CAPITOLO 8
THE SHOWDOWN: FUOCO!
Si, li intravedevo, più che altro LO intravedevo, era lui che mi avrebbe dato più problemi. Camminavamo mano nella mano, io e Silvia, ma avevo la sensazione che stava per accadere qualcosa di brutto, qualcosa di grosso, che andava oltre la semplice parapiglia fra due ragazzini, e che soprattutto non centrava con Paolo e Marta....forse stava già accadendo. Devo smetterla di trapanarmi il cervello, pensai, qui rischio di perdere un'amicizia, anzi, la perderò di sicuro. Mi chinai e per prendere un pò di tempo e riflettere, e nel frattempo mi riallacciai le scarpe. Ora cosa avrei detto? -Hey Paolo, ascolta, mi sono messo con la ragazza che ti piace da tre anni, bello vero?- avrei detto questo? No, sarebbe dipeso dal discorso, perchè se Paolo avesse chiesto con un tono di gelosia che cosa ci facessi mano nella mano con Silvia, Marta si sarebbe insospettita. Finii di allacciarmi le scarpe, mi spostai i capelli e ci avvicinammo ancora di più. Paolo mi guardò con un viso un pò stranito, ma io cercai in tutti i modi di rassicurarlo sempre con il linguaggio facciale, fino a che ci trovammo faccia a faccia, da una parte io e Silvia, dall'altra Paolo e Marta, e sapevamo ambedue di essere al posto sbagliato. -Hey, ciao- disse Silvia
-Hey, allora, vi siete divertiti?- disse Marta
-Eh, si come vedi anche noi......- rispose Silvia
-Oooh, auguri, non sapevo- intimò Marta cambiando voce. Paolo mi guardò malissimo e sbarrando gli occhi come un bambino a cui è stato rubato il gelato, a proposito di gelato.....
-Quindi, allora raccontami tutto Ruggy- disse Paolo sorridendo e prendendomi per un braccio. Ci allontanammo sotto gli sguardi sorridenti di Marta e Silvia, che inevitabilmente avrebbero scambiato le confidenze. Quando fummo abbastanza lontani Paolo smise di sorridere, e lì cominciò l'interrogatorio.
-RACCONTAMI TUTTO, TUTTO! CHE TI È SALTATO IN MENTE!- si capiva che Paolo avrebbe voluto gridare facendo più rumore di un cannone, ma non poteva, ed allora ne uscì un suono soffocato poco piacevole.
-Paolo, ascolta io non lo so, ci siamo baciati per sbaglio- dissi cercando di giustificarmi
-Ah, vi siete pure baciati. Cosa non ti era chiaro di A ME PIACE SILVIA?-
-E invece a te cos'è che non era chiaro di A ME PIACE MARTA.....- rimase un pò interdetto, ma non si fermò
-Non c'entra, tu l'hai visto, A MARTA PIACCIO IO, NON TU! RASSEGNATI!- ed ora rimasi interdetto io, anzi mi si spezzò letteralmente il cuore.....
-Lo so, è proprio per questo che ho baciato Silvia, e lei ha baciato me....- Me lo tenevo dentro ed ora l'ho detto, L'HO DETTO! Mi hanno spezzato il cuore, e non avendone più uno dico quello che penso.
-Tu....razza di.....-
-Non puoi dire nulla che ti si possa ritorcere contro, o che per lo meno non si possa attribuire anche a te, renditene conto- lo stoppai definitivamente
-Ok...- me ne andai, ricevendo tra l'altro anche uno sguardo poco gentile da dietro, riguardo al quale non provavo fondamentalmente alcun interesse.
Stavo per arrivare da Silvia e ricevetti una chiamata. Riconobbi che era Filippo dalla suoneria, era un fischietto che suonava.
-Pronto Fily-
-RUGGY, LA TUA CASA STA ANDANDO A FUOCO!-
-Si, si certo Fil....-
-RUGGERO SO CHE PUÒ SEMBRARE UNO SCHERZO, MA NON È COSÌ-
-Ascoltami Filippo io non sono nelle condizioni di scherzi stupidi-
-Pronto Ruggy-
-PAPÀ!- Dissi per un attimo rabbbrividendo, ingoiai a vuoto
-Quello che dice Filippo è vero tesoro, casa nostra sta bruciando-
-MA TU SCHERZI!!!!!!-
-No, Ruggy, no-
-SCAPPO SUBITO, CIAO- Chiusi immediatamente il cellulare, salutai Paolo con un cenno, andai da Marta e la salutai normalmente, come feci con Silvia, mi chiesero perchè stessi correndo ed io gli risposi che dovevo precipitevolissimevolmente correre a casa. Presi la mia bici e pedalai, pedalai all'impazzata. Avevo in mente così tante cose, Silvia, Marta, Paolo, il gelato alla fragola che in fondo volevo prendere, e tutto quello che riguardava questa faccenda che si poteva concludere in tragedia. La mia situazione attuale era strana: ero fidanzato con una ragazza che non sapevo neanche se mi piacesse ed avevo scoperto che alla ragazza che mi era piaciuta per tre anni io al massimo potevo fare simpatia, ed inoltre avevo ricevuto una chiamata in pratica da mio padre che mi diceva che casa mia, con tutte le mie cose, il mio pianoforte ed i miei oggetti erano tutte bruciate, non era possibile tutto questo. Stavo per arrivare a casa e appena la intravidi integra e senza un graffio pensai, "tsk...quell'idiota mel'ha fatta di nuovo". Arrivai e scesi dalla bici, buttandola a terra e caricando Filippo dissi:
-Sei un idiota!- pensando che però in realtà mi aveva tolto da una brutta situazione
-Lo so, hahahahaha- mi misi anch'io a ridere....era contagioso.
-Ma mio padre?- cercai di entrare ma Filippo mi braccò
-Aspetta, prima ti dovevo dire perchè dovevi venire così in fretta-
-No, un secondo fammi salutare dentro-
-Ok....- Presi la mia bici e la alzai, era tutta sporca di terriccio perchè ancora nel mio complesso non avevano messo l'asfalto, ma l'avrei pulita. Andammo verso la porta e suonai il campanello. Mio padre mi aprì e lo salutai. Dopo un abbraccio partii all'attacco.
-Papà, mi urgono spiegazioni-
-Eh scusa se ti avessi detto di venire e basta saresti venuto tra mezz'ora, invece sei scappato subito-
-Ma io mi domando il perchè di quest'urgenza-
-Questo te lo spiegherà Filippo....-
-Prima fammi salutare la mamma.
Andai in salotto a salutare mia madre e per avvertirla del mio ritorno, e per dirle se potevo almeno stare un pò con i ragazzi del complesso, ma trovai stranamente Caterina seduta nel divano vicino al pianoforte.
-Hey Cate, ciao-
-Ciao Ruggy- la salutai con un bacio, e subito dopo lei si girò verso Filippo. Io mi stranizzai leggermente e riflettei....
-...voi due dovete spiegarmi qualcosa vero?- Caterina guardò Filippo accennando un sorriso
-Direi proprio di si, Ruggy- disse Filippo
-Usciamo- continuò, ed io annuì spostai la porta piano
Chissà cosa succederà al parco.....? Ma cosa ancor più importante, cosa mi dovevano dire Caterina e Filippo....?
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Estate d'inverno
Подростковая литератураRuggero è un ragazzo come tanti, dodicenne, che va alla scuola media Alighieri di Milano. Ha pochi, ma fidati amici, ma come tutti anche parecchi conoscenti. La storia gira intorno a loro, a Ruggero, a Marta, a Paolo, e qualche volte anche a Silvia...