•22 - Padre e figlia.

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Accarezzo il suo petto con le dita, con l'odore del tabacco della sigaretta che sta fumando che riempe le mie narici

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Accarezzo il suo petto con le dita, con l'odore del tabacco della sigaretta che sta fumando che riempe le mie narici.
Mi era mancato persino questo. Mi è mancato, il momento che ci ritagliamo dopo aver fatto sesso, dove stiamo in silenzio ma ci stringiamo, mentre lui fuma e io sfioro la sua pelle.

«Ho ricevuto una proposta» dico, rompendo il silenzio. «Di che genere?»
Faccio spallucce, «da un produttore discografico, per incidere una canzone.»
Spalanca gli occhi, guardandomi subito.
«Kookie, ma è fantastico!»

Sospiro, «dici?»
Alza il mio mento con due dita. «È il tuo sogno, no? Te lo meriti, piccolo.»
Mi mordo l'interno della guancia. «L'ho scritta una canzone...ma non penso che vada bene.»

Si mette seduto, lasciando cadere la cenere nel posacenere.
«Me la puoi far ascoltare?»
Mi gratto la testa, indeciso sulla sua richiesta ma poi penso che la sua opinione sia veramente quella che mi farebbe stare meglio.
«D'accordo.»

Afferro il cellulare, cercando l'audio.
«Come si chiama?»

Mi mordo il labbro, con un sospiro.

«Strip. Si chiama "Strip".»

I suoi occhi si illuminano. Senza pensarci troppo schiaccio su play e mi preparo al peggio.
Mi abbraccio da solo, guardando verso il materasso incapace di tenere gli occhi sulla sua faccia.

La mia voce suona malinconica, ma va bene così: era questo l'obiettivo della canzone.
Volevo solo raccontare la mia storia e visto che non sapevo come farlo, ho optato per l'unica cosa che sembro saper fare più o meno bene.

È da quando ho sedici anni che mi spoglio per soldi. Ogni sera è sempre la stessa storia: arrivo al club, mi metto qualcosa che faccia eccitare gli uomini seduti sui divanetti e finisco per strusciarmi su di loro.

All'inizio non era così semplice, voglio dire penso che per nessuno lo sarebbe.
Era un qualcosa di nuovo per me, ci sono voluti mesi perché non mi sentissi a disagio a strusciarmi su uomini ubriachi e sudici ogni sera...beh, forse sono solo riuscito a nascondere il disagio per guadagnare meglio.

Se vengono al club, non si aspettano di certo un angioletto o un santarellino.
No, cazzo, si aspettano una puttana che li faccia impazzire. Mi ci è voluto così tanto per imparare cosa volessero, ma in qualche modo mi ha reso più forte.

«Bambolino» la sua voce, mi risveglia dai miei pensieri. Lo guardo, spegnendo lo schermo del mio cellulare. «In che modo non andrebbe bene?»
«Non è ciò che la gente vuole ascoltare, Tae. A nessuno interessa della mia vita.»

Fa spallucce, «non credo che sia così. Sai per quanti ragazzi là fuori, potresti essere di ispirazione? Ci sono ragazzi e ragazze che sono costretti ogni giorno a spogliarsi per soldi o anche a vendere il proprio corpo.»

Inconsapevolmente lascio che alcune lacrime scendano lungo le mie guance.
«Sono così stanco» sospiro. «Sono così stanco di dover fare sempre le stesse cose, ogni singola sera.»
Scuoto la testa, «da un po' di tempo sto pensando di lasciare il club.»

STRIP 3 | Madness-Lies Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora