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Era una serata molto importante per Arianna, aveva lavorato duro per arrivare a quel momento. L'inaugurazione della nuova sede della galleria a Monte Carlo rappresentava un obiettivo raggiunto, un sogno avverato, un'idea nata da lei che prendeva finalmente vita. Sapeva bene che lavorare nell'ambito artistico non fosse facile, lo sapeva da quando aveva iniziato l'università, e ancor di più da quando una delle maggiori realtà galleristiche l'aveva chiamata per un periodo di prova. Aveva sudato tanto per quel posto, e vedere tutto quello che era riuscita a creare, entrando in quel salone, le faceva spuntare un sorriso a trentadue denti sul volto. La luce calde, le opere posizionate, i camerieri in uniforme che giravano per la sala offrendo flûte di champagne ai presenti: era tutto come lo aveva immaginato. Camminava a testa alta, orgogliosa con il suo vestito da sera, da un angolo all'altro per salutare e ringraziare tutti gli invitati, scambiando occasionalmente qualche chiacchiera sulle opere e gli artisti esposti. Si avvicinò ad un gruppo di persone, tra le quali era presente anche il suo capo, Jacques.
"Eccola la regista di tutto questo." Disse allungando un braccio nella sua direzione l'uomo brizzolato. "Arianna, ti presento Emmanuel Sinè, direttore generale del Societé des Bains de Mer."
"E' un piacere conoscerti, hai fatto un lavoro magnifico." Arianna sorrise riconoscente stringendo la mano all'uomo. Sapeva benissimo chi fosse, con il reparto delle pubbliche relazioni aveva studiato a fondo la lista degli invitati. Sinè era un pezzo grosso della società monegasca, ricco e potente, e soprattutto un buon acquirente per la galleria.
"Molto lieta di conoscerla, è un onore le piaccia la galleria." Non che avesse qualche competenza per giudicare veramente opere d'arte, ma nel suo lavoro essere sempre accondiscendente era una caratteristica fondamentale. Posizionò lo sguardo sulle altre due persone coinvolte nella conversazione, una coppia che doveva avere pressochè la sua età.
"Piacere, Arianna Solfini." Allungò la mano verso i due giovani, sorridendogli cortese.
"Ciao Arianna, io sono Charlotte e lui è il mio ragazzo, Charles." Gli occhi della giovane italiana si spostarono sul ragazzo in giacca di fronte a lei. Il primo pensiero che ebbe fu che non sembrava voler essere dov'era. Lo aveva riconosciuto, difficile non sapere chi fosse Charles Leclerc, il predestinato della Formula Uno.
"Felice di sapere che anche un'atleta del tuo calibro sia appassionato all'arte." Pronunciò con una risata sommessa la ragazza, non era sua intenzione offenderlo ma non riuscì a trattenere il suo temperamento.
"Saresti stupita di sapere quanti atleti del mio calibro sono interessati a questo genere di cose." Rispose a tono il numero 16.
"Oh sì, lo sappiamo bene invece. Hamilton è venuto spesso in sede a Londra, è un fidato cliente." Prese parola Jacques per stemperare la situazione. Partecipò passivamente alla conversazione per qualche altro minuto, muovendo occasionalmente la testa per dare il suo assenso agli argomenti trattati. Si risvegliò da quello stato di trance solo quando, con la coda dell'occhio, notò un gruppo di persone attraversare l'entrata del locale. Si scusò con i suoi interlocutori e, a passo veloce, si avvicinò ai suoi amici.
"Oh Ari, che posto magnifico!" Il primo ad abbracciarla fu Francesco, decisamente su di giri, erano mesi che aspettava il momento di poter andare a Monte Carlo.
"Siamo così fieri di te, Lola!" Esclamò Alessandra, stringendo l'amica in un abbraccio ancora più stretto.
"E tu sei splendente, guardati come sei bella!" Marco le fece fare una giravolta su se stessa per poi schiccarle un bacio sulla guancia. Erano sempre stati così, uniti da un legame profondo che durava da anni e che non si era spezzato nemmeno per la distanza dovuta ai loro impegni lavorativi.
"E' così bello avervi qui ragazzi, sono tutti così ricchi ed impostati qui. Mi serviva un po' di sana follia." Arianna si sentì sollevata dalla loro presenza, aveva fatto l'abitudine a passare la maggior parte del suo tempo con persone con le quali non aveva niente a che fare, ma in quel momento aveva assolutamente bisogno dei suoi amici. Gli sorrise ancora una volta per poi prendere dal vassoio di un cameriere che passava di lì dei bicchieri di champagne, offrendoli ai suoi invitati.
La serata passò velocemente, tra chiacchiere e presentazioni. Jacques sembrava conoscere tutti, e Arianna non si stupì, era in quel settore da anni ed il suo essere francese gli facilitava la conoscenza di quei grandi personaggi di Monaco. La maggior parte degli invitati aveva lasciato la galleria e lei si era presa un momento solo per se stessa, nella sala dove aveva deciso di esporre l'opera che più le stava a cuore, una sala solo per quella, imponente nelle dimensioni e magistrale nell'esecuzione.
"Ci siamo riuscite." Sussurrò, seduta sul divanetto posto di fronte, con lo sguardo perso tra le linee della tela. Tanti ricordi le scorrevano veloci davanti agli occhi, momenti che portava sempre con lei, incisi nell'anima come quel nome sulla sua pelle.
"Scusami non volevo disturbarti." Sobbalzò al suono di una voce proveniente dalle sue spalle. Si girò per vedere da chi provenisse, il pilota era in piedi, con le mani nelle tasche del pantalone, probabilmente imbarazzato.
"Figurati, cercavi anche tu un attimo di tranquillità?" Parlò con calma Arianna, facendosi più piccola sul divanetto come ad invitarlo a sedersi accanto a lei. Charles accettò il tacito invito avvicinandosi a lei e sedendosi al suo fianco, stando bene attento a non sfiorarla. Aveva sentito le sue parole, una frase rivolta ad un quadro che evidentemente per lei significava più di quanto potesse dimostrare agli occhi degli altri, ma aveva deciso di non commentare l'accaduto, capendo quanto, il momento che aveva visto, fosse personale per la ragazza.
"Parlano tanto di là." Disse semplicemente, sperando che lei capisse cosa intendeva. Si voltò a guardarla e la vide annuire comprensiva, pensò che Arianna fosse molto bella oltre che brava in quello che faceva. Non era mai stato un appassionato d'arte a dirla tutta, certo non la disdegnava ma non frequentava gallerie e musei così assiduamente, se mai avesse potuto frequentare assiduamente qualcosa che non fossero circuiti e fabbriche automobilistiche. I due ragazzi rimasero in silenzio per un tempo che non avrebbero saputo quantificare, era confortevole e rilassante, ognuno con i propri pensieri che sembravano uscire dalle loro menti e mischiarsi tra loro per poi tornare a posto. Entrambi si chiesero se fosse normale, se fosse normale sentirsi così tranquilli in presenza di una persona che si conosce appena, si sentivano svuotati di tutte quelle cose che portavano sulle spalle, ognuno le sue, come se l'altro, inconsapevolmente, avesse preso un po' di quel peso alleggerendo il carico dell'altro.
"Lola sei qui? Dove cazzo sei finita maledetta!" Il momento di quiete fu interrotto dalla voce di Marco.
"Si Marco, sono qui." Arianna si alzò di scatto, rispondendo subito alla domanda. Il suo amico si fermò sulla porta, Arianna aveva detto a tutti che avrebbe esposto quell'opera ma vederla gli fece effetto. Solo dopo si concentrò sulla figura ancora seduta che gli dava le spalle, da buon patito di motorsport lo avrebbe riconosciuto anche solo dalla sagoma, lanciò un'occhiata interrogativa alla sua amica, chiedendole implicitamente cosa ci facesse in una sala, quella sala, da sola con uno dei più famosi piloti di Formula 1 del momento. Charles, sentendosi osservato, si girò, sorridendo leggermente al ragazzo.
"Piacere, Charles." Disse per riempire quel silenzio che, tutt'ad un tratto si era fatto scomodo.
"Si, so chi sei. Nel senso chi è che non sa chi sei, incredibile che tu esista." Marco cominciò a balbettare pronunciando frasi sconnesse. Arianna rise, gli ricordò la scena della presentazione con Lewis avvenuta qualche anno prima ad un evento nella galleria di Londra.
"Okay Marco, ha capito, va bene così." La riccia cercò di sistemare la situazione, il monegasco rise seguendo il suo esempio.
"Non mi prendete in giro, sono emozionato." Si difese l'amico per poi aprirsi anche lui in un sorriso. "Comunque ti stavamo cercando, Fran ha bevuto qualche bicchiere di champagne di troppo e ora è deciso ad andare in un locale che ha visto su qualche strano social. Ti aspettiamo?" Arianna non ebbe nemmeno il tempo di rispondere perché un Francesco, che aveva decisamente bevuto troppo champagne, si presentò nella stanza.
"Ti ho sentito brutto essere, non l'ho trovato su nessun strano social, è uno dei locali più in di Monte Carlo, non è colpa mia se tu non sai essere alla moda." Il rapporto tra Marco e Francesco aveva sempre sbalordito tutti, così diversi eppure il punto debole l'uno dell'altro. Arianna ancora ricordava i momenti di panico che Fran aveva vissuto quando decise di fare coming out ed era assalito dalla paura che Marco non avrebbe capito, che non lo avrebbe accettato ed invece Marco lo aveva solamente abbracciato per poi ricominciare a cucinare.
"Oh ma non siete soli, c'è anche un bel ragazzone con voi. Molto piacere, sono Francesco tu puoi chiamarmi Fran se vuoi." Si rivolse ammiccante al pilota, porgendogli la mano con fare sicuro. I tre amici scossero la testa rassegnati, ed Arianna nascose il velo di divertimento che le suscitò lo sguardo impacciato di Charles.
"Di che locale parli?" Gli chiese il moro stringendogli la mano. Desiderava tanto continuare ad essere in compagnia di Arianna, anche se non si spiegava il perché.
"Il Gino's, Gimi's, qualcosa del genere. Tu sicuramente conosci i migliori posti di Monte Carlo." Rispose non curante Fran, con una Alessandra sempre più imbarazzata alle sue spalle.
"Il Jimmy'z intendi?" Chiese dubbioso il monegasco mentre Fran annuiva convinto. "Si lo conosco, è molto carino come locale. Penso che anche noi andremo lì, ci possiamo incontrare se vi va." Si rivolse principalmente ad Arianna, speranzoso di una sua risposta affermativa.
"Oh, non lo so. Dovrei chiedere a Jacques se posso già andar via. Non saprei." Rispose dubbiosa, non aveva troppe forze per far festa, era stata una serata impegnativa ed improvvisamente sentiva tutta la stanchezza di quei mesi addosso.
"Ma per favore Lola, da quanto è che non ci divertiamo tutti e quattro insieme? Una pausa fa bene anche a te!" Asserì con tono convincente Alessandra, sapendo che l'amica non avrebbe fatto troppa resistenza, sorrise e le indicò con lo sguardo interrogativo il ragazzo al suo fianco, non capiva bene la dinamica per la quale un pilota di formula 1 la invitava in un locale con lui. 

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