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Max era dovuto andare via nel pomeriggio, doveva recuperare l'allenamento saltato per correre da lei, ed il giorno dopo era partito per Milton Keynes con una nuova grinta, ora vincere non era più un obbligo ma lo avrebbe fatto per lei, per convincere la ragazza, ma ancor di più se stesso, che lui se lo meritava quell'amore. Arianna era spensierata, i messaggi e le chiamate infinite con Max le facevano bene, si sentiva desiderata e compresa ed erano anni che non sentiva quelle sensazioni. Parlavano molto, si aprirono entrambi donando all'altro pezzi di loro stessi e del loro vissuto, la ragazza gli parlò della sua famiglia, di Fran, Alessandra e Marco, omettendo volutamente una parte importante di quella storia, un periodo buio che non voleva far riaffiorare e che non si sentiva ancora pronta a condividere con il ragazzo. L'olandese aveva passato una settimana intera in fabbrica per poi volare alla volta del Canada per il Gran Premio con l'unico pensiero di vincere e tornare a casa da Arianna che, come aveva ripetuto più volte, lo aspettava a braccia aperte. In quella settimana l'italiana aveva lavorato a più non posso, concentrandosi sui suoi incarichi per non pensare a quello che sarebbe successo la settimana successiva, era un pensiero che aveva rinchiuso in un piccolo angolo della sua mente ed aveva fatto di tutto per non dover affrontare quell'argomento, anche se questo significava essere sospettosamente sfuggente nei confronti dei suoi migliori amici. La gara fu esaltante, una di quelle che ti fanno stare sulle spine fino all'ultimo giro, con una gara serrata tra i tre pretendenti del titolo, Max Charles e Lewis si contendevano quel primo premio come se fosse questione di vita o di morte. In realtà le motivazioni della loro persistenza erano ben diverse, Max voleva vincere per Arianna, per farla essere fiera di lui, Charles non voleva cedere nei confronti del suo coetaneo per motivi prettamente personali, non gli era ancora andata giù la paparazzata con la ragazza che ormai faceva da protagonista in ogni suo pensiero, Lewis era il più tranquillo, la sua fame di vittoria era solamente sportiva ma non per questo meno incisiva. Alla fine i tre ragazzi si strinsero le mani sul podio, Max dal grandino più alto e Charles e Lewis a seguire, festeggiarono spruzzandosi champagne addosso e sorrisero ampiamente alle telecamere. Arianna, dal suo divano, era felice, esultava anche se non sapeva bene per chi dei tre. Quando l'olandese fece ritorno a Monaco, andò diritto a casa della ragazza che gli aprì la porta in pigiama fiondandosi tra le sue braccia.

"Sei un campione." Sussurrò con il volto inserito tra la sua spalla ed il collo, dove lasciò un leggero bacio.
"Volevo sentirlo solo da te." Confessò l'altro, glielo avevano detto in tanti, soprattutto quel weekend, la stagione andava alla grande e tutti si erano accorti del talento incredibile che era quel ragazzo ma lui agognava quelle parole solo dette da lei. Arianna si mosse dalla sua posizione per guardarlo negli occhi, nei quali riconobbe tutto il dolore che quel ragazzo aveva affrontato in soli 25 anni ma anche tutta la felicità per le rivincite che si stava pian piano prendendo nei confronti della vita, si alzò sulle punte per raggiungere la sua altezza e poggiare le sue labbra sulle sue. Un bacio casto, delicato che si trasformò in un fuoco impetuoso, un desiderio veemente a cui i ragazzi si abbandonarono totalmente. Il pomeriggio lo passarono così, a conoscersi e scoprirsi a vicenda, a toccarsi piano come se si stessero studiando, come ad imprimere ogni minimo dettaglio nella loro memoria. Il Lunedì Max si svegliò con un raggio di sole sul volto, buttò un braccio dall'altra parte del letto per cercare la ragazza ma trovò solamente le lenzuola fredde, segno che non fosse lì già da un po', alzò il busto per cercarla con lo sguardo nella stanza e dopo aver verificato che non fosse nemmeno lì uscì dal letto rivestendosi. L'olandese la trovò in cucina, con la sua felpa addosso e le cuffie sulle orecchie dalle quali poteva sentire la melodia di qualche canzone italiana che non conosceva, mentre armeggiava ai fornelli muovendo i fianchi a ritmo. Max le si avvicinò in silenzio, per poi abbracciarla da dietro e lasciarle un bacio sulla guancia, Arianna si voltò, tra le braccia del ragazzo che rimanevano salde intorno a lei, sorridendogli. "Buongiorno Maxie." Lo salutò la ragazza baciandolo subito dopo. Ogni gesto era del tutto genuino, niente di costruito o forzato, si sentivano come se svegliarsi insieme nella stessa casa fosse quello che avevano sempre fatto, come se fosse quello a cui erano destinati. Scherzarono mangiando i pancakes che aveva cucinato la ragazza per poi sistemare la cucina insieme cambiando canzone a turno, passando dalla playlist dell'uno a quella dell'altra.
"Devo prepararmi per andare a lavoro." Annunciò mesta Arianna. Max le strinse la mano sorridendo.
"Va bene, io ho un meeting con Christian e poi gli allenamenti. Ti chiamo per ora di pranzo?" Chiese il ragazzo, non voleva lasciare quella bolla di armonia che si era creata tra loro ma sapeva che ognuno aveva la sua vita da portare avanti. La ragazza annuì sorridendo, gli lasciò l'ennesimo bacio e si avviò verso la doccia.
"Che fai, non mi accompagni?" Domandò maliziosa cominciando a spogliarsi mentre camminava, Max scosse la testa divertito per poi seguirla in bagno. La giornata dei due passò velocemente, incentrata sul buon umore che entrambi sprigionavano rendendo confuse tutte le persone con cui avevano a che fare. Arianna non pensò nemmeno una volta alla giornata che l'aspettava di lì a poco troppo concentrata sulla notte appena passata e su tutte le sensazioni che Max le aveva fatto provare. A smorzare l'entusiasmo della ragazza ci pensò un messaggio di Marco sul loro gruppo.


Marcolino
Arrivo a Napoli Giovedì pomeriggio, voi?

Tutto in un momento la malinconia investì la riccia, sentì il vuoto nello stomaco farsi sempre più grande.

Lola
Ho l'aereo Giovedì mattina.

Non era pronta a tornare a casa, a rivivere tutti i ricordi che aveva lasciato in quella città e a rivedere, vivido, il dolore più grande della sua vita. Sospirò pesantemente e bloccò lo schermo del suo cellulare.

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