42. Il boato di San Siro

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"Una famiglia felice non è che un anticipo del paradiso."
-George Bernard Show

*Un anno dopo circa*

Sorrido sentendo l'intero stadio dedicare dei bellissimi cori alla squadra rossonera e non posso che sentirmi estremamente fiera e felice. Si sta giocando l'ultima partita del campionato e, nonostante matematicamente il Milan abbia già vinto lo scudetto, sarà solo dopo la partita che inizieranno i festeggiamenti ufficiali.

La squadra sta conducendo per due reti a zero e l'intera tifoseria è in visibilio mentre i giocatori rientrano in campo dopo la pausa tra il primo e il secondo tempo.
Riesco a intercettare immediatamente Alexis che, come ogni volta, alza lo sguardo per cercarmi e poi mi manda un bacio volante. È una specie di gesto scaramantico che fa fin dalla prima volta che sono venuta a vederlo giocare,  e quando gli ho chiesto il perché lo facesse, mi ha risposto che gli porto fortuna e che continuerà a farlo sempre... inutile dire che sono bastate queste poche parole per farmi sciogliere e farmi sentire ancora più fortunata di come mi sentissi fino a quel momento.

Ormai non mi perdo nemmeno una partita in casa e ho stretto amicizia con quasi tutte le altre fidanzate o mogli dei calciatori, perciò venire allo stadio è un punto di ritrovo in cui tutti insieme sosteniamo i ragazzi, spingendoli a fare sempre di più.
Anche i miei amici vengono spesso con me, infatti Eva e Fabiola siedono alla mia destra, mentre Doriano occupa il posto dietro di me insieme a Philippe, il quale è venuto appositamente da Parigi per potersi godere l'ultima partita di Serie A. Le cose tra loro vanno a gonfie vele, riescono a vedersi abbastanza spesso nonostante la distanza e stanno pensando di prendere casa insieme qua a Milano. Hanno un rapporto solido e ormai molto equilibrato, per questo so che andrà tutto bene anche quando andranno finalmente a convivere.

L'arbitro decreta la ripresa del match e io sposto l'attenzione sul campo. Il Milan continua a giocare con superiorità e fa diversi tiri in porta che vengono deviati solo dal portiere che evita così l'ennesimo goal. Ma i ragazzi non si arrendono e quando vedo Theo partite con la palla al piede e saltare tutti gli avversari sulla fascia, crossando poi in mezzo all'area, mi ci vogliono pochi secondi per realizzare che nella mischia c'è Alexis, evidentemente non marcato bene, che con un salto colpisce la palla e la manda dritta in rete, nell'angolino destro dimenticato da tutti, il portiere stavolta non può fare niente per evitare il tre a zero.

Salto in piedi e mi metto a urlare il nome del mio ragazzo, ridendo come una bambina di pochi anni e festeggiando il suo goal. Sento una felicità fortissima espandersi nel mio petto, mi sento fiera come non mai mentre lo guardo festeggiare con tutta la squadra che lo sommerge di abbracci. Sanno bene che a questo punto la partita sarà puro divertimento, sanno bene che questo la chiude definitivamente, perché a metà del secondo tempo sarà davvero difficile recuperare per la squadra ospite.

Alexis finisce di festeggiare con i compagni e poi si avvicina sotto la tribuna in cui sono seduta io. Mi indica, mima il segno del cuore con le mani, poi si porta il pollice alla bocca, simulando un bambino con il ciuccio e infine si batte la mano sul cuore.

Sento gli occhi pizzicarmi e mi accarezzo dolcemente la pancia, mentre con il cuore colmo di amore fisso il biondo, un amore immenso che esplode per lui e per il bambino che porto in grembo. Sono all'inizio del quarto mese e già non vediamo l'ora che venga alla luce. Vogliamo stringerlo tra le nostre braccia e quasi ogni sera ci perdiamo in discorsi in cui descriviamo come lo immaginiamo. È molto dolce vedere Alexis con lo sguardo che brilla mentre parla di suo figlio con aria completamente innamorata e rapita. So che sarà un ottimo padre, lo vedo anche da come si prende cure di me e dei miei bisogni, non vedo l'ora di vederli l'uno stretto all'altro, vederli giocare insieme.

Semplicità||Alexis SaelemaekersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora