La mattina seguente Charles si sveglia con un gran mal di testa, le ossa e i muscoli indolenziti dalla febbre non gli permettono neppure di fare i movimenti più minimi come allungare il braccio verso il comodino per recuperare il telefono. Arthur fa capolino nella stanza con un vassoio in mano, sedendosi sul bordo del letto e aspettando che il moro si tirasse su con il busto prima di porgergli la colazione."Non c'era bisogno, sto bene. Grazie del gesto, fratellino"
Sorride il monegasco più grande, iniziando ad addentare i pancakes caldi che ha nel piatto e sorseggiare il succo all'arancia zuccherato come piace a lui. Si sta godendo il suo pasto mattutino quando Pierre entra come un tornado nella camera da letto, apre le tende e tira fuori una boccetta che Charles conosce fin troppo bene: L'antibiotico. Storce il naso e tenta invano di allontanarsi dal francese, che nonostante i capricci del più piccolo riesce a inserire la punta della siringa fra le sue labbra e fargli ingoiare la medicina.
"Non lamentarti sempre, almeno ti farà stare meglio."
Charles annuisce piano, sentendo già gli occhi chiudersi nuovamente. Scorre i messaggi di Andrea con il pollice, digitando velocemente che avrebbe tardato di venti minuti all'allenamento. Ha bisogno di una doccia, cambiarsi e rimanere in forma per la stagione a venire. Charles sa bene che c'è molto tempo a disposizione per il training durante la pausa invernale, ma il secondo posto gli bruciava ancora troppo e non riusciva ad aspettare oltre. Assicura ai due ragazzi di rimanere a letto e riposare per il resto della giornata, odiava mentire a suo fratello e al suo migliore amico ma non voleva rinunciare al workout di oggi. Appena i due varcano la soglia della sua stanza, cerca di alzarsi a fatica e si dirige a passo lento verso la doccia. Mugola un poco, godendosi l'acqua calda che scivola sulla pelle sensibile e sciogliendo in un batter d'occhio i muscoli tesi della schiena. Si asciuga e si veste con lentezza e non mancando di fare versetti infastiditi per ogni singolo movimento che fa, il corpo cosparso di brividi non aiuta Charles ad infilarsi il maglione color panna e men che meno i pantaloni che risultano un'agonia da indossare. Ripone la chiave magnetica della stanza in tasca e cammina verso la palestra al piano terra, strofinandosi le mani sulle braccia per domare la pelle d'oca che gli percorre la spina dorsale. Sorride ad Andrea e inizia l'allenamento, cercando di sviare le continue domande dell'uomo sulla sua faccia tanto stanca e in silenzio si concentra sul non svenire sul posto mentre solleva i pesetti da terra.
"Che hai oggi? Sembri uno zombie"
Ridacchia il toscano, scuotendo poi la testa e alzando un sopracciglio quando il moro si allontana dalla mano che stava per appoggiarglisi sulla fronte. Sorride ed esala un sospiro stanco, facendosi forza riuscendo finalmente a terminare il workout; ma la giornata per lui è appena cominciata. Dopo pranzo si sente meglio, i giramenti di testa vanno e vengono ma è sopportabile giusto per proseguire nell'agenda degli impegni. Nel pomeriggio Mattia ha chiesto a Charles di presentarsi nel paddock per alcuni accertamenti sulla macchina e quasi rimane sorpreso quando nota che non è il solo a dover fare delle prove per modificare i progetti in vista della nuova stagione. È necessario partire subito con le analisi su ciò che non va non solo per questione di tempo, ma anche perché cambieranno il Team Principal l'anno nuovo. Non vede l'ora di rivedere Fred, è sempre stato come un padre per lui sin da quando era nell'Alfa Romeo e ha creduto nelle sua capacità dall'inizio. Saluta meccanici e ingegneri, si infila silenziosamente la tuta rosso Ferrari e raccoglie il casco decorato da sopra la mensolina, barcollando verso l'esterno nel tentativo di prendere un po' di aria fresca. Si appoggia alla parete e senza che se ne accorgesse Carlos lo affianca e lo sorregge facendogli allacciare il braccio alle spalle forti dello spagnolo.
"Mate, tutto bene? Aspetta, non sforzarti. Hai la febbre altissima, scotti!"
Esclama il suo compagno di squadra, conducendolo fuori per farlo sedere sullo sgabello all'esterno e lasciare che si appoggi al muretto. Pierre lo nota solo ora, era intento a chiacchierare con Yuki ma quando si è accorto del trambusto nel paddock Ferrari ha subito immaginato si trattasse dell'amico. Charles per il francese era prevedibile, non sarebbe mai rimasto nella sua stanza a riposare con le mani in mano e questo il maggiore lo sapeva bene ma in cuor suo sperava che per una volta potesse dargli ascolto. Si avvicina al monegasco attirando inevitabilmente l'attenzione dei piloti vicino a lui, i passi pesanti e l'espressione dura in volto. Si affianca a Carlos, sbraitando contro il moro e picchiettando le dita sul braccio tipico tic nervoso del francese quando perde le staffe.
STAI LEGGENDO
I am bound, but I will not break - Lestappen
FanfictionMax x Charles Max vince il secondo titolo mondiale, ma non ne è felice come sperava e ritiene sia arrivato il momento di vincere il terzo non più solo per sé stesso. Ogni gara difficile cercherà di dividerli, ma il loro amore potrebbe essere più fo...