31 marzoSono esausta.
Fisicamente, mentalmente e in tutti i modi possibili in cui un essere umano può essere esausto.
Provo così dannatamente tanto ad essere abbastanza per tutti o almeno per me ma non riesco neanche a quello, con il cervello e le gambe dolorose, le ginocchia sbucciate sono ancora qui, dopo tempo, a scriverti...
A scrivere direttamente all'unico che mi fa sentire a casa e non confonderlo con un senso di amore o di protezione , ma la verità è che senza di te non sono io.
A te caro dolore, che dopo anni ho finalmente accettato di ospitare nelle ossa, a te che rovini sempre i tramonti più belli, a te che spegni tutti colori del arcobaleno, risucchiandoli egoisticamente dentro di te, lasciando le tenebre al mondo.
Per un periodo ho davvero creduto che fosse passato, che ti fossi stancato di me e che avessi fatto spazio al mio sole dopo un eclissi infinita, ma si sa che nulla è per sempre, quindi eccoti qui, come i vecchi tempi a ricordarmi che non sono fatta per questo e che non sono e non sarò mai abbastanza.
Sai non ho pensato molto alla morte in queste settimane, non ho pensato minimamente al farla finita, probabilmente se mi avessi visto giornalmente con un mega sorriso stampato sul viso, le mani piene di fango, gli occhi innamorati della vita e delle piccole cose mi avresti risparmiato per questa volta e avresti cambiato preda o forse no... perché sai, in fondo sento che ci apparteniamo, ti sento dentro come una brutta cicatrice che ancora dopo tempo brucia, non importa quanto la medichi, sai che brucerà costantemente.
Questo va a te
Al dolore
Alla mia anima pervasa dal dolore
Alle mie ossa che senza si sentono vuote
Al mio cuore che ormai non ha più posto per nient'altro.
A te che mi fai essere quello che sono
A te che sei l'unico motivo per la quale non sarò più niente un giorno.
Tua ale