Scream for me, pretty girl

Uno

Avvertenze: linguaggio scurrile, spaccio ed uso di droga, compreso un tentativo di vendere roba ad un minore.

Cinque anni prima

Il rumore di un clacson mi fece sussultare, obbligandomi a guardarmi intorno e rendermi conto di essere scesa dal marciapiede e di star occupando le strisce pedonali. Il conducente del veicolo che aveva catturato la mia attenzione mi guardava con confusione e rabbia, chiedendosi sicuramente se avevo intenzione di attraversare o di continuare a fargli perdere tempo.
Mi scusai con lui, alzando la mano, affrettandomi poi ad arrivare dall'altra parte della strada. 

Tutta la mia distrazione era dovuta al fatto che mio padre fosse andato via. Dalla sera alla mattina, aveva preso le sue cose ed era sparito senza dare una spiegazione a me o a mamma. Sembrava essere quasi una maledizione; che i padri sparissero, intendevo. Alcuni anni prima, infatti, il padre di una delle mie migliori amiche aveva compiuto la stessa scelta. Eravamo abbastanza piccole all'epoca, entrambe con soli otto anni, infatti inizialmente non capivamo nient'altro se non che Tara aveva iniziato a passare un po' di tempo in più a casa mia. All'inizio, eravamo state entrambi felici di quella novità, ma poi la mia amica era ritornata a casa un pomeriggio e dal giorno seguente non era più stata la stessa. Era stata molto legata a suo padre, forse molto di più di quanto lo fosse con la madre, ed ero convinta che non si fosse ancora ripresa del tutto a causa di quell'abbandono improvviso e inspiegato.

Io, in quelle settimane, mi ero ritrovata nella sua stessa situazione. Ero grande abbastanza per capire cosa stava succedendo, quella volta, ed inoltre stava capitando a me, non ad un'amica, quindi la sofferenza era arrivata subito e si stringeva al mio petto come un demone, dicendomi che non avrei mai conosciuto la pace da quel momento in poi.
Non riuscivo a capacitarmi di come l'individuo che aveva contribuito a mettermi al mondo avesse deciso di abbandonarmi improvvisamente, mettendo tutte le sue cose in una valigia e sparendo come se non ci fosse mai stato. Come se mi potessi dimenticare di lui con facilità, come se quella ferita potesse in qualche modo guarire con il tempo e non mi avesse segnata a vita, invece. 

Mamma stava facendo il possibile per assicurarsi che non mi mancasse niente: era attenta ai miei bisogni, cercava di essere più presente nonostante il lavoro e, almeno per il momento, non si era persa nella spirale di alcol in cui era caduta la madre di Tara. Ma era ancora molto presto e, purtroppo, sapevo che aveva tutto il tempo del modo per caderci insieme a lei. Era quasi poetico, in modo contorto, che la madre della mia migliore amica e la mia diventassero compagne di bevuta e di traumi. Se il filo rosso del destino esisteva anche per la anime gemelle platoniche, sicuramente legava in maniera indissolubile me e Tara. 

<<Hey, tu! Perché hai un volto così familiare?>> biascicò una voce. Sussultai nuovamente, voltandomi di scatto verso il vicolo buio dal quale era venuta la voce. Strinsi gli occhi, cercando di mettere a fuoco la figura che vedevo in lontananza. Maledetta io che avevo deciso di non indossare gli occhiali perché Amber, un'altra delle mie amiche, era scoppiata a ridere vedendomeli in faccia, esclamando che finalmente ero una nerd completa. 

<<Oh, l'amica di Tara!>> esclamò la stessa voce, facendosi sempre più vicina. Finalmente, lo riconobbi. Era Duke, lo spacciatore della scuola. Mi conosceva così bene poiché, se la madre di Tara aveva iniziato a bere, sua sorella maggiore aveva iniziato a drogarsi e mettersi nei peggiori guai, forse perché voleva attenzioni. Forse perché tutti gli adolescenti iniziano una fase in cui sono stupidi e spericolati. Forse perché suo padre era andato via, il maledetto figlio di puttana, lasciandola da sola ad affrontare il dolore! E forse avevo iniziato a rispecchiare la mia situazione con la sua.
Dunque, quando cercavamo Sam, ci bastava trovare il ragazzo sapendo che lei non sarebbe stata molto lontana.