Capitolo 4

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- Allora, raccontami tutto! - Ylenia apre la porta di casa entusiasta per il mio primo giorno di lavoro. È la mia migliore amica ed è stata la prima persona che mi ha accolto quando mi sono trasferita a Roma dalla Toscana. In poco tempo è diventata il mio riferimento, così come sono diventate storiche le nostre serate in preda alle mie paranoie e alle sue frasi ben assestate che tra un boccata e l'altra delle sue sigarette le davano quell'aria solenne di chi sa come va la vita e proprio per questo è ancora più convinta che farsi meno paranoie sia il segreto per vivere meglio.
- Com'è andata? Domanda di riserva? - mi butto sul divano distrutta dalla giornata appena trascorsa.
- È andata male?
- Non saprei dirti. Sembrava, non dico perfetta, ma quasi... Almeno fino a quando quel cretino non mi ha lasciato da sola.
- Identifichiamo il cretino...
- Vincenzo Lanni, il mio capo.
- Identifichiamolo meglio ... - sorrido perchè so che vuole una descrizione dettagliata
- Alto, biondo, occhi azzurri, capelli ricci che gli coprono tutta la fronte, un profumo intenso, un sorriso perfetto ed è stronzo, come dire, stronzo da morire...
- Wow! - prende una sedia e si pianta davanti al divano come se stessi raccontando l'evento del secolo.
- Wow? - ti ho appena detto che praticamente è un pallone gonfiato.
- Perchè? Ti ha trattata male?
- No... - mi fermo un attimo ripensando alla delicatezza con cui mi ha dato la sua giacca e al modo in cui mi ha sfiorata senza toccarmi per farmi passare. In effetti sembrava davvero essere cortese, ma un attimo dopo ricordo la conclusione della serata e mi arrabbio di nuovo - Sì, sì!
- Sì o no?
- Sì! O meglio ... No...
- Sei decisa come al solito - ridiamo
- In effetti non lo so, all'inizio nei modi di fare era gentile, ma assesta delle battute offensive come se non ce l'avesse con me, ma con la categoria delle stagiste in generale. Credo che sia solo un maschilista in realtà... E poi non hai idea di quello che ha fatto!
- Cosa?
- Mi ha portata con lui a una presentazione di cui era relatore e quando la presentazione è finita mi ha lasciata là come una stupida, non l'ho proprio più visto.
- L'hai chiamato per chiedergli spiegazioni?
- Chiamato? Yle, è il mio capo, mica ho il suo numero di telefono.
- Come sei tornata a casa? - La guardo e dalla mia espressione di riserva mi capisce al volo - I famosi venti euro per il taxi - lo diciamo in coro. Io e Ylenia abbiamo l'abitudine di tenere sempre 20 euro di riserva nel caso ci trovassimo nell'emergenza di prendere un taxi.
- Adesso dormici su e domani vedi che ti dice.
- A me non interessa niente di quello che dice. Non glielo farò neanche notare

La mattina dopo arrivo alla Lanni alle nove in punto e tutti i miei propositi di non fargli notare la sua totale mancanza di educazione si dissolvono nel nulla nel momento in cui passa davanti a me e quasi come se non mi vedesse butta un fascicolo sulla mia scrivania - Alle quindici nel mio ufficio. Cerchi di finirlo tutto, se non è troppo difficile, altrimenti chieda alla dottoressa Lavi - E se ne va. Non mi ha dato neanche il tempo di rispondergli e dubito quasi che mi abbia vista, ma ha comunque trovato il tempo per infastidirmi ancora. Se non è troppo difficile. Ma come si permette?
- Non ci fare caso, non ama particolarmente le stagiste, dagli tempo di conoscerti attraverso il tuo lavoro - La donna che mi dice queste parole è l'unico freno alla tentazione di corrergli incontri e lanciargli il fascicolo in faccia - Lara Lavi, piacere, sono l'editor della collana classici.
- Piacere, Glenda - il mio tono è affranto e lei se ne accorge.
- Mettiti sotto, per lui la prima impressione è quella che conta quindi, mi raccomando, non sottovalutare il compito di oggi.
- Perchè odia le stagiste? - rispondo, ancora colpita dalla frase precedente.
- Vecchie storie, non devi prenderla sul personale, e ricorda di non lasciarti ingannare dalla prima impressione, Lanni non è quello che appare, non sempre.
- Lara, mancano dieci minuti, vieni? - la voce di un altro collega la richiama, è in ritardo, ma ho apprezzato particolarmente che abbia trovato il tempo per alleviare la mia frustrazione.
- Grazie, Lara, sei stata preziosa

Quando Lara entra in riunione mi sento un po' sola e ho quasi paura di aprire il fascicolo che è planato sulla mia scrivania. Cerco di allontanare la scortesia di Lanni e mi godo per un attimo il primo vero giorno alla mia scrivania. Apro il fascicolo e trovo un dattiloscritto di una cinquantina di pagine e un foglio su cui ha scritto

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