Capitolo Quarantatré

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Pov. Leila

Dopo essere tornate a casa ieri sera, Andrea era strana.

Sembrava assente, lontana da qui.

Non so cosa sia successo, ma sono un po' preoccupata.

A questo, si aggiunge la sospetta chiusura del nostro negozio.

Stamattina Riccardo ha scritto un rapido messaggio nel gruppo del lavoro, avvisandoci di non presentarci in negozio.

Solo io e Matilda abbiamo risposto, di Alice alcuna notizia.

Provo a chiamarla un paio di volte, ma non risponde.

Che strano

 "Ehi buongiorno, non dovevi essere a lavoro oggi?" Andrea sembra sorpresa di vedermi ancora in cucina

 "Ehi" le sorrido "Sì, in teoria, ma abbiamo fatto una chiusura straordinaria" alzo le spalle

 "Come chiusura straordinaria?" mi guarda confusa

 "Vorrei saperlo" sospiro, prendendo uno yogurt dal frigo.

Mi avvicino al tavolo, accomodandomi su una sedia.

Mangio silenziosamente mentre Andrea finisce di cucinare le sue uova

 "A che ora inizi le lezioni?" la guardo

 "A breve" sbuffa, guardando l'orologio

 "Oh, okay" annuisco

 "Avevi bisogno di qualcosa?"

 "No no, tranquilla" le sorrido "Era solo per sapere" lei ricambia il sorriso, prima di tornare a mangiare in silenzio.

Tra di noi si è creata una strana quiete, che ci permette di convivere felicemente insieme e mi piace.

Sorrido guardandola davanti a me finire la sua orribile colazione

La mia attenzione viene attirata dal mio telefono che suona, il nome di Lorenzo campeggia sullo schermo.

Mi scambio un rapido e confuso sguardo con Andrea prima di rispondere

 "Ciao Lollo, come stai?"

 "Ehi Leila.. ciao. Io bene e tu?"

 "Sì, bene" annuisco guardando Andrea "Come mai mi hai chiamata? Omar sta bene?" un brivido mi percorre la schiena

 "Sì ecco, per questo ti sto chiamando" il suo tono si fa serio

 "Cos'è successo Lorenzo?" mi alzo dal tavolo, camminando nervosamente per il salotto

 "Ecco.. Omar.. Omar ha il Covid" mi blocco.

La mia testa inizia a girare, il mio petto si muove rapido cercando di respirare ma è così dannatamente difficile.

Mi sembra di annegare, mentre mi sbraccio in questo mare di cose brutte che negli ultimi mesi ha inondato la mia vita

 "Cosa?" balbetto

 "Sì lui ha ricevuto l'esito del tampone questa mattina. Non voleva nemmeno dirtelo, perché giustamente voi non state più insieme, ma mi sembrava giusto informarti. Scusami io.."

 "No hai fatto benissimo ad informarmi, ti ringrazio. Lo chiamo subito" annuisco "Se avete bisogno di qualsiasi cosa non esitate a chiedere"

 "Sì certo, grazie Leila, ma tra mia mamma e quella di Omar dovremmo riuscire a sopravvivere" ride nervosamente

 "Grazie ancora Lore"

 "Ciao Leila" attacco la chiamata, il cuore che batte all'impazzata.

Cerco di far luce nella mia mente, cerco di controllare i miei pensieri.

L'Attimo EffimeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora