Capitolo 20

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Nick

Tutti gli spettatori si erano ormai ritirati, almeno per il momento, perché probabilmente dal mattino seguente sarebbero tornati alla carica.

"Mi sono ficcato in un tale casino. Chissà cosa succederà. Ma cosa mi è venuto in mente di dichiararmi così? Davanti a tutti? Tanto valeva che mettessi il fatto al bando! Un problema alla volta." Si disse mentalmente, riferendosi al casino che era diventato la sua vita.

"Prima di conoscere Anna, la mia vita non aveva mai ricevuto particolari scossoni, sempre immersa in un perenne grigiore. Adesso, il mio mondo si è colorato di un'infinita gamma di colori. Certo, è diventato tutto più incasinato e caotico, ma non sono mai stato così bene e se dovrò diventare macinato per polpette per mano dei suoi familiari e così sia."

In tutta questa baraonda, si sarebbe dovuto ricordare di ringraziare suo padre. Il suo consiglio era stato, a dir poco, provvidenziale! E poi, avrebbe dovuto senz'altro aggiornare Doc sulla novità. Era davvero curioso di vedere la sua reazione, anche se sapeva che sarebbe stato contento per loro. Senz'altro se ne sarebbe uscito con una delle sue perle da buon lupo di mare non richieste! Tuttavia, Nick dovette momentaneamente accantonare questi appunti mentali dato che il suo "rivale" sembrava aver qualcosa in mente.

«Si può sapere che diavolo stai facendo?» Chiese il moro al medico, data l'eccessiva quantità di bagagli di fronte alla porta. La gente sembrava aver scambiato quella casa per il check in di un aeroporto!

«Non si vede? Torno a casa.»

«La disinfestazione è terminata?» Lo pungolò l'altro.

«L'FBI sta impiegando molto tempo per rendere casa tua di nuovo agibile, non convieni con me?» Replicò il biondo, finendo di chiudere l'ultima valigia. Nick non lo rimbeccò.

«Senti...»

«Lascia i discorsi di consolazione per qualcun altro. Lo faccio solo per Anna, perché si dia il caso che anche io provi dei forti sentimenti per lei e sappi che non mi arrenderò con tanta facilità. È bene che tu lo sappia. Voglio solo che non si senta imbarazzata o che possa temere un tuo colpo di testa.»

«Però, quanta galanteria!»

«Sì, so che è un qualcosa a te alieno, però tra persone civili si usa così. Fino a quando non capirà che sono io l'uomo giusto per lei, vedi di non farla soffrire, chiaro?» Disse il medico, allungandogli la mano.

«Allora non dovrò farla soffrire per il resto dell'eternità.» Affermò l'altro con il solito ghigno dipinto in viso, ricambiando la stretta dell'avversario.

«Se ti piace sognare. Comunque, sei un buon rivale e sono sicuro che, per il momento, Anna sia in buone mani.»

«Grazie, anche tu. Se non ci fosse una donna di mezzo, forse potremmo anche essere amici, ma accontentiamoci di un mutuo rispetto.»

«Concordo.»

«Perché prima di andare non aspetti che il ritorno di Anna? Ci rimarrebbe male di sicuro e poi dovrei sorbirmi una predica infinita, quando avrei sinceramente voglia di altro...» L'altro, avendo capito dove volesse andare a parare, gli lanciò subito un'occhiataccia.

«Sì, lo so, è che non vorrei che poi iniziasse a darsi la colpa di questa situazione e si sentisse responsabile. Come ho già detto, vorrei evitarle preoccupazioni inutili. Per favore, dille da parte mia che possiamo vederci domani per pranzo, se è libera.» Questa volta fu lui a ricevere una tremenda occhiata dall'ex ladro.

«La porterò in un bel posticino con vista mare.»

«Certo che muori proprio dalla voglia di farti spaccare la faccia...» Stava dicendo, quando i suoi "sensi di ragno" si attivarono improvvisamente. Qualcuno stava correndo, nel goffo tentativo di non farsi sentire e non si trattava di Anna.

«Ehi, che c'è? Hai forse paura?»

«Fa' silenzio. Sta arrivando qualcuno.» Gli spiegò, estraendo la pistola.

«Ma si può sapere che hai in mente? Potrebbe essere qualcuno dei condomini, vuoi forse farli morire sul colpo?»

«Il tuo addestramento fa schifo, fattelo dire.»

Il misterioso individuo fece scorrere un foglio sotto la porta. Senza neppure avere il tempo di leggerlo, Nick spalancò la porta senza troppe cerimonie, col dito già pronto per premere il grilletto. Purtroppo, però, una densa nuvola di gas lacrimogeno lo colse alla sprovvista e il malfattore approfittò dell'escamotage per darsi alla fuga. D'un tratto, un orribile sensazione gli attraversò la spina dorsale.

Nick presto, corri a vedere. Prima andò ad aprire le finestre del pianerottolo per cercare di dissipare il gas e poi si avventò sul biglietto che stringeva Jack tre le mani. A giudicare dall'espressione atterrita di quest'ultimo, i suoi dubbi sembravano aver trovato purtroppo conferma.

Il suddetto scritto così recitava: La tua cara amica mi sta tenendo compagnia.

Una ragazza a dir poco adorabile. Un vero peccato che avrà una vita così breve. Col dono della sua penna avrebbe potuto far mettere al fresco molti criminali, ma, sfortunatamente, la fortuna non le è stata amica. Se vuoi tentare di salvarle la vita, fatti trovare tra un'ora al magazzino abbandonato otto nei pressi del porto. Con affetto, Papà.

A leggere queste parole, l'intrepido ex ladro corse via come una furia, con pistola alla mano, biglietto in tasca e la disperazione in volto.

"Dio, io non so se esisti, ma spero proprio di sì. Ti prego, permettimi di arrivare in tempo per salvarla e per uccidere quel figlio di puttana una volta per tutte." Pregò, stringendo il foglio del peccato tra le mani.

Nella concitazione del momento, non si era neppure accorto che il medico fosse montato in macchina con lui.

«Che cazzo fai qui? Levati di torno. Vuoi forse farla uccidere?» Gli chiese, frenando l'impulso di puntargli la pistola contro.

«Ovviamente no, ma non posso lasciarti andare da solo. Conosci i miei sentimenti per lei e non la lascerò sola. E, comunque, è meglio che tu abbia qualcuno a guardarti le spalle e chi meglio di un medico?» Replicò lui, inamovibile.

«Fa' come ti pare, ma ricorda, prova ad intralciarmi o a metterla in pericolo e ti posso assicurare che ti spedirò personalmente al Creatore.»

Chiarito ciò, mise in moto e guidò come uno spericolato fino al luogo dell'appuntamento.

"Quel porco vuole giocare con me? Se le ho torto anche solo un capello, pregherà di non essere mai nato." Pensò tormentato lui, fremente di usare la sua pistola.

«Nick, ma quello non è tuo padre.»

A queste parole, quest'ultimo si girò per trovarsi davanti... Jacqueline!

«Salve mon chèr, piaciuto il mio invito? O vedo che ti sei portato anche un amico, bene ci sarà proprio da divertirsi. Prego, faccio strada.»

La situazione aveva appena preso una piega ancora peggiore!



Un crimine in agguato per un cuore innamoratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora