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Dopo un mese dall'inizio della sua relazione con Gabriel, Erica si ritrovò a vivere una situazione ben diversa da quella che aveva immaginato. All'inizio, Gabriel era stato incredibilmente dolce e protettivo nei suoi confronti. La faceva sentire speciale, al centro del suo mondo. Ogni gesto, ogni parola sembrava pensata per farla sentire amata e al sicuro. Tuttavia, col passare del tempo, Gabriel iniziò a cambiare, lentamente ma inesorabilmente.

Le prime avvisaglie furono piccole cose: un commento sarcastico su uno degli amici di Erica, un'occhiata gelosa se lei rideva troppo con qualcuno che non fosse lui. Questi momenti si intensificarono gradualmente, trasformandosi in richieste sempre più pressanti. Gabriel non voleva più che Erica uscisse con i suoi amici. Diceva che voleva proteggerla, ma in realtà voleva solo controllarla. Spesso la costringeva a cancellare piani con altre persone per poter stare solo con lui, isolandola dal resto del mondo.

Il cambiamento di Gabriel non si fermò qui. Cominciò a diventare aggressivo, soprattutto quando qualcosa non andava come voleva. All'inizio, erano solo urla e insulti, ma presto passarono a qualcosa di più fisico. Qualche schiaffo, niente di troppo grave da lasciare segni evidenti, ma abbastanza da farle capire che la situazione stava degenerando. Nonostante tutto, Erica non disse nulla ai suoi amici, e soprattutto non disse nulla a suo fratello Jimin. Non voleva causare problemi o preoccupazioni. Pensava, o forse sperava, che Gabriel sarebbe cambiato di nuovo, tornando ad essere quel ragazzo dolce e premuroso di cui si era innamorata.

Ma le cose non migliorarono. Gabriel la "costrinse" a trasferirsi da lui, e fu lì che l'inferno cominciò davvero. Lontana da casa, senza nessuno che potesse aiutarla, Erica si trovò a vivere un incubo quotidiano. Dentro quelle quattro mura, Gabriel si trasformava completamente. Non si faceva scrupoli ad alzare le mani su di lei, e i lividi cominciarono a moltiplicarsi, coprendo il suo corpo come una mappa del dolore che stava vivendo. Ma quello che più la distruggeva erano gli abusi sessuali, che Gabriel perpetrava senza alcun riguardo per i suoi sentimenti o la sua volontà. Erica si sentiva intrappolata, impotente, incapace di trovare una via d'uscita.

Un giorno, dopo l'ennesima aggressione, Erica decise che non poteva più sopportare quella prigionia. Anche se la paura la paralizzava, sapeva che doveva uscire, almeno per un po'. Si coprì accuratamente, indossando abiti larghi e un cappello per nascondere i lividi sul viso, e uscì dalla finestra della casa di Gabriel. Non voleva rischiare di essere vista, ma aveva bisogno di comprare un fondotinta per coprire i segni evidenti che aveva sul viso. Quello era diventato il suo nuovo rituale: coprire ogni traccia, fingere che tutto andasse bene.

Mentre era in un negozio a cercare il trucco di cui aveva bisogno, Erica, persa nei suoi pensieri, andò a sbattere contro qualcuno, facendo cadere diversi prodotti dalle mensole. "A-ah! M-mi scusi!!" disse in fretta, chinandosi a raccogliere le cose che aveva fatto cadere.

Una voce familiare rispose, facendo gelare il sangue nelle sue vene. "Erica...?" chiese la voce, incredula. "Sei... tu?"

Erica alzò lo sguardo e si trovò davanti Hoseok. Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata. "M-mi scusi? Credo che... m-mi abbia scambiato... p-per qualcun'altra..." balbettò, tentando di nascondere il viso mentre raccoglieva in fretta le ultime cose e si dirigeva verso la cassa. "Proprio Hoseok dovevo incontrare..." pensò, sentendosi soffocare dall'ansia.

"Mmh..." Hoseok la osservava con uno sguardo attento, riconoscendo qualcosa di familiare nei suoi movimenti e nella sua voce.

Prima che Erica potesse uscire dal negozio, Hoseok si posizionò davanti a lei, bloccandole il passo. Con un movimento rapido e deciso, le tolse il cappello, rivelando i suoi capelli scompigliati e, soprattutto, i segni dei lividi che cercava disperatamente di nascondere. Gli occhi di Hoseok si riempirono di preoccupazione e sorpresa. Erica, colta alla sprovvista, riprese subito il cappello, rimettendoselo velocemente, e poi corse via, sentendosi il cuore in gola. Doveva tornare a casa prima che Gabriel si accorgesse della sua assenza.

Hoseok POV

Dopo quell'incontro, mi sentivo turbato. Tornai a casa dai ragazzi, con la mente ancora intrappolata nell'immagine di Erica. Non riuscivo a togliermi dalla testa quei lividi. Entrai in casa e trovai gli altri seduti in soggiorno. "Ragazzi, oggi ho visto Erica," dissi, cercando di mantenere la voce calma, anche se il mio cuore batteva forte. "Credo che sia in pericolo. Aveva dei grossi lividi sul viso. Aveva la mascherina, ma ho capito che era lei. Dobbiamo fare qualcosa."

I ragazzi mi guardarono, visibilmente preoccupati. Tae fu il primo a parlare. "Direi che la prima cosa è dirlo a Jimin, sarebbe meglio" propose, ma il tono della sua voce mostrava quanto fosse incerto.

Esitai. "Non saprei...credo che non la prenderebbe molto bene... ma bisogna fare qualcosa..." risposi, sentendo il peso della situazione gravare su di me. Jimin non avrebbe preso bene una notizia del genere, e la mia paura era che potesse perdere il controllo. Ma non potevamo ignorare quello che avevo visto. Sapevamo tutti che qualcosa andava fatto, e presto.


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Come state cucciolotti miei? Spero bene😘❤️

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