Capitolo 17

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Quella mattina fu il debole sole a svegliarmi, accompagnato dal movimento di Minho che si preparava per entrare nel labirinto.
<<Buongiorno madame!>>
Ancora mezza addormentata, mi misi a sedere e piegai la testa. Gli sorrisi e lo osservai mentre si infilava le scarpe.
Il velocista mi prese la mano e me la baciò, come un vero gentiluomo degli anni '80.
<<Le auguro una buona giornata madame, a stasera>>
Appena uscì dalla stanza, mi sdraiai nuovamente e con la faccia spiaccicata sul cuscino mi riaddormentai come se non mi fossi mai svegliata.

Nonostante la porta fosse ben chiusa, i radurai facevano un gran casino. Mi svegliai controvoglia rendendomi conto che avevo dormito abbastanza per quella giornata.
Non riposavo così da tempo e non avevo intenzione di alzarmi e incominciare a lavorare; ero certa della mia decisione, prima che qualcuno mi togliesse le coperte di colpo e spalancasse la finestra, facendo entrare la fredda aria del mattino.
<<Si sente odore di piedi di Minho da un miglio>>
Newt si avvicinò e mi baciò la parte di faccia che non era spiaccicata contro il cuscino (quindi quella destra) e mi sussurrò delle parole.
<<Questa considerala una vendetta>>
Ghignai <<Piccolo bastardo >>
Mi girai e senza dargli il tempo di reagire mi aggrappai al suo collo per poi salirgli sulle spalle.
Per poco non perse l'equilibrio, ma quando pensai che la mia testa stesse per spappolarsi sul pavimento, con una forza tirata fuori da non so dove, mi sbattè sul letto finendo sopra di me.
Con la mano destra mi teneva i polsi fermi sopra la testa e con l'altra mi strinse la faccia.
<<Vendetta>>
Mi sussurrò ad un palmo dalle mie labbra che poi baciò.
A interrompere quel bel momento fu un colpo di tosse proveniente dall'uscio della porta.
Newt saltò in piedi e io vidi William sullo stipite intento ad osservarci con sguardo divertito.
<<Lo dirò a Minho>>
<<Non lo farai>> dicemmo io e Newt contemporaneamente.
William entrò nella stanza e con un sorriso stampato sulla faccia trascinò fuori Newt.
<<E tu vestiti>> disse chiudendosi la porta alle spalle e guardandomi negli occhi maliziosamente.
Avevo l'impressione che quel giorno sarebbe stato divertente.

Uscita dal casolare con i vestiti recuperati dal mio baule, mi confondevo perfettamente con gli altri; la maglia verde e i pantaloni marroni mi rendevano una raduraia al cento per cento.
Salutai Frypan e mi sedetti di fianco a William. Con lo sguardo cercai Newt, che vidi solo dopo qualche secondo. Si stava dirigendo verso l'infermeria.
Quella mattina c'era più gente del solito a fare colazione e non credo fosse per il pane con la marmellata di Frypan o il latte munto da Winston la mattina stessa.
<<Come mai ci sono così tante persone?>> Chiesi a William, intento a mangiare il suo panino.
<<La torre; ci sono più persone che ci lavorano, quindi più stomaci affamati>>
Mi voltai e notai solo in quel momento le possenti fondamenta della torre, posizionata a pochi metri dalla cucina e all'inizio della foresta.
<<Bella, vero?>>
Gally se ne stava lì con le mani sui fianchi, fiero del suo lavoro.
<<La finiremo in qualche settimana, la mia piccola.>>
"La mia piccola?!"
Io e William ci lanciammo uno sguardo e ci mettemmo a ridere.
<<Che c'è? Che ho detto?>> Chiese Gally ignaro.

