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                                          ARGO

Erano ormai passate svariate settimane dalla morte di mio fratello, il Re.

James se la cavava piuttosto bene a mandare avanti il suo regno e questo mi rendeva molto fiero di lui.

«Non pensi sia ora di tornare a casa? Abbiamo passato anche fin troppo tempo qui»
Vesta si avvicinò a me posandomi una mano sulla spalla «James se la può cavare benissimo da solo, c'è anche Juliette al suo fianco»
Scossi la testa.

𝐸 𝑠𝑒 𝑝𝑜𝑖 ℎ𝑎 𝑏𝑖𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐𝑜𝑠𝑎?

Per me James, Edward e Iris  sono i figli che non ho mai avuto.

Dopo la morte di loro madre passavo la maggior parte del tempo in loro compagnia sperando che non sentissero la sua mancanza.

«Penso che resterò qui ancora per un po', in caso di bisogno..» risposi accendendo un sigaro.

«Argo, è ora che si prenda le sue responsabilità. Non puoi stargli dietro per sempre, non è più un bambino»
Annuì poco convinto
«Lo so, lo so.»

A tavola eravamo tutti piuttosto silenziosi, ma Iris era più vivace del solito, non vedevo il suo sorriso da molto tempo.

«Ultimamente stai dormendo poco Iris?» James le fece quella domanda e lei per poco non si strozzò.

«Come mai me lo chiedi?» lui scrollò le spalle
«Ho notato che hai le occhiaie»

«Oh quelle, beh.. ultimamente io e Juliette ci vediamo in tarda serata per leggere, vero Juliette?»

Ci voltammo tutti da quest'ultima ma lei sembrò vagamente confusa.

«Di cosa...oh ma certo, ora ricordo, Iris ha ragione. Ci piace leggere... in tarda serata»

Edward ignorava del tutto i nostri discorsi, troppo preso a parlare con Linda.
Da quando ha annunciato a tutti la loro relazione, lei passava la maggior parte del tempo in nostra compagnia.

«Dovreste dormire la notte e leggere di giorno, così sarete più riposate mie care» dissi rivolgendo a entrambe un sorriso.

Juliette annuì «Hai pienamente ragione, seguiremo il consiglio»



                                        IRIS

«Ti ha vista qualcuno?» scossi la testa rivolgendo un piccolo sorriso a Cesare.

Erano ormai settimane che ci vedevamo ogni notte per passare del tempo insieme.

«Mi sei mancata» disse portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Anche tu»

Da quando ci siamo conosciuti la mia vita cambiò radicalmente.

Mi sentivo nuovamente me stessa, nuovamente allegra.

La casetta di legno era ormai il nostro rifugio, passavano la maggior parte parte del tempo a parlare, leggere o dipingere.

Passare il tempo con Cesare era diverso da quando stavo con Ares, mi sentivo completamente a mio agio.
Non avevo più paura di essere giudicata o di non essere 𝑎𝑏𝑏𝑎𝑠𝑡𝑎𝑛𝑧𝑎.

«Ti sei sporcata di vernice» puntualizzò ridendo
Ero negata con la pittura eppure stavo iniziando a fare progressi.

«Dove?» chiesi sentendo le guance pizzicare e potrei giurare di essere arrossita.

«Qui» prese un pezzo di tessuto e si avvicinò per pulirmi la guancia.

Il mio sguardo cadde sulla sue labbra rosee per poi cascare nuovamente nei suoi occhi.

Mi sporsi in avanti posando le mie labbra sulle sue.

Le sue mani erano delicate mentre esploravano il mio corpo e per la prima volta non avevo paura di andare oltre ad un semplice bacio.

Le paura che un tempo assediavano la mia mente, sparite del tutto.

Il sole stava ormai sorgendo, quando al mio ritorno Juliette era in piedi contro il muro con le braccia incrociate al petto.
Per poco non scacciai un urlo.

«Dio Juliette, pensavo fossi uno dei ragazzi!»
Dissi premendomi una mano sul petto.

«Fammi indovinare, eri nuovamente insieme a me a leggere un libro incantato?»

Aveva uno sguardo preoccupato eppure non riuscivo a non sorridere, sentivo la felicità logorarmi dentro.

«Iris, ti sei fumata qualcosa?» si avvicinò a me controllandomi gli occhi
«Juliette sto bene, per la prima dopo così tanto tempo, mi sento davvero bene»

Mi distesi sul letto e lei si mise accanto a me «Posso almeno sapere dov'eri?»
Annuì voltandomi da lei «Ti ricordi il ragazzo di cui ti avevo parlato?»

«Si, il ragazzo che hai conosciuto all'incoronazione di James...oh ora capisco il perché di tutta questa felicità, ti vedevi con lui»

Le sue labbra si curvarono in un sorriso mentre mi circondò le spalle in un abbraccio.

«Sono felicissima per te, solo ti consiglio di rivedere gli orari di incontro, o James inizierà ad insospettirsi» appoggiai la testa sulla sua spalla e mi misi inevitabilmente a ridere.

«Grazie per essere stata al mio gioco a cena, non lo racconterai a James vero?» alzai lo sguardo e la vidi scuotere il capo.

«Ti sei fidata e non intendo tradire la tua fiducia andando a spettegolare con tuo fratello. Non sarebbe da me»

Da quando è arrivata Juliette non sentivo di avere solamente un amica, bensì una sorella su cui poter contare.

Dreams|| oltre ogni confine (2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora