le spiega sinceramente. “Mi fanno sentire una brutta persona.”

Stiles può vedere lo stupore sul volto di Ana, percepisce chiaramente il suo stupore.
“Ma Giles, tu non sei brutto! Sei bello” risponde ingenuamente. “E questi occhi sono bellittimi! Sono gli occhi più belli dopo quelli del mio papà, perché papà è più bellittimo ma-” e Stiles la vede ondeggiare, come fosse improvvisamente debole. Si affretta a sorreggerla, alzandosi e correndo sul divano. Ana ha chiuso gli occhi e al suo fianco c’è subito Derek. Stiles è spaventato, è terrorizzato.
Sembra addormentata, ma in quella città nulla è come sembra.

“La trasformazione” spiega Peter, seduto di fianco a loro. “Le si è attivata la trasformazione come se avesse seguito quella di Stiles. Tra qualche minuto si sveglia, state tranquilli. Anche per te è stato così” dice, rivolto a Derek che non proferisce parola. Si limita a stringere sua figlia.

Qualche minuto dopo, però, Ana comincia a muoversi e qualche attimo dopo apre gli occhi. Gialli e puntati diritti in quelli di Stiles.
“Bellittimi” sussurra la bimba, allungando una mano e appoggiandola sugli occhi di Stiles che non riesce a trattenere le lacrime.

“Tu sei bellissima” le dice, stretto in un abbraccio a tre.

AnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora