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                                      IRIS

Era notte fonda quando una pietra colpì la mia finestra rompendo un angolo.

La aprì per vedere chi fosse e con mio stupore vi era Cesare.

«Che cosa ci fai qui a quest'ora?» chiesi incrociando le braccia al petto

«Niente..passavo di qui, sai per puro caso e ho pensato di venirti a salutare, vieni giù?»
Mi guardai in torno, non c'era nulla su cui scendere.

«Non ne ho modo»
Mi fece segno di aspettare e andò a prendere una lunga scala di legno «Ora non hai scuse» disse curvando le labbra in un sorriso.

«Ma è notte fonda, dormono tutti» risposi appoggiandomi alla ringhiera di pietra
«È questo il punto Iris, avanti vieni»

Quando scesi mi rivolse un sorriso a trentadue denti
«Vorrei mostrarti una cosa» disse facendomi un cenno per seguirlo.

Ero molto titubante sul da farsi.
Potevo fidarmi di lui?

Scacciai quei pensieri dalla mia testa e lo seguì, arrivammo a un grande campo.

C'era una casetta di legno situata in mezzo ad un piccolo boschetto.
E tantissime lucciole che ci giravano in torno.

Aprì la porta ed entrò per primo, accese alcune candele per far luce e vidi che la casetta era piena di tele.

Ritratti di persone, castelli, animali, poi vi ero io in uno di essi.

«L'ho fatto dopo che me ne sono andato» disse con una punta di imbarazzo «La tua immagine era impressa nella mia mente..» disse sedendosi su una sedia.

«È molto bello» ammisi ammirando il mio ritratto, si era ricordato la mia figura nei minimi dettagli.

In un angolo della casetta vi erano ammucchiati tantissimi libri, alcuni troppo vecchi e con la copertina stropicciata.

𝐴𝑙 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑝𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑚𝑎 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑒𝑔𝑔𝑒𝑟𝑒.

«Vieni qui molto spesso?» chiesi voltandomi da lui e notai che seguiva ogni mio movimento.

Lui annuì distogliendo lo sguardo «Ci passo la maggior parte delle giornate, sai la vita a corte non è sempre delle migliori..» fece una piccola pausa «Qui mi sento più a mio agio»
E mentirei se dicessi che non lo capisco.

Restai in sua compagnia per molto tempo, tant'è mi ero completamente dimenticata di dover tornare a corte.

Il sole era ormai sorto e di lì a poco una delle mie ancelle sarebbe venuta in camera mia.

«Da qui proseguo da sola, delle guardie potrebbero vederti» eravamo ormai vicini al castello e non volevo rischiare.

«D'accordo, fa attenzione» mi lasciò un piccolo bacio sulla guancia per poi tornare sulla strada che porta al suo regno, le mie labbra si curvarono in un sorriso involontario.

Quando arrivai sotto alla mia finestra la scala non c'era.
D𝑎𝑛𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒!

Andai davanti al grande portone del castello aspettando che le guardie mi aprissero, fortunatamente mi fecero entrare senza fare domande, ma lungo il tragitto incontrai Brando, il nostro consigliere.

«Principessa Iris..come mai non è nelle sue stanze a quest'ora del mattino?»
Teneva tra le braccia tantissime pergamene mentre Nymeria gli stava a presso mordicchiandogli le scarpe.

«Mi sono svegliata presto per farmi una passeggiata»
Brando annuì cercando di scacciarla via «Questo cane è davvero fastidioso» 

«In realtà è un lupo» risposi cercando di trattenere le risate.

«Lieto di essere a conoscenza di quest'informazione, ma la prego di portarla via, finirà per rovinarmi tutte le scarpe che indosso»

                                     VIVIENNE

  Erano ormai giorni che stavamo in questa capanna, non ne potevo più.

«Viktor non pensi sia ora di tornare a casa nostra?» lui scosse la testa rivolgendomi un occhiata torva «No. Smettila di chiedere sempre la stessa cosa»

Sbuffai incrociando le braccia al petto «Come sarebbe a dire no?! Abbiamo i soldi che ci servono per avere una vita perfetta, questo non è il nostro posto, cos'altro vuoi?»

Si alzò in piedi avvicinandosi a me
«Tempo e silenzio, ecco cosa voglio»

«Allora puoi startene qui da solo, forse tu non capisci che mi sono stancata di questa vita, voglio solamente stabilità»

Lui annuì posandomi una mano sulla spalla «L'avrai te lo prometto, devo solamente sistemare un ultima  faccenda, poi c'è ne andremo per sempre»

Era pomeriggio quando Lidya ci raggiunse alla capanna, era coperta da un mantello nero e una maschera grigia.

«Stai andando ad una festa in maschera per caso?» chiese Viktor facendole un cenno con il capo.

Lei scosse la testa sbuffando «Sono venuta qui sotto copertura, se mi scoprono saranno guai seri lo capisci o no?»

Roteai gli occhi al soffitto mentre loro continuavano a blaterare tra loro.

«Hai portato la collana?» chiese mio fratello incrociando le braccia al petto.

Lidya tirò fuori una busta e la buttò sul tavolo
«Eccola, io ho finito con voi. Se avevate qualche altro patto con Raissa sappiate che non conta più, è morta»

Spalancai le palpebre incredula «Come sarebbe a dire è morta?» chiesi
Non avrei mai pensato che finisse così.

«Ha scelto da sola come morire, d'altronde cosa si aspettava? Dopo tutto ciò che ha fatto... Era il minimo che James poteva farle»
Viktor la guardava di sottecchi.

«Tu lavoravi per lei e adesso ne parli in questo modo?»
Lei si strinse nelle spalle «Mi ha manipolata per molto tempo, purtroppo me ne sono accorta tardi»

Si voltò per raggiungere la porta ma si fermò prima di aprirla.

«Vi consiglio di allontanarvi da qui, fatevi una nuova vita e smettetela di fare i ladri, non vi porterà da nessuna parte.»
Uscì senza più voltarsi.
Aveva ragione.

Presi la busta per vederne il contenuto.

Era la collana che indossava sempre Raissa, una goccia di rugiada azzurra.

Vi informo che mancano solamente 3 capitoli🙆

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Dreams|| oltre ogni confine (2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora