Capitolo Trentadue

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Pov. Leila

Sono passati ormai un paio di giorni da quando abbiamo fatto la proposta, ma non abbiamo avuto notizie dall'agenzia immobiliare.

Quest'attesa mi manda fuori di testa, perché sono terrorizzata da una possibile risposta positiva.

Omar in questi due giorni è stato molto impegnato con l'università, tra la tesi e le ultime pratiche burocratiche, così io l'ho pazientemente aspettato chiusa in camera sua.

In quella stanza che un tempo è stata il mio porto sicuro.

Ricordo bene quante volte mi sono rifugiata qui, scappando dai miei pensieri, dai miei demoni.

Quante volte ho ritrovato il buon umore grazie ad Omar, che anche solo con un sorriso riusciva a calmarmi.

Mi rende così triste constatare come tutto sia cambiato.

In così poco tempo tutto si è trasformato in un modo che non credevo possibile.

Questa pandemia mi ha reso un'altra persona, che nemmeno riconosco.

Sono a pezzi, a malapena mi reggo in piedi.

Mi sforzo di mangiare la brioche che Omar mi ha lasciato accanto a letto, ma il mio stomaco ripudia qualsiasi tipo di alimento.

So che non potrò andare avanti così per molto tempo

 "Ehi Leila?" sento Lorenzo bussare alla porta della camera

 "Vieni Lollo" gli sorrido

 "Ciao Leila, ecco.. avrei bisogno di chiederti una cosa" abbassa lo sguardo

 "Certo, dimmi" gli sorrido, facendogli spazio sul letto.

Lui si siede accanto a me, il viso leggermente arrossato per l'imbarazzo

 "Ecco, in questi due mesi ho conosciuto una ragazza. O meglio, mi sono avvicinato a questa ragazza.. Sai come sono fatto io, sono uno stronzo, non me n'è mai fregato nulla delle ragazze" alza le spalle "Ma lei è così bella.. Come.. Come hai capito di amare Omar?" la sua domanda così diretta mi spiazza.

Come l'ho capito? Dio, è passato così tanto tempo.

Ero così fragile e confusa quando ci siamo messi insieme, fatico a ricordare lucidamente quei momenti della mia vita.

Eppure, l'attimo in cui capì di amare Omar lo ricordo perfettamente.

Eravamo sul molo di Alassio io e lui, in mezzo al buio della notte.

Lui si dichiarò a me, fu così sincero e trasparente, da far crollare ogni mio dubbio.

Capì di amarlo perché lui mi faceva venire voglia di.. vivere.

Per vivere al suo fianco ero disposta a rimanere su questa terra, a sopportare il dolore che ogni giorno mi avvolgeva come una calda coperta velenosa.

Capì di amarlo perché mi resi conto che avevo voglia di passare ogni singola ora della mia giornata con lui, perché lui era in grado di salvarmi dai miei demoni.

Non riuscivo a pensare ad altro che a lui, al suo sorriso, alla sua risata.

Avevo voglia di condividere tutto ciò che provavo con lui, perché sapevo che con lui potevo essere me stessa.

Lui era l'obbiettivo della mia giornata, era lui il motore che mi permetteva di andare avanti.

Soprattutto era l'unico motivo che avevo per vivere ancora.

I nostri ricordi insieme mi tenevano in piedi quando varcavo la soglia di casa mia dove l'unica cosa che volevo fare era accasciarmi fino a sparire completamente.

L'Attimo EffimeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora