Capitolo Quarantanove

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Pov. Andrea

Sono così agitata.

Leila è uscita per fare il tampone ed io sto disperatamente sperando che esca negativo.

Anche lei lo spera tanto.

Janette non vede l'ora di raggiungere la sua Suki.

Tutte speriamo che questo orribile incubo sia giunto alla fine.

Le rilasceranno il risultato domani, guarda caso proprio il giorno del mio primo esame da remoto.

Come posso concentrarmi sull'esame proprio nel giorno che potrebbe segnare una svolta decisiva nelle nostre viste?

Scuoto la testa.

Sono seduta sul divano, mentre ripasso le ultime cose per l'esame. Un po' studio, un po' aspetto che lei torni bella come sempre a portare il sole nella mia vita.

Senza lei attorno mi sembra mi manchi l'aria.

Il fatto che lei mi abbia lasciata sola, subito dopo la fine del lockdown, mi ha provocato traumi che ancora fatico a superare.

Il senso di abbandono, lo stesso che provai quando Elisa decise di lasciarmi, mi ha tolto il respiro per giorni.

Faticavo anche a mangiare.

Per un attimo ho rivisto l'Andrea di un anno e mezzo fa, distrutta dalla rottura con Elisa, in balia dei propri demoni e delle proprie paure.

Devo essere sincera, in quel momento ho odiato Leila.

L'ho odiata con tutta me stessa per aver portato nuovamente a galla quell'Andrea che ho tanto odiato.

Sono tornata ad essere senz'anima, lacerata dal dolore.

Poi però ho cercato di riprendere in mano la mia vita, per evitare di finire esattamente come un anno fa.

E per un po' ci stavo anche riuscendo, poi lei è tornata a casa e tutto il resto è storia.

Ora, ogni volta che lei lascia questa casa, i ricordi di quei giorni tristi mi tornano alla mente, quasi avessi paura che un giorno lei possa andar via definitivamente da me, come fece per tornare da Omar.

Che sciocca.

Mi rendo conto quanto sia assurdo tutto questo, ma dio, i traumi portano proprio a questo.

Soffro di ansia da abbandono e fa terribilmente schifo.

Scuoto la testa, cercando di allontanare quei pensieri.

Lei tornerà a casa, perché lei mi ama e vuole stare con me.

Tornerà perché ora siamo una coppia, finalmente siamo io e lei e nessun altro.

Sorrido mordendomi il labbro.

La porta di casa si apre, Leila entra timidamente

 "Ehi" la raggiungo "Com'è andata?"

 "Ehi" mi sorride "Beh, una gastroscopia sarebbe stata meno invasiva. Credo davvero che l'operatore mi abbia sfiorato il cervello con quel cotton fioc gigante" sbuffa.

Scoppio a ridere, preparandole un bicchiere d'acqua

 "Dio, mi brucia il naso" si porta le mani al viso "Grazie" mi sorride, ma aspetta che io posi il bicchiere sul tavolo per prenderlo

 "Quando ti daranno i risultati?"

 "Domani, massimo dopo domani" annuisce, giocando nervosamente con le mani.

Mi avvicino a lei, per poterle allontanare le mani, come feci settimane fa.

Un brivido mi percorre la schiena al ricordo di quel momento così intimo, ma lei si allontana prima che possa toccarla

L'Attimo EffimeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora