Capitolo 5 - Preda

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Decisi che quel sabato lo avrei dedicato ad una sana passeggiata nella natura. Il sole, come sempre, era stato nascosto dalle nuvole, ma il meteo aveva promesso una giornata priva di pioggia. Non ero mai stata una da escursioni, ma non disdegnavo la natura. I grandi boschi di pini e abeti che inglobavano Forks avevano su di me un grande fascino.

Dopo un'ora e mezza passata al telefono con Teresa, mi ero convinta ad uscire. Lei mi aveva incoraggiata, camminare mi avrebbe fatto bene. Non avevo intenzione di immergermi troppo in quei boschi, dopo aver consultato un depliant che mi avevano dato i primi giorni arrivata lì, avevo scelto un sentiero panoramico. Una passeggiata tra i grandi pini, l'inizio del sentiero era dietro casa e come diceva il depliant plastificato "Una passeggiata adatta anche ai più piccoli", insomma una camminata molto semplice e ben segnata dal sentiero.

Indossai dei pantaloni comodi della tuta, degli scarponi che avevo con me da più di dieci anni, ma che avevo indossato forse due volte in tutta la vita, una felpa e una giacca a vento. Riempii la mia tracolla, non avendo uno zaino adatto, con una borraccia, fazzoletti, telefono e il mio fidato iPod nano. Soddisfatta della mia preparazione, mi infilai le cuffie e lasciai fluire la musica nelle mie orecchie.

Come avevo potuto vedere il sentiero era davvero vicino, non c'erano altri escursionisti, ma non era un problema. I pini secolari rigogliosi erano un vero spettacolo per gli occhi, si moltiplicavano a vista d'occhio, c'era qualcosa di magico in quel paesaggio. Dopo pochi minuti iniziai a perdermi nei miei pensieri. Dovevo chiamare il dottor Cullen, magari scusarmi di nuovo per la mia stupida boccaccia, ma ero combattuta. Forse non avrebbe apprezzato che io lo chiamassi sul suo recapito personale. Lui non mi ha dato il suo numero, l'ho estorto a Charlie. Teresa mi aveva incoraggiata a telefonargli. Le avevo raccontato ogni cosa, dettagli imbarazzanti compresi, lei era la mia migliore amica e avevo un disperato bisogno di sfogarmi.

Teresa mi aveva presa in giro "Ti comporti come una ragazzina!" E forse aveva ragione, accanto a questi fascinosi uomini di Forks il mio cervello sembrava regredire. "Secondo me devi buttarti, per me è palese che ci stiano entrambi" mi aveva detto convinta, le avevo chiesto come facesse ad essere così sicura. "Dali, sei una gran bella donna e, a mio modesto parere, sei divertente! In più sei una novità in una città dove tutti si conoscono dall'infanzia. Sei esotica!"

Avevo riso davanti a quell'immagine. Io, esotica? Non mi sarei buttata giù definendomi brutta, avevo passato già troppi anni a farlo, ma sicuramente non mi sarei definita "una gran bella donna". Si sa però che le amiche hanno la capacità di vederci più belle di ciò che siamo.

Per riprendere il discorso Teresa mi disse "Provaci, flirta un po', sia con il sensuale e misterioso dottore, che con il sexy e burbero capo della polizia. Insomma prova a vivere il sogno. Se va male puoi sempre scappare da Forks, ti ospito io." Davvero non riuscivo ad immaginarmi in modalità seduttrice, conoscevo qualche trucchetto, ma nulla di più. Anche se sarebbe divertente...pensai mentre continuavo a camminare distrattamente tra gli alberi.

Mi chiesi chi fosse più bravo a baciare, se il dottor Cullen o Charlie Swan. Arrossii e fui felice che nessuno potesse leggermi nella mente, sarebbe stato davvero imbarazzante. Mi immaginai che un uomo come Charlie fosse dolce, uno di quelli che ti stringe a sé con decisione e ti accarezza il viso. Mentre Carlisle Cullen, nonostante l'aria da uomo per bene, doveva essere il tipo di uomo che ti stringe il collo, sbattendoti contro un muro. E mi sarebbe piaciuto, farmi sbattere contro il muro da lui.

Quelle fantasie mi ricordarono che dovevo contattare il dottor Carlisle, dovevo almeno fare il mio lavoro e parlargli della questione "scampagnate nei boschi" così mi fermai e mi sedetti su un tronco cavo che costeggiava il sentiero. Tirai fuori il mio cellulare. C'è poco campo qui. Constatai guardando quella singola tacchetta, sullo schermo del cellulare, che resisteva nonostante tutto.

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