Capitolo 1

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Cosa c'è in me che non va? Cosa ?

Perchè lo ho fatto?

Fin da quando ero piccola ho sempre invidiato quello che mia sorella aveva, o meglio, sorellastra, la madre è sempre la stessa, ma il padre diverso.

Lei aveva, lei HA sempre tutto quello che vuole!

Lei è amata da tutti e io, invece?

Io sono sempre stata la pecora nera, tutte le persone attorno a me lo hanno sempre pensato. Sempre.

Mi ricordo tutto come se fosse ieri, ma non riesco a darmi una spiegazione, non riesco a capacitarmi di quello che ho fatto.

Avevo 12 anni, giocavo a Barbie e pensavo all'amore, quello vero, sognavo ad occhi aperti pensando al primo bacio.

Giovanni mi chiamò l' 11 agosto, voleva uscire con me, (mia sorella era a Roma con una sua amica),lui aveva visto che provavo dell'interesse nei suoi confronti. Era una cosa normale, io volevo tutto ciò che mia sorella poteva avere, di lui in realtà me ne importava ben poco.

Giovanni aveva 22 anni, esattamente 10 in più di me, scriveva ogni settimana lettere a mia sorella, lettere romantiche, sdolcinate.. quante volte leggendo quelle lettere speravo che qualcuno potesse provare queste cose per me? Quante volte?

Ci incontrammo in paese, mi portò ingiro con la sua Vespa, io ero felice, lui mi dava attenzioni, ero ingenua ma furba allo stesso tempo.

Sapevo che ci stava provando con me, ma questo non mi turbava affatto.

Dopo circa una giornata intera passata a parlare di un pò di tutto e a sentire le sue attenzioni su di me , ero felice.

Pensavo che tutto sarebbe terminato con un bacio, non sapevo invece quello che sarebbe successo.

Arrivammo in una chiesetta in mezzo alle campagne, parcheggiò la sua moto, scesi dalla sella, indossavo dei pantaloncini corti e una canotta.

Giovanni sollevò la sella e ne tirò fuori una coperta, in mano aveva una scatola.

Ci inoltrammo nelle campagne, io non capivo che intenzioni aveva, ma comunque continuavo a seguirlo.

Lui aprì la coperta stendendola a terra, si stese e mi chiese di avvicinarmi, io lo feci.

Mi tirò a se e mi ritrovai sopra di lui, iniziò a baciarmi, non era un bacio gradevole, sentivo la sua lingua dentro la mia bocca, lui premeva con la sua bocca appoggiata alla mia, era un bacio violento, ma nonostante ciò non mi ribellai.

Iniziò a spogliarmi, chiese di fare lo stesso con lui, non riuscivo a capire cosa stava succedendo, io non volevo fare quelle cose, ma nonostante questo continuavo a farle, era come se mi avesse ipnotizzata!

Ogni richiesta che lui mi faceva io la eseguivo, come fossi un soldato.

Prese la scatola in mano e sfilò un preservativo, mi avvicinò al suo membro e mi chiese di succhiarglielo, io lo feci e continuai a farlo finchè lui non mi disse di smettere. " Sei una pompinara nata"! mi disse, io sorrisi sentendo quell'affermazione. Per un attimo per la testa mi sentì di saper fare qualcosa.

Mi fece sdraiare sulla coperta, mise il preservativo e me lo infilò dentro.

Così senza preavviso. Provavo dolore, un dolore forte, era una tortura ma facevo finta mi piacesse, (in passato ero capitata molte volte sui canali erotici), mi limitai semplicemente ad imitare quelle ragazze, che durante un rapporto facevano un casino assurdo.

Finito il rapporto lui si alzò ed io col sorriso sul volto gli dissi : " sono ancora qua che godo"! , non era vero. Stavo morendo dentro e non capivo che cosa provavo. Era un mix di adrenalina, dolore..stavo male, male psicologicamente.

Giovanni mi accompagno fino a casa, mi sdraiai sul letto.

Quella sera non riuscì a chiudere occhio, sentivo ancora i colpi, sentivo ancora il dolore, ogni secondo era come rivivere il momento.

Da quel giorno cambiai, dopotutto mi era stato portato via qualcosa, qualcosa che pensavo avesse senso, invece mi resi conto che fare una cosa così intima era esattamente come stringere la mano ad un estraneo.

Che cosa ho che non va? Cosa?

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