Capitolo Quarantaquattro

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Pov. Leila

Questa notte non sono riuscita a chiudere occhio.

Mi sono girata e rigirata nel letto in preda all'ansia per Omar e per Andrea.

Faticavo a respirare e oltre all'ansia, anche piccoli colpi di tosse mi impedivano di prendere sonno.

Decido di alzarmi dal letto verso le sette del mattino, senza aver avuto nemmeno un'ora di sonno alle spalle.

Mi sento uno zombie, il petto è ancora pesante, ma c'è qualcosa che non va.

Mi guardo intorno, intontita da quelle strane sensazioni.

C'è qualcosa che non va, riesco a percepirlo dal mio corpo.

Inizio a tossire, un attacco di tosse mi scuote.

Il mio cuore inizia a battere all'impazzata.

No, non può essere.

Il mio respiro aumenta, ma più mi i miei respiri si fanno frequenti meno riesco a stargli dietro.

Mi manca l'aria.

Apro la finestra, cercando di respirare.

La giornata è grigia intorno a noi, spesse nuvole ricoprono il cielo.

L'asfalto è bagnato, ma non riesco a percepirne l'odore.

Non può essere.

Mi volto verso la scrivania, in preda al panico. Prendo una boccetta di profumo, nella vana speranza di sentirne l'odore.

Spruzzo una, due, tre volte.

Non sento assolutamente nulla

 "No, no, no cazzo!" urlo cercando di calmare il mio cuore ormai impazzito.

Cerco disperatamente nel casino della mia camera, qualche avanzo di cibo.

Tra i vari fogli adagiati disordinatamente sulla scrivania trovo un pacchetto di cracker.

Li apro velocemente, spargendo le briciole sul pavimento.

Con le mani tremanti spezzo un cracker, poi me lo porto alla bocca.

Non sento assolutamente nulla

 "Cazzo!" esclamo "Cazzo, cazzo, cazzo!"

Mi accascio sul pavimento, lacrime salate scendono sul mio viso.

Come può essere? Come posso averlo preso? Ho sempre fatto così tanta attenzione, che non è possibile sia successo

 "Leila che succede?" Andrea apre la porta della mia camera

 "No Andrea ferma!" esclamo, coprendomi naso e bocca con il gomito "Esci da qui"

 "Leila se è per ieri sera.." lei si avvicina ancora

 "Andrea cazzo, esci da qui!" urlo "Io.. Io penso di avere il Covid" la guardo, scoppiando nuovamente a piangere

 "Tu.. Tu cosa?" rimane immobile davanti a me, la pelle pallida luccica sotto la luce del sole

 "Ti prego, esci da qui" la supplico, rimanendo seduta per terra, il viso ancora coperto.

Lei continua a rimanere immobile, scioccata dalla notizia.

Non dice una parola, mentre i suoi bellissimi occhi ormai vitrei fissano un punto indefinito davanti a sé

 "Andrea!" urlo ancora, nella speranza di riportarla da me

 "Cristo" finalmente riprende contatto con la realtà, allontanandosi da me.

Esce dalla mia stanza, rimanendo immobile nell'anticamera che divide le nostre stanze.

L'Attimo EffimeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora