Quella era una normalissima giornata d'autunno. La stagione che meno preferisco: il tempo è talmente discontinuo che un giorno indosso una canottiera e il giorno dopo un maglione di lana; odio l'autunno perché è una stagione di transito, l'estate ci saluta e l'inverno si presenta. In più..beh, ricomincia la scuola. Il che è una gran rottura.
Ma, in ogni caso, quel giorno mi svegliò il sole che filtrava dalla mia finestra.Per fortuna era domenica e quindi sono rimasta immobile nel letto per qualche minuto, pensando a cosa avrei fatto in quella giornata assolata. Quella mattina dovevo aiutare mia mamma nel suo lavoro, poi avrei avuto tutto il resto del tempo per me.
Lei è un agente immobiliare: aiuta le persone a scegliere la casa giusta per loro e poi le aiuta anche a traslocare. È stata lei a vendere quasi tutte le villette vicino alla biblioteca. E di questo ne andavo molto fiera.
Comunque, quel giorno dovevo aiutarla a far traslocare una famiglia in una di quelle ville, quindi mi alzai dal letto e mi vestii in fretta visto che ero già in ritardo. Poi corsi fuori di casa con in bocca una pagnotta di pane con le olive che avevo trovato sul tavolo della cucina insieme ad un biglietto della mamma che mi diceva l'ora e il luogo dell'arrivo della famiglia Somerhalder. Presi la mia bici mezza rotta e iniziai a pedalare con tutta la forza che avevo nelle gambe.
Arrivai da mia madre con il fiatone, ma giusto in tempo per accogliere la nuova famiglia nella loro nuova casa.
Una Mini gialla arrivò nel piazzale e parcheggio proprio davanti a noi.
Per primo scese un uomo vestito in giacca e cravatta e con una ventiquattrore in mano, subito dopo scese una bellissima donna con un vestito azzurro e gli occhiali e le scarpe firmate. Per ultimo, scese un ragazzo che poteva avere qualche anno più di me.Un ragazzo bellissimo. Aveva i capelli neri spettinati e la sua carnagione era ancora abbronzata dall'estate appena passata. Ma la cosa che più mi ha impressionata erano i suoi occhi. I suoi magnifici occhi azzurri. Non erano proprio azzurri, erano quasi trasparenti,di un azzurro più chiaro, cristallino, al centro, che piano piano si scuriva ai lati fino a diventare quasi il colore del mare. Mi perdevo dentro quegl'occhi. Non riuscivo a smettere di guardarli. Ogni volta che lo facevo un brivido mi percorreva la schiena e le mani mi si inumivano. Era una sensazione strana, ma bellissima.
Il suo nome era Ian.
Ian Somerhalder.