CAPITOLO 1

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Sull'Olimpo sapevano tutti che due degli dei più vicini erano Apollo e Artemide, anche se negli ultimi tempi un'aria gelida cadeva su di loro.

Dalla guerra contro i Giganti, Artemide fissava gelida il fratello, interrompendo ogni suo tentativo di cercare un discorso. 

Il loro rapporto era stato colpito dalla guerra, ma nessuno degli dei riusciva a comprendere cosa fosse successo.

Nessuno di loro poteva capire per quale motivo, in quel momento, Artemide stava urlando contro il fratello, allontanandolo ancora una volta dal suo tentativo di legarsi a lei.

"Apollo, adesso basta! Lasciami in pace."

Sorprendendo tutti i presenti, Apollo fece effettivamente un passo indietro, lasciando in pace la sorella, impegnata a guardare il mare in lontananza.

****

Lo stesso mare che aveva osservato secoli prima, quando il fratello l'aveva raggiunta sorridendo.

"Apollo, cosa vuoi, adesso?"

"Artemide! Stavo pensando, vuoi dimostrare di essere la migliore arciere?"

Artemide fissò gelida il fratello.
Da quando era stato ospitato il Consiglio ed Ares aveva messo in dubbio la sua abilità come arciere, Apollo aveva deciso di dover dimostrare il proprio talento.
Evidentemente, in quel momento, voleva vedersi umiliato dalla sorella, la dea della caccia.

"E poi mi lascerai in pace, Apollo? Senza interrompere o cercare di distogliere le mie ancelle dal loro voto, con le tue false lusinghe?"

Apollo, sorridendo, annuì. "Ovviamente, sorella. Una competizione veloce. Un solo tiro ciascuno, proprio qui. Un bersaglio in movimento."

Artemide annuì, accettando le condizioni che il fratello aveva posto.

Insieme, si armarono dell'arco e delle frecce e presero posizione.

Apollo colpì un cervo che si stava abbeverando, bersaglio che aveva scelto Artemide vedendolo in procinto di partire.

Poi Apollo indicò un animale che correva nell'acqua.
"Colpisci quello, sorella."

Artemide si mise in posizione, tese la corda e mirò all'animale.
Poi scoccò la freccia.

E cadde in ginocchio vedendo il corpo di Orione morto.

Apollo sparì, lasciando la sorella addolorata sola.

***

Artemide si posò una mano sul braccio, addolorandosi.

Apollo l'aveva ingannata, portandola ad uccidere l'unico uomo per il quale si sarebbe allontanata dal proprio voto, anche se egli era leale e fedele alla moglie.

Forse era stato proprio quello a renderla così colpita da lui.

Rivedere i giganti aveva riportato quei ricordi a galla, rovinando un rapporto che lei e suo fratello avevano coltivato nel corso dei secoli.

Artemide sospirò, vedendo Thalia in silenzio in vicinanza.

"Mia signora?"

"Andiamo a caccia, Thalia." Ordinò la dea, lanciando uno sguardo al mare e poi allontanandosi dal parapetto e svanendo in un lampo argenteo.

***

Alla festa annunciata dal padre, Artemide lanciò uno sguardo al fratello, impegnato in una discussione con il figlio mortale, Will o qualcosa del genere, concentrando poi la sua attenzione sulla figlia di Bellona che aveva sconfitto Orione in quell'occasione.

Una parte di lei era stata grata di non dover essere lei a commetterlo, e una parte di lei era irata con la mortale per aver commesso l'atto.

Alla fine, si avvicinò al proprio luogotenente, in compagnia del figlio di Poseidone.
I due stavano sussurrando.

"Come vanno gli incubi, Perce?"

"Stanno migliorando, ma non mi sento al sicuro, Thals. Il Campo non... non lo so, non mi sembra.."

"Era te l'ha rovinato. Ti ha rapito dal posto in cui avresti dovuto essere al sicuro, Perseus. Ha molto di cui rispondere." Affermò Artemide, avvicinandosi alla coppia.

"Mia signora." Perseus e Thalia si inchinarono entrambi, e la dea sorrise ad entrambi.

"Tranquilli. Sono contenta di vederti, Perseus. Se qualcuno merita di essere elogiato, sei sicuramente tu."

Percy sorrise imbarazzato, mettendosi una mano dietro la nuca. "Io e tutti gli altri che hanno combattuto, mia signora."

Poi, esitò, lanciando uno sguardo a Thalia, che lo invitò a parlare.
Artemide chiese, dopo averlo visto titubante. "Cosa ti preoccupa?"

"Mia signora, per caso ha litigato con Apollo? Lui... si sta deprimendo. Al Campo."

Artemide alzò un sopracciglio. "Perchè pensi che abbia a che fare con me, Perseus? Ti assicuro che mio fratello ha molti attacchi di melodrammaticità, e pochi di loro hanno a che fare con me."

"Uh, perchè si è messo a lamentarsi davanti alla sua cabina, e a dire che lo odiava..."

Artemide annuì. "Sa cosa ha fatto, e che non merita il mio perdono."

Poi, guardò il ragazzo fino a che non annuì. "Certo, mi scuso. Ero solo... uh..."

"Era disperato per farlo andare via." Disse Thalia, meritandosi uno sguardo laterale dal fratello. "Smettila di essere meschina, Thals."

Artemide si congelò guardando la coppia.
Il loro atteggiamento somigliava molto al suo con il proprio fratello gemello.

Forse se Perseus avesse accettato l'immortalità, sarebbero diventati come loro due.

Il sorriso della dea divenne dolceamaro.

"Mia signora?" Perseus la chiamò, vedendo il padre fare cenno di raggiungerlo. "Penso che dovreste parlare con Apollo. Se ha commesso un errore, vorrà avere la possibilità di porvi rimedio."

Artemide annuì, guardando poi il cugino dirigersi verso il padre, che gli mise una mano sulla spalla, orgoglioso e includendolo nella sua conversazione con la sorella Demetra, che guardava il semidio con un sorriso benevolo.

Artemide scrutò la folla, fino a trovare il fratello.
"Thalia, divertiti."

Poi andò dal fratello.
"Artemide." Ansimò, sollevato, il dio.

"Apollo. Dobbiamo parlare."
Poi, si voltò e uscì dalla sala, sicura che il fratello l'avrebbe seguita.

Avrebbero parlato.
Ma lo avrebbero fatto dove il loro disaccordo era iniziato.

Angolo autrice

Su richiesta di _itxjustme_ ecco la storia sul rapporto Apollo e Artemide!
Fammi sapere se hai delle richieste particolari!
Alla prossima

By rowhiteblack

Two brothers through the agesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora