Capitolo uno.

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La casa era così vuota senza di lui; così fredda. Un po' come me.

Mi recai in salotto, sedendomi sul divano che dava sulla portafinestra. Ammirai ogni foglia, ogni ramo, ogni albero del bosco che era stato luogo di tante nostre passeggiate.

Avevo bisogno di piangere, avrei voluto piangere ancora; sì, per sfogarmi. Ma niente, non potevo fare nemmeno quello, non ci riuscivo. Non avevo più lacrime negli occhi e le mie forze erano svanite. Pensai di aver sofferto troppo in una volta sola, non riuscivo più a provare nulla. Sentivo solo questo vuoto immenso invadere il mio corpo, ero certa che a breve si sarebbe impossessato della mia anima.

Da quando se ne era andato, raramente parlavo con qualcuno. I miei genitori erano sempre più preoccupati, ma mi concedevano di restare sola in quella che era la nostra casa.

Avevo anche preso un periodo di pausa dalla scuola. Ero sempre andata bene, la mia media era alta in tutte le materie; per questo motivo i professori mi avevano capita e aiutata. Per non parlare dei miei amici. Mi erano stati accanto e mi avevano sostenuta tutti insieme. Avevano cercato di distrarmi, di farmi sorridere, e io lo avevo apprezzato davvero molto. Preferivo però stare un po' sola tra i miei ricordi.

Avevo bisogno di tempo per abituarmi, ma i giorni passavano e lui non passava mai. La situazione non migliorava, anzi, sembrava andare di male in peggio. Come potevo andare avanti? Senza di lui non riuscivo a stare in piedi, figuriamoci a camminare tutta una vita.

Il mondo è così crudele.
Ti fa conoscere persone fantastiche, e quando sembra che tutto vada bene, che sia tutto perfetto, te le toglie all'improvviso.
È sempre così.
Sono sempre le persone migliori ad andarsene, e forse un motivo c'è. Forse questo mondo non è abbastanza per loro.
Forse io non ero abbastanza per lui.

La testa sembrava scoppiare tra tutti quei pensieri. Ma quella era la prova che non sempre il dolore fisico fa più male di quello mentale, anzi, molto spesso è il contrario.
Forse avrei dovuto convivere per sempre con la nostalgia.

Chissà, forse da lassù lui mi vedeva.
Chissà, forse non ero l'unica a star male.
E chissà, forse vera morte non è morire, bensì vivere.

La verità è che non importa quanto tempo tu abbia passato con una persona, non ti sembrerà mai abbastanza dopo averla persa.

Ti rendi conto dell'effettivo valore delle cose che avevi solo quando non ti appartengono più.

Frugai nell'armadio e indossai i primi vestiti che mi capitarono tra le mani. Non mi meravigliai troppo quando notai che erano diventati troppo larghi per sembrare miei, c'era da aspettarselo.

Decisi di andare a fare una passeggiata. Dopotutto, non sarei potuta rimanere chiusa in casa per sempre. Il luogo non era stato scelto a caso. Il bosco. Il nostro bosco.

Forse sarebbe stato meglio allontanarmi, trasferirmi per dimenticare tutto. Eppure, dalla sua morte, facevo di tutto per tenere in vita i ricordi e le emozioni che vivemmo.

Una parte di me avrebbe voluto scordare la nostra storia, dall'inizio alla tragica fine. L'altra parte, però, voleva rimanere in qualche modo fedele al ragazzo che aveva saputo regalarmi momenti fantastici.

Aprii la porta con un lento e debole gesto cercando di ignorare queste due parti che facevano a botte dentro di me, colpendomi il cuore e lo stomaco.

Infilai la chiave nella serratura e inserii l'antifurto per evitare che i ladri entrassero e prendessero qualcosa, anche se il bene più prezioso mi era già stato rubato.

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Ciao a tutti!
Come promesso, ho pubblicato il primo capitolo dopo le 100 visualizzazioni per il prologo. Vi chiedo di prestare attenzione ad ogni frase, soprattutto a quelle evidenziate in corsivo, per capire a pieno ciò a cui mi riferisco nella storia. Spero che il capitolo vi piaccia e che soddisfi le vostre aspettative.
Commentate e ditemi che ne pensate!
A presto,
Giulia {inlovewithloux}

Without you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora