Capitolo 16

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Aprii gli occhi, sbattendo le palpebre per abituarmi alla luce del sole. Dovevano essere le undici, a giudicare dal colore del cielo. Mi accoccolai a Justin, che automaticamente strinse le sue braccia attorno a me più forte. Il suo calore mi avvolgeva, il suo profumo inebriava le mie narici. Risvegliarsi accanto a Justin era proprio come l'avevo immaginato.
Tuttavia, sentivo che sarebbe successo qualcosa di brutto. Era sempre così, quando andava tutto bene. E poi avevo la strana sensazione nello stomaco che non era del tutto svanita. S'era nascosta per lasciarmi amare Justin senza pensare a nient'altro che non fosse noi, ma dopo quel momento s'era ripresentata anche più forte, impedendomi di dormire. Quella sensazione riguardava soprattutto il motivo per cui Justin era venuto da me. Per quanto volessi ascoltare il mio cuore, che mi diceva che Justin era venuto qui perché mi amava, dovevo dare ascolto alla ragione e trovare un motivo valido.
La scorsa settimana mi aveva fatto capire anche molto bene che cercava di dimenticarmi. "La scorsa settimana stavo provando a fare il duro", aveva detto lui, ma per qualche motivo non gli avevo creduto. Se c'è una cosa che Justin non sa fare, quella è nascondere le sue emozioni. Quindi, se stava cercando di fare il duro, non me ne sarei accorta neanche. Come fai a fare il duro con le lacrime agli occhi e lo sguardo ferito?
E poi, Selena. Fino a tre giorni fa avevano scopato allegramente. Avevano chiarito la faccenda, a quanto pare. Ma io non ci credevo. Non poteva essere una cosa che avevano deciso entrambi, perlomeno. Forse, Justin voleva riappacificarsi con lei, dopotutto ne è cotto da tipo cinque anni... se lei avesse improvvisamente troncato i rapporti? Che tutto quel sesso le avesse fatto capire che per Justin non provava più niente?
Ovviamente lei ne aveva parlato con lui. E ovviamente lui ne era rimasto ferito. Doveva consolarsi in qualche modo... facendo sesso con qualcun'altra, forse?
Mentre ci rimuginavo su, non mi ero accorta che Justin s'era svegliato. La sua voce roca che mi sussurrava "buongiorno, piccola" all'orecchio mi riportò alla realtà.
Un altro elemento della mia immaginazione. Justin che mi dava il buongiorno. Ehi, forse stavo sognando...
«Buongiorno.» ansimai, staccandomi da lui. Non mi aveva dato neanche il tempo di ricambiare il saluto, che si era incollato alle mie labbra.
Justin ridacchiò, stampandomi un altro bacio sulle labbra. «Hai dormito bene?» mi chiese curioso, baciandomi la guancia.
Non avevo dormito proprio.
«Uhm, sì - mormorai, distratta dalle sue labbra che percorrevano il mio volto - E tu?»
«Non ho dormito poi molto... ho pensato a noi due.»
La piega che aveva preso il suo tono di voce a noi due mi fece dubitare delle mie supposizioni.
«Ah... davvero?» chiesi, incrociando il mio sguardo con il suo per la prima volta in quella mattina. Era limpido, luccicava di una luce misteriosa che mi fece rabbrividire.
«Sì, piccola - rispose, abbassando la testa sul mio collo e stampando un bacio sulla mia pelle - Stanotte è stata... fantastica. Sotto ogni aspetto.»
Quindi era a quello che aveva pensato. Niente di romantico.
Mi irrigidii sotto le sue labbra morbide. «Sì.» asserii, senza emozione nella voce. S'era accorto che per me era stato di più di una semplice scopata o ero ancora in tempo per fargli credere che per me non era stato niente?
Le labbra di Justin raggiunsero il mio orecchio. «Mi chiedo se ce ne saranno ancora, di notti così.» sussurrò sensualmente, prima di raggiungere le mie labbra.
Lo interruppi prima che le sue labbra si fossero poggiate sulle mie. Non potevo dargli questa soddisfazione, no. Non ci sarebbero state altre notti così, se in me non vedeva nient'altro che una vagina.
«Ho fame.» sbottai, alzandomi. Mi vestii in fretta e scesi di sotto, quasi correndo in cucina.
Justin mi raggiunse quando avevo già messo il caffè nelle tazze. Si sedette di fronte a me, osservandomi concitato. Ricambiai le occhiate, la bocca piegata in una smorfia nascosta dalla tazza fumante.
«Non bevi? Il caffè si raffredda.» gli chiesi, cercando di distogliere il suo sguardo da me. mi guardava con quegli occhi così... luminosi. Mi sentivo bruciare sotto il suo sguardo. Era come se mi stesse spogliando, strato per strato, fino a raggiungere il mio cuore. Ed esso che batteva forte quasi come a segnalare la sua posizione non aiutava.
«Che ti prende? Un attimo prima eri così felice, e ora... sei strana. Mi eviti.»
«Non è vero.» mugugnai, chiudendo gli occhi. Quando li riaprii, Justin era inginocchiato davanti a me, teneva il mio viso tra le sue mani.
«Invece è vero. Finchè non ho accennato a stanotte, le cose andavano bene. Ma poi... è come se ti avessi spaventata.»
Mi morsi il labbro. «Non mi hai spaventata.»
«E allora cos'hai?» chiese di nuovo, quasi disperato.
Allontanai le sue mani dal mio viso, alzandomi. «Perché sei venuto qui, ieri sera?» gli chiesi, incrociando le braccia al petto.
Justin mi guardò confuso. «Per stare con te.»
«Perché volevi stare con me, se una settimana fa mi hai quasi mandata a fanculo?»
Lo sguardo di Justin divenne, se possibile, ancora più confuso. «Non hai sentito una parola di quello che ti ho detto ieri sera?»
«Non rifilarmi la scusa del duro, perché non ci credo. Dimmi perché volevi fare sesso con me.»
Justin sbuffò. «Perché ti amo, Amelia. Evidentemente stanotte non mi hai sentito...»
Quindi l'aveva detto sul serio. «Che ci vuole a dire due parole?» dissi retorica, voltandomi.
Justin mi fece voltare di nuovo. «Adesso smettila, ok? Smettila di dubitare di me. Ieri sera sono venuto qui semplicemente perché volevo mettere in chiaro le cose fra di noi. Avevo deciso che se mi avessi respinto di nuovo sarei tornato a casa e avrei cercato di andare avanti. Ma tu non mi hai respinto e... è stata la notte più bella della mia vita. Perché io e te stanotte abbiamo fatto l'amore. Credi che non me ne sia accorto che ricambiavi ciò che provavo io?»
Deglutii, sentendomi quasi mancare il respiro. «Io non...»
«Non provare a negare, Amelia. So che hai provato le stesse cose che ho provato io. L'ho capito dal modo in cui mi stringevi. Dal modo in cui le tue labbra cercavano le mie. Da...»
«Smettila. Io non ho provato niente stanotte - mentii, sentendo gli occhi pizzicare - E anche se fosse, so che sei venuto da me solo per fare un dispetto alla tua cara Selena.»
«Cosa c'entra Selena ora?» mi chiese, arrabbiato.
«Non fare il finto tonto. So che Selena ti ha mollato. Dì la verità, ti serviva un'altra persona con cui sfogare le tue voglie?»
Justin sbuffò, lasciandomi andare. Lo guardai sparire di sopra, poi riscendere vestito. Lo raggiunsi, fermandolo prima che potesse aprire la porta.
«Dove vai?»
«Lontano da te - sibilò - Sapevo che mentivi, l'altro giorno. Potevi anche dirmelo che era stata una notte tanto per, inventarti tutte queste scuse non serviva.» aggiunse, uscendo.
Guardai la porta chiusa, mentre sentivo gli occhi pizzicare sempre di più.
Meraviglioso. Avevo rovinato tutto di nuovo.

Mi sedetti sulle mie valige, guardando il tabellone con gli orari di partenza dei voli. Il mio sarebbe partito alle sei e mezza, esattamente tra mezz'ora.
"Il volo numero 2346 diretto ad Honolulu partirà fra mezz'ora, invitiamo i passeggeri ad salire."
Mi alzai e, asciugando le mie guance, mi diressi verso il check in, lasciandomi Los Angeles alle spalle per sempre.

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