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Quella sera, i tre ragazzi si sedettero insieme a tavola per la cena. Nonostante la giornata fosse stata segnata da momenti di tensione, ora tutto sembrava essere tornato alla normalità. Le risate e gli scherzi riempivano l'aria, creando un'atmosfera calda e rilassata.

"Yoongi, vuoi rimanere a dormire qui? È tardi, e non voglio che torni a casa da solo. Inoltre, non si può mai sapere, potresti servirci se Gabriel dovesse ripresentarsi" chiese Jimin a Yoongi, mentre serviva una seconda porzione di cibo.

Yoongi sollevò lo sguardo dal piatto, indeciso. "Non saprei... non vorrei disturbare..." rispose, con una nota di incertezza nella voce.

Erica intervenne subito, cercando di convincerlo. "Se te l'ha chiesto, significa che non disturbi, no?" disse, con un sorriso leggero ma incoraggiante.

"In effetti..." mormorò Yoongi, riflettendo sulle parole di Erica.

"Allora è deciso" concluse Jimin, battendo le mani con soddisfazione. "Stasera dormi qui. Dormi con me, così non ci sono problemi di spazio, ok?"

"Mi sembra perfetto. Sei l'unico che non si muove la notte e posso stare tranquillo" scherzò Yoongi, finendo il suo piatto con un sorriso che si allargava sulle labbra.

Dopo cena, i tre ragazzi si alzarono da tavola e, tra risate e chiacchiere, pulirono insieme la cucina, sistemando i piatti e mettendo via gli avanzi. Nonostante tutto ciò che era accaduto, la loro compagnia era rassicurante e nessuno di loro sembrava voler lasciare che le paure della giornata li rovinassero quel momento di serenità. Una volta terminato, si salutarono e si diressero verso le loro camere per la notte.

Yoongi POV

Era ormai passata la mezzanotte da un pezzo, e io ancora non riuscivo a dormire. Era strano, molto strano, perché di solito non avevo mai difficoltà a prendere sonno, soprattutto dopo una giornata del genere. Ma quella notte, il sonno sembrava sfuggirmi. Con un sospiro, decisi di alzarmi dal letto, facendo attenzione a non svegliare Jimin, e mi diressi verso la cucina al piano di sotto, sperando che un bicchiere d'acqua potesse aiutarmi a rilassarmi.

Mentre scendevo le scale, notai subito che la luce della cucina era accesa. Il cuore mi balzò in gola, allarmato dall'idea che potesse esserci un intruso. Presi una scopa che trovai vicino alla scala e mi avvicinai lentamente, pronto a difendermi.

"Tsk, ahia!... mannaggia... mi sono tagliata..." una voce familiare ruppe il silenzio, facendomi rilassare all'istante.

"Erica...?" domandai, riconoscendo subito il tono della sua voce. Appoggiai la scopa contro il muro e andai verso di lei, notando che le sanguinava la mano. "Ma si può sapere che stai facendo?!" esclamai, preoccupato. Presi della carta da cucina e iniziai a tamponare la ferita, cercando di fermare il sangue.

"S-stavo cercando il coltello per tagliare il pane..." mi rispose, guardandomi con una punta di imbarazzo.

"Intendevo, perché sei sveglia a quest'ora? Dovresti riposare..." la guardai con un misto di preoccupazione e affetto.

Lei mi fissò con il suo sguardo brillante nonostante la situazione. "Potrei farti la stessa domanda..." rispose, senza perdere il suo spirito.

Sorrisi involontariamente. Erica era davvero unica nel suo genere, sempre pronta con una battuta o una risposta, anche nei momenti meno opportuni. Non avevo mai conosciuto una ragazza come lei. Anche quando si faceva male, non perdeva mai il sorriso o la sua ironia. Era una qualità che trovavo affascinante e disarmante allo stesso tempo.

"Forza, siediti sul divano che ti disinfetto la ferita" le dissi, guidandola verso il soggiorno. Una volta lì, presi del cotone e dell'acqua ossigenata, iniziando a medicare la ferita con cura. "Ecco, e cerca di non tagliarti di nuovo" aggiunsi con tono scherzoso, mentre fasciavo la sua mano con una garza.

"Come vuoi, eomma" rispose lei, prendendomi in giro con un sorriso malizioso.

"Non osare chiamarmi così, o potresti pentirtene" le dissi, cercando di apparire minaccioso, ma senza riuscirci davvero.

"D'accordo... eomma" ripeté, divertita, senza il minimo timore nella voce.

"Aish... sei senza speranze" sospirai, scuotendo la testa con un sorriso. Era impossibile non trovarla simpatica, anche nei momenti più irritanti.

"Può darsi. Ora, se mi vuoi scusare, ho fame e c'è il mio panino che mi aspetta" disse, facendo per alzarsi.

Sospirai ancora, ma stavolta con una leggera rassegnazione. La feci sedere di nuovo sul divano. "Faccio io" dissi, alzandomi per prepararle il panino. Dopo averlo preparato, mi avviai verso le scale, pronto a tornare in camera.

Mentre salivo, mi fermai per un attimo, esitando. "Ehm, senti... cerca di non andare a letto troppo tardi... notte" dissi, sorprendendomi da solo con quella frase. Non sapevo da dove avessi trovato il coraggio di dirlo, ma una volta detto, mi sentii stranamente a mio agio. Tornai a letto con un sorriso leggero, pronto a lasciarmi finalmente andare al sonno.

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Lo splendore di Yoongi😍😍😍

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