Capitolo 1

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PROLOGO

Quando Roma dimentica la notte, sembra immergersi in un tramonto che non accetta di avere fine. Gli ultimi giorni hanno cambiato tutto e camminare è l'unica cosa che può riportarmi al mondo. È per questo che attraverso Ponte Milvio con la pelle disegnata di luce e ambra, come se il sole prima di andare via volesse baciarmi e congedarsi da un tempo che non può accettare di essere notte. Chiudo gli occhi per un attimo... un uomo è fermo accanto al muretto, sta suonando il sassofono e in qualche modo questo mi ricorda la prima volta che ho visto Vincenzo... una nuvola di fumo controluce accanto alla finestra della sala riunioni. Ancora non avevo idea di quello che sarebbe diventato per me. Stringo tra le mani il biglietto del volo per Milano. Cinque ore, mancano solo cinque ore e sarò costretta a decidere... finalmente, a scegliere.

Giro per strada come un pazzo. Avrò fumato cinque sigarette in dieci minuti. Il suo profumo è ancora in macchina, il suo odore è nella testa, negli occhi, tra le mani. L'autoradio trasmette Photograph di Ed Sheeran e in qualche modo questo mi ricorda lei, come tutte le canzoni degli ultimi mesi, degli ultimi giorni, delle ultime ore. Era solo una stagista, doveva essere solo una stagista... e ora? Ora è sulla pelle, nella testa, dovunque dentro di me. Mancano cinque ore e forse salirà su quel fottuto aereo. O resterà? Non posso continuare a pensarci, ma smettere di farlo è impossibile. Mi fermo, il semaforo è rosso. Una donna vende fiori all'angolo della strada e sorrido vedendo delle rose di quello strano colore, come se fossero viola... è un attimo, ripenso alla prima volta che l'ho sfiorata, al suo sorriso imbarazzato e complice, lontana da tutto e così vicina a me. Sfiorarla senza cento occhi attorno e sorridere scoprendo di avere trovato il modo per farla smettere di parlare. Lei, la luce soffusa della veranda sul mare, la camicia rosa di lino sfilata dal suo corpo di neve e io, pazzo di desiderio in ginocchio con la testa tra le sue mani e la consapevolezza che stava per essere mia

CAPITOLO 1

Sono passati cinque giorni dalla telefonata della segretaria della Lanni S.P.A e mi tremano ancora le gambe. Io, per un anno intero in una delle più grandi case editrici di Roma. Mentre aspetto l'ascensore che mi porterà in amministrazione, penso all'ultimo messaggio di Gianni. Non una parola di incoraggiamento, solo un Li farai impazzire tutti... L'ingresso della Lanni è un cunicolo angusto, ma dopo cinquanta metri si libera una sala ristoro e disimpegno immensa dalla quale si accede a una sala riunioni scoperta allo sguardo dalle vetrate. Qualcosa trasforma la mia emozione in un violento schiaffo d'ansia. Mi alzo per prendere aria, ma un secondo dopo una piccola nuvola di fumo cattura la mia attenzione. Viene dalla sala trasparente. Un uomo è alla finestra, mostra il lato sinistro ed è poggiato al muro con le gambe incrociate e l'aria annoiata, come se avesse la testa da un'altra parte. Il sole disegna i suoi lineamenti e accentua la sua figura. In quel momento scopre che lo sto guardando e mi volto di scatto. Resto con le spalle alla vetrata e spero che il mio cuore freni la sua corsa e mi liberi dall'imbarazzo dei suoi occhi addosso.

Un'altra noiosa stagista. Ecco come immagino l'incontro con lei. Mancano dieci minuti, il tempo di una sigaretta accesa sul casino che ho dentro. Mentre l'aria di gennaio punge il calore dell'ufficio vedo una ragazza al di là del vetro. Mi guarda come se non avesse mai visto un uomo fumare e mi diverte l'imbarazzo che la accende appena la tocco con i miei occhi. Si volta e mi dà le spalle. Sorrido spegnendo la sigaretta e la raggiungo. La mia ombra attraverso il vetro la sovrasta. I suoi capelli scendono su un vestito rosa troppo corto per l'imbarazzo che sembrava parte di lei, non capisco chi possa essere. In quel momento Vanessa apre la porta.

- Presidente, è arrivata la stagista - si allontana dalla porta rivolgendosi alla ragazza - Prego.

- Grazie - la sua voce è dolce, particolare. In un attimo è davanti a me e accende i suoi occhi sui miei. Un blu così intenso che mi lascia senza fiato.

- Si accomodi - Raggiungo il tavolo e lei si siede davanti a me. Bianca come la neve, accesa di ansia che le infiamma il volto. È in imbarazzo, ma è una stagista...è solo una stagista

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