Come aveva detto William, c'erano più persone a lavorare, e di conseguenza più ragazzi che si facevano male.
Per fortuna le mie gambe avevano ripreso a funzionare, perché quella mattinata fu abbastanza turbolenta.
Due ragazzi, trasportando una trave, avevano preso in pieno un terzo ragazzo che stava trasportando a sua volta delle assi, che caddero addosso ad altri tre ragazzi, che stavano trasportando delle corde annodate, a detta loro, "a zoccolo di gnu".
Feci fatica a capire la dinamica dei fatti, ma decisi di non fare ulteriori domande.
Dovetti togliere pezzi di legno e cucire ferite per tutta la mattina, occasione unica per ammirare una normalissima giornata nella radura.
Non avrei mai pensato di dirlo, ma mi piaceva la radura. La amavo più di qualsiasi altra cosa. Era la mia casa.

Il pranzo fu la cosa che più desideravo in quel momento, tant'è che io, Clint e Jeff, appena Frypan suonò la campana, corremmo fino alle cucine arrivando senza fiato, senza preoccuparci di lavare le mani o togliere i grembiuli che il cuoco ci aveva prestato per non sporcare i vestiti di sangue.
Il piatto fumante mi scaldava il viso e i miei occhi scintillavano davanti a quella bellezza.
Mi godetti ogni boccone di  bistecca e fagioli.
Davanti a me si sedette un Newt sudato e sporco di terra. Non avevo mai riflettuto su che lavoro facesse il biondino.
<<Sei sporco...vieni qui>> dissi sputacchiando cibo sul tavolo.
Con un fazzoletto strofinai via della terra dallo zigomo del ragazzo.
<<Anche tu>>
Lui non sputacchiò, ma appena io finii di pulirlo, fece lo stesso con me, pulendo una macchia di sangue sulla mia fronte.
<<Scusate...>> disse Jeff dopo aver tossicchiato per attirare la nostra attenzione.
Onestamente ero troppo concentrata sul cibo e su Newt per vedere le persone attorno a noi.
Entrambi ci ricomponemmo drizzando la schiena e arrossendo. Me ne andai in fretta per ridare il vassoio a Frypan e per scappare dall'imbarazzo, ma anche il cuoco mi sorrise, facendomi infuocare le guance.
Tornai a lavoro.
Mentre camminavo mi sentivo gli occhi addosso, ma con Bau al mio fianco, potevano anche guardarmi.

Entrata in infermeria cominciai a sistemare il casino lasciato da me e gli altri medicali.
Il mio fidato amico peloso rimase sdraiato sull'uscio, facendo la guardia senza entrare.
Rifeci i letti, pulii gli strumenti, arrotolai le bende, e in tutto questo Jeff e Clint erano entrati e si erano comodamente sdraiati sui letti appena rifatti.
Misi le mani sui fianchi e gli rimproveri come una mamma che ha visto i figli rotolarsi nel fango.
<<Tranquilli eh, sistemo io>
<<Grazie Liz! >> dissero all'unisono.
<<Questo è ingiusto. Pivello, pulisci>>
<<Cosa? Ma se hai già fatto tutto tu! >>
<<Ecco, pulisci questo.>>
Buttai per terra il bisturi e le pizzette, srotolai le bende e mi misi a saltare sull'unico letto libero.
Jeff, che nel frattempo si stava pisciando addosso dal ridere, mi imitò, saltando a sua volta sul letto in cui si era infilato poco prima.
Con un salto mi buttai sul letto dove si era seduto Clint e incrociai le gambe.
Dopo una sbuffata del pivello, iniziò a sistemare, ed io parlai con Jeff.
<<Cosa ci faceva Newt in infermeria stamattina?>>
<<Quando?>>
<<Dai Jeff, stamattina>>
<<Liz, ti giuro che non so di cosa tu stia parlando.>>
<<Che palle, perché devi mentirmi?Sai che c'è, vado a fare un giro. Se avete bisogno fatemi chiamare da qualcuno.>>

Uscii dall'infermeria accompagnata da Bau, che smise di seguirmi a metà percorso, forse distratto da qualcos'altro, o semplicemente stanco di fare su e giù dietro di me.
Mi addentrai nella foresta e, per la prima volta, feci visita a Fred.

C.A.T.T.I.V.O. non è buonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora