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Mesi dopo anche io cominciai a sognarlo, ma non ho mai voluto raccontarglielo. Ne sarebbe stato curioso e raccontargli tutte le romanticherie mi avrebbe rovinato più di quanto lo ero già. Mi dispiaceva il fatto di doverglielo nascondere. Lui mi raccontava sempre tutto nel dettaglio, mentre io cercavo di rimanere in discorsi romantici e dolci senza osare di più.

L'ultimo sogno me lo raccontò per cellulare, mi disse di essersi addormentato pensando di essere abbracciati, tra un bacio e l'altro. Che aveva sognato di aver fatto l'amore con me. Mi chiedevo quali emozioni avesse provato mentre dormiva. Con quale umore si fosse svegliato.

Aggiunse che si svegliò pensando che avrebbe voluto creare una famiglia con me, avere tre figli, di cui la prima doveva essere femmina e che somigliasse a me. Sentirgli pronunciare quelle frasi mi strappava degli enormi sorrisi. Ma sapevo che ormai la fase più temibile si faceva sempre più vicina.

Da quel momento la paura si impossessava di me, commettevo sempre più errori che puntualmente lui scopriva. Non riuscivo a riprendere le redini della situazione per quanto provassi.

Lo vedevo allontanare da me, cercava mie reazioni in situazioni spiacevoli da lui organizzate. Poco prima del mio compleanno era del tutto sparito senza una spiegazione. Giorni dopo scoprì la mia vera identità. Non avevo il coraggio di guardarlo, non potevo biasimarlo per la rabbia che provava.

Il suo addio fu la pugnalata che poteva darmi in cambio del castello di menzogne costruito in tutti questi mesi. Mi aveva augurato la morte in una freddezza disarmante.

Dopo quella esperienza di "Playgirl", non vi era più traccia. Era giusto che sparisse, aveva creato qualcosa di unico per poi lasciare posto a due cuori spezzati. Lei mi aveva insegnato molto in questi mesi e gliene ero grato, ma ora doveva far spazio a quello che sono realmente.

The playgirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora