Capitolo 15

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Sorretta da Jeff e Clint, uscii seguita dai due feriti.
Proprio vicino alla scatola, vedemmo una figura in ginocchio. Le sue urla erano strazianti e prima che qualcuno si potesse avvicinare, il ragazzo si mise le mani in faccia e iniziò a premere.
Nessuno si mosse fino a quando la figura non tirò giù le mani e cadde a terra; ci avvicinammo di corsa e vedemmo una scena che non dimenticherò mai.
Qualcuno tirò i capelli del ragazzo per mostrare a tutti chi fosse e in quel momento un brivido mi percosse.
Era Fred.
Un Fred con gli occhi tra le mani e il viso coperto di sangue; le vene sporgevano sul collo e i capelli erano appiccicati alla fronte.
Clint mi lasciò e se ne andò di corsa. In molti fecero così, probabilmente per vomitare o per piangere.
Nessuno li poteva giudicare.
C'era una dura verità da accettare: chi per un motivo chi per un altro, se n'erano andati tutti. Eravamo rimasti io e gli Intendenti.
Jeff mi lasciò, ma io stranamente non caddi. Girai la testa e vidi William sorreggermi. Mi sollevò e mi portò al casolare.

Arrivati in camera di Minho, mi posò sul letto e fece per andarsene, ma lo fermai.
<<Tutto qui?>>
<<Vuoi anche un caffè?>>
<<Cos'è...cos'è successo?>>
<<Secondo te? È stato punto.>>
Si avvicinò al letto.
<<Come? Non era un velocista?>>
<<Pive, ti ricordo che ne so quanto te. Ora, se permetti, vorrei andare a controllare. Prima che tu dica qualsiasi cosa, nonostante tu sia una fatina, non sei leggera da portare>>
Lo afferrai per il colletto e lo avvicinai.
<<Chiamami di nuovo fatina e ti taglio la lingua.>>
Sfoggiai il mio miglior sorriso. Dovevo farmi valere, no?
William uscì dalla stanza ed io rimasi da sola.

Stetti seduta sul letto per un'ora esatta. Nessuno mi aveva ridato l'orologio, così avevo contato io.
La porta si aprì e Clint si rivelò sull'uscio.
<<Andiamo pive, tra poco dovrebbe arrivare il nuovo fagio!>>
Misi un braccio attorno al suo collo come avevo fatto quella mattina e nonostante le mie gambe si rifiutassero di camminare, Clint era più forte del previsto e riuscì a trascinarmi fino alla cucina.
Il brusio quel giorno era più alto del solito, anche se i radurai che avevano voglia di mangiare erano pochi.
Gli Intendenti non c'erano, neanche Frypan, e mi resi conto di non avere nessuno con cui parlare a parte Clint, che non sembrava in vena di chiacchierate.
Con un vassoio in mano arrivò William, seguito da due ragazzi dai capelli rossi.
Si sedettero davanti a me e Clint, ma solo William iniziò a mangiare. Dopo interminabili (e imbarazzanti) secondi, decisi di spezzare il silenzio.
<<Quindi adesso che si fa ?>>
<<Niente. So che la situazione è sconvolgente ma non possiamo farci niente...questi due pive hanno preparato la fossa e dopo pranzo ci metteranno Fred, poi verso le tre salirà la scatola. Arriverà il fagiolino e inizierà tutto da capo.>>
La naturalezza con cui lo disse mi fece accapponare la pelle.
Tra le Faccemorte si sarebbe aggiunta una persona e nessuno ne sembrava turbato.

Di lì a poco, William, Clint e i due rossi mi lasciarono sola.
Uno dei cuochi mi chiese se avessi bisogno di essere portata in camera, ma io rifiutai: non volevo chiudermi in una stanza mentre un ragazzo veniva sepolto sotto tre metri di terra.
<<Ehi, pivella! >>
Mi girai e vidi il volto, stranamente senza graffi, di Gally. Si sedette accanto a me.
<<Tra poco arriva il nuovo fagio, quindi sono passati->>
<<11 mesi. Quasi un anno da quando vi hanno messi qua>>
<<Già...>>
<<Perché sei venuto qui?>>
Chiesi tutto d'un fiato.
<<Non posso semplicemente volerti parlare?>>
<<So che avete molto lavoro da fare... >>
Entrambi ci girammo verso la torre di vedetta in costruzione.
Molti ragazzi stavano lavoravano senza sosta.
<<Come ha fatto Fred a farsi pungere?>>
"Che domanda stupida. Come faceva a saperlo lui?"
<<Io...io l'ho visto entrare nel labirinto>>
<<Cosa?! E perché non lo hai detto nessuno?! Quand'è successo? >>
Gally mi zittì mettendomi una mano sulla bocca.
<<Abbassa la voce pivella! L'ho visto più o meno una sera fa ma avevo paura di dirlo in giro. Temevo mi avrebbero incolpato per non averlo fermato!>>
<<Sei veramente...>>
Gally lo sapeva, sapeva che Fred era entrato nel labirinto ed era stato punto, ma aveva deciso di non dire niente a nessuno.
Come poteva dormire la notte?
Ci interruppe un rumore metallico. Guardai il ragazzo, che puntò lo sguardo sulla scatola.
<<È ora.>>
Disse velocemente. Gli misi un braccio attorno al collo e insieme ci incamminiamo.
Iniziavo a sentire le gambe. Tra poco sarei riuscita a camminare per conto mio.
Odiavo faticare così tanto per fare pochi metri; com'era sopravvissuto Newt allo stare fermo per giorni, e dopodiché un bastone per altri chissà quanti giorni? Al suo posto, avrei chiesto a qualcuno di sopprimermi.
Tutti i radurai si raggrupparono attorno al nuovo fagiolino che se ne stava raggomitolato in un angolo; si cingeva le ginocchia con le braccia e si cullava...beh, almeno non aveva fatto mezza maratona come me.
Alby scese e si avvicinò a lui. Il chiasso mi impedì di sentire la loro conversazione.
Il fagiolino uscì per primo e venne seguito dal capo, che iniziò a fargli fare il solito giro; non so cosa immaginassi, ma il "momento fagiolino" era stato molto più breve delle mie aspettative.
I ragazzi nel frattempo erano già tornati al loro lavoro e Gally mi aveva appoggiata ad una panchina davanti alla scatola.

Mezz'ora dopo Alby e il fagiolino si avvicinarono e quest'ultimo allungò la mano tremolante verso di me.
<<Io sono George..>>

C.A.T.T.I.V.O. non è buonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora